Di solito da quali fonti vengono tratti i film di Hollywood? Se non sono sceneggiature originali (che faticano, spesso, a trovare un produttore), in genere si tratta di testi preesistenti di successo. Libri. Sceneggiature teatrali. Fumetti. Anime. Videogames. Adattati per il cinema. Di solito questi media hanno un minimo comune denominatore: avere già di loro una trama.
Sì, poi può capitare come per Dorian Gray che lo spirito del libro vada a puttane assieme a Dorian stesso, ma in generale una vaga somiglianza tra la linea narrativa del testo originale e quella del film permane.
Anche solo uno spunto, come accade in Kubrick.
Succede, però, sempre più di frequente, che Hollywood abbia il fegato (leggi: la sindrome della sanguisuga) di adattare a film anche robe che, beh… non hanno propriamente una trama.
E che dunque vengano fondamentalmente elaborate sceneggiature originali a partire da altri media, tendenzialmente popolari, molto spesso ludici.
Diventano esperimenti quantomeno interessanti, anche quando molto commerciali.
Non ci credete? Vediamo se sapevate che questi film di seguito, molto famosi, sono tratti da…
Videogiochi arcade
Ok, qua ci stiamo solo scaldando. Non è certo la prima volta che il cinema flirta con i videogiochi, l’abbiamo già detto. Anzi, quasi tutti i titoli e personaggi più importanti del mondo videoludico sono stati saccheggiati: Tomb Raider, Final Fantasy, Assassin’s Creed, Resident Evil, Super Mario, World of Warcraft (con, a tutt’oggi, un grande assente: The Legend of Zelda) eccetera eccetera.
Si tratta però, in generale, di videogiochi che hanno una loro narrativa, per quanto semplice, e personaggi ben definiti… un minimo tridimensionali almeno.
I videogiochi arcade invece non possono vivere quasi al di fuori dal loro immaginario 8-bit. Si tratta del più noto Pac-Man, front(pac)man della locandina, e poi nell’ordine Space Invaders, Galaga, Pong, Tetris, Arkanoid… Riunirli e omaggiarli in un film significa creare una trama del tutto pretestuosa, ed ecco a voi Pixels: nel 1982 viene lanciata nello spazio una capsula contenente alcuni esempi della scienza e creatività umana, tra cui alcuni videogiochi arcade. Gli alieni però fraintendono il messaggio e la considerano una dichiarazione di guerra, così realizzano quegli stessi personaggi e li rispediscono alla Terra per distruggerla. Potranno essere sconfitti solo usando le stesse regole delle piattaforme originali, e allora vengono richiamati quattro campioni dei videogiochi arcade per… salvare la Terra, ovviamente. Da Pac-Man.
Bizzarro.
Giochi da tavola
Tra i media più improbabili ci sono poi i giochi da tavola, come battaglia navale, da cui è stato tratto questo Battleship: filmaccio orribile datato 2012 . Imbarazzante.
La prossimità al gioco poi si rileva solo nell’ultima parte del film, con l’idea grandiosa di usare le coordinate a scacchiera per colpire le navi nemiche. Uau.
È utile parlarne, però, perché è in cantiere da diversi anni un altro progetto che lascia perplessi: la versione cinematografica di… Monopoli. Ebbene sì. Non si sa se vedrà mai la luce, in ogni caso non vorrei essere nei panni dello sceneggiatore.
Già mi immagino i dialoghi forzosi.
Presto, corriamo attraverso Parco della Vittoria!
Non si può, è stato appena comprato da un magnate dei fiaschi di vino per costruirci degli alberghi e bisogna pagare l’ingresso!
Che Imprevisto!
Aspetta, mi è appena arrivato un messaggio dalla banca: abbiamo maturato le cedole!!
Menzione speciale invece per Signori, il delitto è servito del 1985, adattamento cinematografico ispirato a un altro noto gioco da tavola, che però è avvantaggiato dal possedere una sua sorta di narrativa, per quanto semplice: Cluedo.
Il protagonista del film è Tim Curry, e si sa che lui rende cult qualunque cosa tocchi.
Giostre
La fortunata saga cinematografica di Pirati dei Caraibi con Johnny Depp è stata prodotta dalla stessa Disney come adattamento cinematografico di una storica attrazione omonima del parco Disneyland (che naturalmente esiste anche a Disney World, a Disneyland Paris, a Tokyo Disneyland e così via). Prima del film non c’era un Jack Sparrow, né i personaggi della pellicola hanno niente a che fare con quelli della giostra, ma oltre alle atmosfere molto simili, i film – specie i primi – contengono tanti riferimenti alla fonte originale: il cane con le chiavi; lo scheletro che beve mentre il liquido scorre a vista lungo la sua gola; l’uomo che dorme con i maiali; la canzone “Yo-Ho A Pirates Life for Me” (l’ultima battuta di Jack Sparrow nel primo film, “beviamoci su!”, è una citazione di tale tormentone che accompagna il percorso della giostra).
