“Finalmente insieme: cinema e pubblicità”. Mmmmm. Può suonare male, malissimo alle orecchie del lettore macguffiniano. Per ovvi e giusti motivi: il cinema, la settima arte, accostata alla pubblicità, volgare apparato del mercato. Eppure vi sorprenderà scoprire quanti registi, nel corso della loro carriera si sono venduti agli spot pubblicitari. Che poi “venduti”… termine bruttino e pieno di pregiudizio. Diciamo che se non si tiene conto del fine ultimo della pubblicità, cioè vendere, alcuni spot possono davvero considerarsi delle piccole opere d’arte. Quindi lasciamo per un attimo la morale da parte ed esploriamo insieme il mondo dimenticato degli spot d’autore.

Una piccola premessa
Se penso alle pubblicità, io penso a quelle anni ’80-’90. Penso a Stefano Accorsi in creatura che dice “Two gust is mej che one!” (…), alle famiglie Mulino bianco, al signor “Buonaseeeera”, all’odioso Carletto dei Sofficini Findus, a “quante cose al mondo puoi faaare, costruiiiire, inventaaare… dudududu… ma trova un minuto per me! Per voi e per gli amici, Tassoni!”.
La lista è lunga, super commovente e c’è un unico comune denominatore: la TELEVISIONE. Quella scatola magica che ha accompagnato più o meno piacevolmente l’infanzia degli attuali ventenni e trentenni, la generazione manga&berlusconismo. La società è cambiata, la televisione è passata di moda, la pubblicità audiovisiva si è intrufolata su YouTube e se possibile è riuscita a diventare ancora più invasiva, a tratti inquietante. Mi inquieta per esempio il fatto che prima di ogni benedetto video su YouTube debba sorbirmi la pubblicità del test di gravidanza Clear Blue in quanto donna ventiquattrenne… altro che Fertility Day. Ma questa è un’altra storia! Torniamo a noi: come si è evoluta quindi la pubblicità? Abbastanza bene direi. Le pubblicità mi piacciono perché prevedono un livello di creatività “concentrato” che nel cinema non è indispensabile. Infatti una delle caratteristiche fondamentali di una pubblicità è proprio la brevità; si aggiunge inoltre il fatto che la pubblicità storicamente attinge e dipende dal cinema. Quindi brevità più cinema uguale…? CORTO, of course.
Le pubblicità audiovisive contemporanee, chiamiamole così anche se suona tanto tesi triennale in Scienze della comunicazione, sono di fatto veri e propri corti. Perlomeno quelle belle, quelle di cui si parla, quindi quelle che funzionano e fanno il loro dovere.
Una nota di merito indubbiamente va alle mitiche pubblicità dei profumi. Probabilmente sono le pubblicità in cui ci si può sbizzarrire di più vista la totale mancanza di senso nel pubblicizzare un’acquetta che non puoi annusare. E allora via a donne desnude e misteriose con gli occhi rivoltati, omini unti e bisunti in mezzo al mare cristallino eccetera eccetera. Sono le mie preferite, inutile negarlo.
Spike Jonze per Kenzo
A proposito di profumi… eccolo qui, il video ispiratore di questo articolo. E’ uscito da meno di un mese questo spot. Ed io lo amo, lo amo, LO AMO! Se non lo avete ancora fatto, guardatelo, ORA:
https://www.youtube.com/watch?v=ABz2m0olmPg
E’ pazzo, originale, assurdo. La protagonista è Margaret Qualley, figlia di Andie MacDowell e ballerina professionista, mentre la coreografia è firmata Ryan Heffington, lo stesso delle coreografo dei video di Sia (sì, quello con la ragazzina con la parrucca bionda un po’ inquietante che balla sulle note di “Chandelier”).
Vedeteci quello che vi pare in questo folle ballo, anche semplicemente il voler proporre qualcosa di diverso, di totalmente opposto alle figaccione con un metro e mezzo di gambe alla J’adooooorrre. A me sa di liberatorio: un ballo catartico.
Wes Anderson per Prada
Wes Anderson e Léa Seydoux: una piccola poesia. Questo delizioso spot traspira Wes Anderson da tutti i pori, a partire dalle sempre presenti simmetrie, ai colori, alle trovate vagamente cartoonesche, allo stile comico. E poi c’è Léa Seydoux con la frangetta che mangia dolciumi, cosa volere di più???
PS. Prada Candy è un profumo ripugnante, sembra di immergersi in un cupcake scaduto: non compratelo mai.
Woody Allen per la Coop
E già fa ridere così. Avete capito benissimo, QUELLA Coop. Quella sotto casa, “La Coop sei tu”. Questi spot sono una vera chicca, vedere per credere:
https://www.youtube.com/watch?v=EneqoO_XKMg
Nel 1992 Woody Allen diresse questi 5 spot con l’intento di mettere in risalto la genuinità dei prodotti a marchio Coop (parlo come le pubblicità, sigh). Quello che avete visto è il risultato: un misto di surrealismo e comicità al limite del grottesco. Ci piace!
Federico Fellini per Barilla
Fellini ebbe sempre un rapporto di odio-amore con la pubblicità. Alla fine cedette anche lui e se ne uscì con collaborazioni con Barilla e Campari. Non è il Fellini che tutti conosciamo e amiamo, ma la sua firma c’è e si vede: le fantastiche musiche, le atmosfere fumose, la signora bella e cotonata, dal sorriso esagerato e spaventoso.
David Lynch per Dior
Concludiamo in bellezza questa carrellata con il maestro Lynch. Qua in effetti ci troviamo davanti a un corto di 15 minuti, che tutto è meno che una pubblicità:
Stranissimo. Anche qui abbiamo una musa inconfondibile e bravissima, Marion Cotillard, in un sogno surreale, bello e terribile. Un Lynch brillante e visionario, come sempre del resto.