
Unstoppable: bei ferrovieri, (troppa) velocità e un sacco di ansia
Dopo fiumi di scetticismo cronico e irreparabile sconsolatezza cinematografica, ieri mi sono finalmente imbattuta, seppur casualmente, in un film veramente papabile: sto parlando di Unstoppable – Fuori controllo, pellicola del 2010 diretta da Tony Scott, regista già celebre per aver diretto “filmoni” come Top Gun e Nemico pubblico.
Il film si basa su una vicenda realmente accaduta, il (quasi) disastro ferroviario avvenuto in Ohio nel 2001 quando un treno, fuori controllo, percorse oltre 100 km senza personale a bordo. Un fatto di cronaca di cui nessuno ricorda più le dinamiche e che, probabilmente, non avendo lasciato dietro di sé una carneficina, non ha attratto poi così tanto i mass media.
Tornando al film, tra gli attori principali l’immenso Denzel Washington, non un attore ma un’istituzione made in Usa, magistrale come sempre anche in questa interpretazione, nonché un bravo Chris Pine, uscito dal suo solito cliché del “bel bamboccione dall’occhio ceruleo” e capace di offrire al suo adorante pubblico (specialmente femminile, dobbiamo ammetterlo) un’interpretazione drammatica e d’impatto; perfetta anche Rosario Dawson, nei panni di una dirigente ferroviaria, concedetemelo, con le palle. Insomma, ce ne fossero di ferrovieri così, tutte noi povere pendolari ci faremmo la firma, ma spezziamo una lancia a favore dei nostri amati Trenitalia men: infatti, fin dalle prime scene del film, a colpire è l’assoluta leggerezza del personale ferroviario locale, totalmente indifferente alle norme di sicurezza basilari, fattore che ti fa rivalutare un po’ quello nostrano (forse). Un esempio su tutti? Un macchinista che scende dal treno che sta guidando, gira lo scambio per poi risalire su quello stesso treno che, ma guarda te, nel frattempo ha già preso velocità e si sta allontanando a tutta birra. Questa la scintilla che dà l’avvio alla trama.
Da qui, ansia, tensione e adrenalina a mille. Tutto il film si snoda lungo la corsa folle per cercare di fermare il convoglio che, a causa del peso e della lunghezza di oltre un chilometro, procede spedito bello dritto verso altri treni; insomma, il frontale è dietro l’angolo.
Potenziali catastrofi evitate in extremis grazie all’intervento provvidenziale da parte di un ferroviere-eroe (il nostro Denzel, e chi se no?) che è riuscito a bloccare la folle corsa saltando sul treno e tirando quel benedetto freno.
Nel film, ovviamente, realtà ed enfatizzazione hollywoodiana si mescolano, ma rimane comunque inalterata la reale trama della vicenda, con un buon compromesso in grado di tenere lo spettatore incollato allo schermo e diviso tra ammirazione e mal di stomaco perenne. Particolarmente efficaci le riprese effettuate direttamente dalle cabine di comando del treno, che rendono in maniera estremamente realistica il senso di velocità e la percezione del pericolo imminente.
Una curiosità: durante le riprese del film, che ha anche rischiato di non venire alla luce a causa dei continui tagli di budget da parte della Fox, uno dei treni utilizzati per girare alcune scene è deragliato sul serio, nel villaggio di Bridgeport (Ohio), ma senza provocare danni o feriti, fortunatamente. Una toccatina durante la visione del film potrebbe essere utile, non si sa mai.
Tirando le somme, un film d’azione realistico e ben congegnato, dove la suspense si mantiene inalterata dall’inizio alla fine, legandosi anche alle vicende familiari dei protagonisti, ma senza melassa, che poi Nilsson non la digerisce…