Certe cose avrebbe senso finissero quando ancora sono all’apice. Che so, una storia d’amore prima che si trasformi nell’ennesimo matrimonio noioso e infelice, la pizza prima che si freddi, Game of Thrones prima di arrivare in fondo all’ottava e ultima stagione. QUATTROCENTOTRENTADUE minuti con cui ci hanno letteralmente ammorbato, uno stillicidio che manco il peggior film sperimentale franco-coreano, una profondità di trama e personaggi che al confronto la soap opera più becera diventa un elaborato lavoro da cinema d’avanguardia: se stavate pensando di investire un giorno di ferie per farvi la maratona, sappiate che sarebbe più piacevole passarlo dal dentista.
Però un merito ai tanto vituperati sceneggiatori David Benioff e D.B. Weiss bisogna riconoscerlo: se quasi tutti i protagonisti di Game of Thrones con il passare del tempo si sono appiattiti fino a trasformarsi in perfette comparse per Don Matteo, ce n’è uno che è rimasto innegabilmente, irriducibilmente e caparbiamente fedele a se stesso dal primo all’ultimo secondo. Signore e signori, ecco a voi Giovanni Neve, per gli amici Jon Snow: un capolavoro di inutilità, dabbenaggine e mancanza di iniziativa senza pari, il belloccio ma neppure così tanto che smette di essere intrigante appena passata la pubertà, una lampante metafora del declino del sedicente sesso forte. Mai personaggio nella storia della televisione è risultato più irritante, mai protagonista è stato meno azzeccato, mai uomo, per usare un francesismo, l’ha fatta scendere in modo tanto dirompente. Un’espressività pari solo alle vette recitative raggiunte da Stanis La Rochelle, ma se possibile con ancora meno verve.
Complice il tasso di noia estremo raggiunto con le ultime sei puntate di Game of Thrones, in quest’ultimo mese ho deciso di sacrificare le ore di sonno per cercare di ristabilire la mia pace interiore: ad ogni puntata di battaglie (poche) e stropicciamenti (ancora meno), facevo seguire la visione dell’unica serie che vi manderà sempre a letto con il sorriso sulle labbra: cosa se non La famiglia Griffin? E sarà stato il poco riposo, sarà stato il mix inconsueto di castelli medievali e villette americane, sarà che in una i draghi erano solo dei giocattoli e nell’altra parte integrante, e insopportabile, della storia, fatto sta che nella mia mente ha iniziato a insinuarsi un dubbio tanto improbabile quanto persistente: con una pistola alla tempia, se proprio dovessi scegliere, preferirei uscire con Jon Snow o con Peter Griffin? Ebbene, giunta alla fine dell’ultima puntata di Game of Thrones ogni remora è svanita: ma con Peter, che domande. Ho sempre avuto gusti poco convenzionali in fatto di uomini, quindi capisco che una simile scelta possa destare qualche perplessità: non tanto il silurare Giovannino, cosa che qualsiasi donna dotata di senno farebbe all’istante, ma l’accompagnarsi al caro Peter, che oltre a non essere un adone non brilla per doti intellettive. Ecco quindi un breve decalogo esplicativo per farvi scoprire che al cavaliere senza macchia, senza paura e senza midollo è quasi sempre preferibile l’omuncolo della porta accanto. Ah, da qui in avanti potrebbe essere spoiler alert, ma in fondo con un bel riassunto ci guadagnereste quasi otto ore di vita.
Il primo appuntamento
Probabilmente quello con Peter Griffin non sarà l’appuntamento dei sogni: hot dog, birretta e qualche cosaccia in macchina, se nel frattempo non vi siete troppo appesantiti. Ma provate per un secondo a immaginare cosa potrebbe essere quello con l’eroe di Game of Thrones: vi costringerebbe a esplorare i boschi a cavallo di un drago, vi porterebbe in pellegrinaggio sulle tombe di svariati cari estinti, e probabilmente farebbe pure un po’ freddo. Un mix raccapricciante fra Gardaland e la visita al cimitero con la nonna, senza neppure le caramelle alla fine. Con Peter avrete quantomeno una certezza: mangerete junk food e non dovrete pagarlo. Per quanto male possa andare la serata, avrete la certezza di tornare a casa, e di tornarci soddisfatte, perlomeno alla latitudine dello stomaco.
