Oltre a essere un inguaribile nostalgico malato di un futebol d’altri tempi (vecchio cuore rossonero) e un cinefilo a tempo perso, fin da pargolo sbavavo dietro ai videogiochi. Qualsiasi genere eh, nessuna differenza. GameBoy, Nintendo 64, PlayStation… La croce del giocatore accanito me la porto ancora dietro fieramente alla tenera età di 23 anni. E sono una pippa in tutto, ovviamente.

Avendo vissuto in prima persona più ricambi generazionali di console e fruizioni video-ludiche, ho notato come con il passare degli anni i videogames abbiano provato ad avvicinarsi sempre più al mondo del Cinema e viceversa. Storie più complesse, cinematiche articolate e degne di registi di primissima fascia. Ovvio, non tutti i tipi di videogames si prestano a racconti adatti alla sala o capaci di lasciare a bocca aperta i neofiti; eppure i produttori, da tempo, sembrano non averla capita questa cosa… Cof cof, Assassin’s Creed cof cof. All’altra faccia della medaglia c’è Hardcore! del 2015: film sperimentale e adrenalinico, girato come un FPS (First Person Shooting) e che sembra uscito da un rapporto malato tra Call of Duty e Wolfenstein.

Il rischio più grosso però, quando si attinge da un materiale quasi sacro tipo quello video-ludico, è scatenare come cinghiali ingrifati le fanbase di mezzo mondo; pensiamo al film di Warcraft, un più che discreto fantasy massacrato senza pietà da critica, fan e puristi del gioco. Le storie e i videogames di cui oggi voglio andare a parlarvi per me potrebbero davvero essere l’anello mancante tra due mondi così vicini, ma che non si sono ancora uniti in un matrimonio perfetto.
The Order: 1886
Vediamo se siete sul pezzo: che manca nel panorama cinematografico odierno? Esatto, lo steampunk; magari un titolo che visivamente sappia togliere il fiato a chiunque. The Order: 1886 è quello di cui andiamo cercando: tolti tutti i difetti di un gioco che abusa di meccaniche molto ripetitive, qui siamo di fronte a un capolavoro visivo. Ambientato a Londra nel 1886, la città è invasa da mezzosangue (metà uomini e metà lupi) ed è nel pieno di una rivolta popolare antigovernativa (Brexit, is that U?). La storia ruota intorno a Greyson, membro dell’Ordine dei Cavalieri di sua maestà e invischiato in una rete di complotti e misteri.
Tra lotte aree a bordo di dirigibili, armi futuristiche e un design da urlo, qui abbiamo del materiale succoso e succulento su cui lavorare. Ma ve lo immaginate uno script così in mano e ridisegnato da Nolan? Magari incasinando la linea temporale, tipo The Prestige…
La saga di The Last of Us
Bomba, bomba, bomba. The Last of Us è tra i videogames più importanti della storia recente e uno dei più iconici di sempre, pochi cazzi. La storia di Joel ed Ellie la conosce qualsiasi gamer: un virus ha decimato la popolazione mondiale, trasformando parte di essa in Cliker (dei “non morti” ricoperti di spore); Joel è un contrabbandiere solitario, al quale viene chiesto di portare Ellie, una ragazzina identica ad Ellen Page, al centro operativo di un gruppo di ribelli chiamato “Le Luci”. Ad attenderli, un viaggio che cambierà per sempre la vita di entrambi.
Lo ammetto, sono stato molto vago per non incappare in prematuri spoiler: la trama di The Last of Us si presta davvero a un’infinità di letture in ottica sceneggiatura, merito di un mondo, quello creato da Neil Druckmann, stupendo e pieno di sottotrame accattivanti. Un’America desolata e in pasto a una natura e uomini pericolosi che tanto ricordano quella immaginata da Kirkman per The Walking Dead; parliamo di un videogame violento, catartico, commovente e infarcito di rimandi letterari e filmici. Io non sto più nella pelle per l’uscita del secondo capitolo su console e l’idea di vedere un film tratto da quel materiale mi esaltata.
James Mangold in qualche maniera ne aveva realizzato una sua versione con Logan (e questo vi fa capire il peso che il videogame ha avuto nell’epoca recente)… ma provate a chiudere gli occhi e immaginate un film diretto da John Hillcoat. Niente male eh?!
La saga di Read Dead Redemption
Ora il menù prevede un bel Western: una rarità tra i videogames di successo, ma la saga di Red Dead Redemption è una gemma imperdibile per chiunque a casa sia armato di console. A cavallo tra due epoche, negli anni del cambiamento, criminali e fuorilegge cercano sé stessi, vendetta e una via di fuga. Due protagonisti incredibili per due titoli enormi: John Marston e Arthur Morgan sono i membri della banda di Dutch, un leder carismatico e preoccupato per un futuro americano sempre più lanciato verso il progresso. Giochi capaci di fondere il role play (il giocatore sceglie se essere un criminale o un buono) a una storia senza precedenti.
Tra azione, scenari mozzafiato, tradimenti e rapine i due Red Dead, grazie a mondi aperti pieni di pericoli e personaggi indimenticabili, offrono una marea di linee narrative possibili per realizzare un moderno e iconico film Western. Parliamo di videogames profondi, di progetti impressionanti per il lavoro addietro (oltre che grafico e ludico) in fase di scrittura; ho ancora i brividi a pensare ai feels che questi mi hanno lasciato una volta arrivato alla fine.
Sarebbe un sogno per me godere di cotanta epica in sala; è chiedere troppo se a girarlo mettiamo Clint Eastwood… vero?
La saga di God of War
Se il nome Kratos non vi dice nulla, avete avuto un’infanzia tristissima. Partendo dagli inizi su PlayStation 3, fino all’ultimo capitolo girato (e girato non è un termine a caso) in piano-sequenza senza schermate di caricamento, God of War è potenzialmente il blockbuster definitivo. Un semidio che stempia e prende a spadate Zeus, Poseidone, l’Idra e divinità normanne non può essere passato inosservato a Hollywood in tutti questi anni.
Con il passare del tempo il gioco è divenuto sempre più maturo, visivamente e nei contenuti (GOW 4 è un percorso di crescita insieme al figlio) e la magia sta tutta nei combattimenti all’ultimo sangue; l’ironia e il killer instinct che contraddistinguono Kratos potrebbero quasi accostarlo a un Hellboy per intenderci. Incantesimi, lore e adesso sì epica vera e non di plastica alla 300 potrebbero mettere d’accordo Cinefili e videogiocatori.
Siccome per questo film ci sarà bisogno di un salvataggio in extremis dalle grinfie di registi tamarri come Zack Snyder, nella mia mente prende già forma un fantasy truculento diretto da Peter Jackson. Sì, sto volando.
Non mi resta che chiudere con una frase ad effetto: Let’s play this f***ing movies, guys!