La Disney ha tentato di bissare questa idea con scarsi risultati: nel 2003 è uscito Haunted Mansion, film con Eddie Murphy ispirato alla casa dei fantasmi delle varie Disneyland (tutte tranne una: a Parigi abbiamo il Phantom Manor), ma con ben scarsi risultati.
Diciamo che non ci hanno neanche provato un po’, a renderlo un franchise vincente.
La Disney continua a cantarsela e suonarsela da sola anche in tempi recenti, con Tomorrowland del 2015, protagonista George Clooney. Stavolta lo spunto non è una giostra ma una delle cinque zone in cui si divide Disneyland (quella a tema futuristico, a Parigi rinominata Discoveryland).
Anche in questo caso, un semi-flop.
Difficile che il Topo scovi a breve, attingendo a media come le giostre, un altro franchise fortunato come Pirati dei Caraibi.
Figurine
Diciamolo, in questo caso la categoria ha come maggiore rappresentante un capolavoro.
Forse perché in questo caso non si tratta tanto della scelta commerciale di una major, quanto di un regista che omaggia la sua sincera passione per quella particolare serie di figurine.
Mars Attacks!, uno dei film più belli e caustici di Tim Burton (quando Tim Burton era caustico), uscito nel 1996, è infatti ispirato a una raccolta di figurine omonime sconosciute in Italia, che furono pubblicate negli Stati Uniti negli anni ’60. Erano dedicate a una razza aliena sadica e cattiva e avevano come caratteristica grafica quella di essere fortemente pulp, infarcite di una violenza ironica e del tutto gratuita e riferimenti sessuali espliciti.
Quei prodotti amati dalle associazioni dei genitori.
Credo che in questo particolare caso si possa dire che il film è pienamente nello spirito del medium originale.
Trailer
Un caso a parte e molto divertente è quello di Machete: è forse uno dei pochi film della storia del cinema, se non l’unico, a essere tratto da un medium ben strano, ovvero… dal suo stesso trailer.
Boom. Paradox.
Se non conoscete i dietro le quinte di questa operazione, vi faccio un rapido riassunto.
Innanzitutto, dovete avere presente due amiconi chiamati Quentin Tarantino e Robert Rodriguez.
La loro amicizia umana e professionale è storica: nel 1995 hanno diretto due degli episodi di Four Rooms e l’anno dopo hanno realizzato, insieme, quel film folle che è Dal tramonto all’alba – sceneggiatura di Tarantino, regia di Rodriguez. Tarantino ha diretto una scena pure in Sin City, uno dei film più noti di Rodriguez.
La loro collaborazione, poi, ha un culmine nel 2007 con l’operazione Grindhouse, che è più una specie di installazione artistica che non un film. Se infatti in Italia è stato distribuito come due pellicole separate (A prova di morte di Tarantino e Planet Terror di Rodriguez) e si è perso un po’ lo spirito con cui era stato confezionato (i due film, presi di per sé, sono anche un po’ “deboli”, nel senso che non camminano sulle loro gambe, volevo dire: sulla loro gamba), in origine era un tutt’uno.
Grindhouse è infatti un progetto ispirato a una realtà sconosciuta in Europa, le “doppie proiezioni” di certi cinema o drive-in degli USA caratteristiche negli anni ’70, in particolare i B-Movie del genere exploitation: sesso, violenza ed effetti di bassa lega.
Oltre a realizzare i due film, i due registi simulano i difetti della pellicola, i “rulli mancanti”, i poster d’epoca e realizzano dal nulla alcuni finti trailer con cui accompagnare Grindhouse – o li fanno realizzare: i fake trailer vengono diretti dagli altri compagni di merende come Rob Zombie, Eli Roth, Edgar Wright e dallo stesso Rodriguez. La caratteristica di questi trailer finti è di essere volutamente delle robe assurde, irrealistiche, esagerate ancora più dei due film, tipo “Donne lupo mannaro delle SS”.
Il trailer di Rodriguez si intitola appunto Machete con protagonista Danny Trejo, eccolo qui:
I finti trailer – pur essendo media davvero particolari – divertono talmente tanto il pubblico che sono in molti a richiedere a gran voce che vengano trasformati in film. E, nel 2010, Machete ha questa sorte: se prima era un trailer di un film inesistente, si trasforma così in un film tratto da quel trailer. Presentato, addirittura, fuori concorso al festival di Venezia. E con un cast di tutto rispetto.
Ecco dunque il trailer vero del film tratto da un finto trailer che era in accompagnamento di un finto film ispirato ai veri film de… beh, avete capito.
Così insomma, quali saranno i prossimi media da cui Hollywood farà incetta?
Le marche? Avremo il film “Prada”, “Coca-Cola”, “Dixan”, “Galbanino”?
I siti Internet? Vedrei bene un film su YouTube e gli Youtuber zombie che risucchiano l’energia cerebrale umana.
Oppure sulle app? Shazam, Candy Crush, Bussola?
Rimaniamo in trepidante attesa della prossima riunione degli studios in cui qualcuno alzerà una mano e, pagato cinquemila volte più di me come stipendio mensile (appunto 0+5000=5000), proporrà un adattamento cinematografico della Briscola.
P.S.: Come dite? Il film di Candy Crush si farà?