La cena romantica
Facilissimo: Peter Griffin organizzerà un barbecue con gli amici con fiumi di alcool, quintali di salsicce e il rischio concreto di un incendio. Jon Snow vi porterà nel ristorantino fighetto di nouvelle cuisine vegana solo per darsi un tono, anche se preferirebbe di gran lunga spiaggiarsi alla grigliata di cui sopra. Ora, volete mettere l’equivalente di una sagra di paese con una quaresima, però vestiti eleganti? A questo punto meglio un bel matrimonio in rosso, ché almeno non ci si annoia, e prima che giunga la vostra ultima ora avrete almeno mangiato qualcosa.
Il cinemino
Come sopra: Peter vi porterà a vedere l’ultimo Sharknado annegando nei pop-corn e facendovi ridere fino alle lacrime, poco importa se di lui; Jon metterà su il broncetto d’ordinanza e si/vi trascinerà ad una rassegna di cinema indipendente ungherese nello scantinato di un appartamento in periferia, sognando di essere nel multisala dove danno Sharknado. E se oserete ridere di lui il broncetto aumenterà.
Le cose che si fanno passata la fascia protetta
Lois Griffin dopo decenni con lo stesso uomo non sente il bisogno di andare dallo psicanalista, non le è mai saltato in mente di tradirlo e non mostra segni di invecchiamento. Daenerys Targaryen neanche il tempo di un bacio e si trasforma in una psicopatica sanguinaria con manie di persecuzione. Ancora dubbi su chi sia il vero cavaliere sotto le coperte?
L’animale da compagnia
Il protagonista di Game of Thrones ha un metalupo bianchissimo, bellissimo e noiosissimo, proprio come il suo padrone, e che porta il frizzante nome di Spettro. Peter Griffin ha Brian, un cane pure bianco, ma dotato di parola, che passa il tempo a bere, fumare e leggere i grandi classici della letteratura, un dandy a quattro zampe in poche parole. Con chi preferireste passare due ore al parco?
Il look
Che si tratti di una mattina in ufficio, del matrimonio del suo migliore amico o della bevuta all’Ostrica Ubriaca, Peter indosserà sempre e immancabilmente un paio di pantaloni verdi e una camicia bianca. Nulla di originale, certo, ma provateci voi ad andare in giro con uno che sembra uscito da un incrocio fra un rapper e l’ultima sfilata (da donna) di D&G, e che per giunta si ostina a tenere i capelli lunghi e a farsi il codino fuori tempo massimo.
Le vacanze
Peter Griffin è il tipico che vi proporrà Ibiza ad ogni estate. Che non sarà la meta della vita, ma se detestate andare in discoteca potrete sempre rintanarvi in spiaggia con un libro, e viceversa. Jon Snow vi porterà alla barriera: niente balli, niente mare e i libri sarete costretti a bruciarli per tentare di scaldarvi.
La nemesi
Quella del mito di Game of Thrones è Daenerys, una biondona con l’aria perennemente stupita e pochissimo senso dell’umorismo. Quella di Peter è un pollo gigante super cattivo. Nulla da aggiungere.
La famigghia
Peter Griffin: figlio unico salvo qualche sporadica e ininfluente apparizione, il padre è un irlandese simpaticamente alcolizzato, la madre una che nel maldestro tentativo di abortire è riuscita a dare alla creatura anche qualche tocco messicano. Jon Snow: ha un fratello innegabilmente più bello con cui farete il paragone ogni singolo giorno della vostra vita, un altro che riuscirebbe a stare antipatico pure a sua nonna e che non sa fare altro che roteare gli occhi all’indietro, una sorella piacevole quanto Britney Spears da sobria e un’altra che nel migliore dei casi vi infilzerà nel sonno. La matrigna lo odia, il suo vero padre era amorevolmente soprannominato “il re folle”. Con chi preferireste passare il pranzo di Natale?
Finché morte non ci separi
La bella Ygritte viene uccisa in battaglia da un fan di Jon Snow, mentre a Daenerys va un po’ peggio: ci pensa direttamente lui a infilarle un pugnale nella pancia – probabilmente l’unica azione degna di nota della sua vita, e per giunta pure banale. Lois Griffin viene costantemente venerata dal marito, seppure in modo un po’ maldestro, e dà alla luce quel capolavoro di genio e malvagità di Stewie. Jon Snow dopo decenni di peripezie viene inviato oltre la barriera, Peter ha una casa di proprietà con giardino – per carità, nella profonda provincia americana, ma almeno si riesce ad arrivare a New York in macchina.
Avete ancora dubbi su come preferite passare il resto della vostra vita?