
Forrest Gump – Un film definitivo
Forrest Gump: senz’altro uno dei film migliori di sempre. Commuove, racconta come nessuno la storia americana contemporanea e lascia dei messaggi stupendi.
Come ti chiami?
Mi chiamo Forrest, Forrest Gump!
Allora, su le mani chi di voi ha già visto Forrest Gump…! Ok vedo un bel po’ di mani alzate! Benissimo, adesso la tiri giù chi di voi alla fine non ha pianto… sì ok, mi pare che nessuno l’abbia abbas… ehi, tu! Sì proprio tu! Hai abbassato la mano?! Davvero?! Tu non hai pianto alla fine di Forrest Gump?! …Aaaah ecco, allora da bravo, così, alzala… da bravo…
Per tutti coloro che, invece, non l’hanno ancora visto, sedetevi e mettetevi comodi figliuoli, sto per raccontarvi una storia…
Forrest Gump, dicevo, film del 1994, per la regia di Robert Zemeckis, trionfatore agli Oscar dello stesso anno, con ben 6 statuette (pure poche secondo me!), è senz’altro una delle più suggestive pellicole di tutti i tempi e se qualcuno affermasse che è proprio il miglior film di sempre credo che nessuno, per quanto in disaccordo, sarebbe in grado di rispondergli: ma che cazzo dici?
Il film, liberalmente ispirato all’omonimo romanzo di Winston Groom, ha una trama semplicemente geniale e narra di un uomo con uno sviluppo cognitivo evidentemente inferiore alla norma che, per una serie di incredibili coincidenze, si trova ad essere testimone, se non protagonista, di alcuni dei principali eventi della storia americana, nel corso della seconda metà del ventesimo secolo.
Forrest inizia a raccontare a varie persone che si alternano su una panchina la sua vita. Il suo cammino, benché attraversi vari continenti ed una serie di incredibili episodi, ha una costante: l’amore dolce e sincero per Jenny, la sua compagna di merende (scusate l’espressione poco felice), bambina con una situazione famigliare difficile che però durante l’infanzia decide di proteggere Forrest. La famiglia del giovane, infatti, è molto stabile ma la sua condizione non lo aiuta di certo a farsi degli amici, visto che i ragazzini del quartiere e della scuola lo maltrattano e lo isolano.
Io e Jenny siamo come il pane e il burro.
Il rapporto diretto con Jenny rappresenta l’inizio e la fine delle sue incredibili avventure. I due sono costretti a separarsi durante l’infanzia, andando via dalla loro dolce casa Alabama per motivi diversi e intraprendendo strade completamente opposte.
Forrest infatti, a cominciare dal college, finisce in un sacco di situazioni assurde e pericolose, tra cui spicca sicuramente il conflitto in Vietnam. Nelle peripezie di questo ragazzone possiamo però trovare richiami e citazioni a quasi tutta la storia e la cultura americana del periodo: abbiamo Elvis, a cui Forrest insegna a ballare inavvertitamente, l’ingresso dei neri nei college dell’Alabama, le rivolte studentesche, gli hippie, John Lennon, il caso Watergate e molto altro. Inoltre Forrest come compensazione del suo ritardo cognitivo dispone di eccezionali doti atletiche e diventa eroe di guerra, campione di football a livello universitario, campione di ping-pong, finendo anche a correre ininterrottamente per tutti gli Stati Uniti e diventando fonte d’ispirazione per la gente. Il tutto senza rendersi bene conto di cosa stia facendo e di cosa significhi tutto ciò.
Se andiamo a notare, Forrest riesce sempre ad uscire in maniera fantastica e vincente da tutti gli eventi in cui si ritrova coinvolto ed è necessario sottolineare come tutte queste svolte positive della sua vita siano proprio dovute alla sua ingenua bontà e alla sua particolare maniera di valutare le cose che gli accadono attorno. Il nostro protagonista agisce sempre cercando di fare ciò che è meglio per tutti, senza essere mosso da cattiveria o egoismo.
Il vero cambiamento nella vita di Forrest arriva quando, in onore dell’amico e commilitone scomparso Bubba, acquista una barca per gamberi che lo porterà piano piano, sempre senza rendersi conto di granché, a diventare ricchissimo. Grazie a questa impresa finirà anche col cambiare la vita ad un tenente mutilato e a una famiglia di colore.
E Jenny? Anche lei a suo modo si ritrova protagonista dell’evoluzione storica di un’America in piena fase di transizione, e attraversa, come Forrest, tutti gli eventi, gli aspetti e le contraddizioni di questo periodo, ma al contrario del suo amico la sua non sarà un’esperienza positiva.
I due si rincontreranno davvero alla fine, dopo essersi solo sfiorati varie volte, e per entrambi questo rappresenterà la fine del loro viaggio incredibile tra i tumulti degli Stati Uniti di quel tempo.
Il loro amore e loro affetto reciproco, così sinceri in mezzo a questo mare di guerre, rivolte e corruzione, in qualche modo trionferanno, anche se non sarà un lieto fine disneyano.
Un film sincero, mai noioso, bello, appassionante, critico e analizzatore. Un capolavoro che ci regala una morale semplice, mai banale e che arriva come un pugno allo stomaco di tutti. Questo pugno però, dopo averci colpito, ci regala anche una piuma leggiadra che svolazza.
Ora vado, scusate, devo comprarmi una tonnellata di Kleenex.