Non sono molti i registi con una produzione tale da permettersi una classifica del genere. Tanti hanno provato a fare questo esercizio di prostituzione intellettuale. Non potevamo quindi esimerci da provarlo anche noi (togliete intellettuale, ndr). Ecco la top 10 dei film di Woody Allen.
Oggi ho deciso di volermi proprio male. Ma male, male, male. Conosco diversi appassionati di Woody Allen e tutti hanno un’idea diversa su quale sia il meglio della sua produzione. Ho letto diversi articoli a riguardo e pochissimi sono i punti di accordo anche tra gli esponenti della “critica ufficiale”. ‘nsomma, con una produzione così vasta, e per lo più di successo, è quasi impossibile mettere d’accordo tutti. Infatti verrò radiato da questo sito per i troppi insulti ricevuti.
Di Woody si è detto molto, ultimamente anche in giornali poco cinematografici. Del suo stile si è scritto ancora di più, anche su questo sito (più volte). Non mi dilungo, ma voglio dare un paio di certezze: è unico e inimitabile, ha un linguaggio totalmente suo, non è per tutti, ma tutti dovrebbero vederlo.
Cosa rende il mio articolo più meritevole degli altri di avere una valenza? Nulla, è essenzialmente la mia opinione, però con l’aggiunta di un piccolo tentativo di “doppio filtro“. Il primo filtro è quello dell’importanza dei film in questione. Ho cercato, nel dubbio, di dare precedenza ai film di Allen considerati universalmente importanti.
Il secondo filtro, e più importante, è quello della “alta digeribilità”. Ho cercato di immaginarti, lettore di questo articolo, come uno che non abbia mai visto un suo film. La scelta di ogni componente della playlist deve essere quindi penzolante tra rilevanza del film e facilità per lo spettatore di trovare in esso un pretesto per cominciare ad approfondire questa splendida filmografia.
Ogni punto sarà introdotto dalla trama raccontata velocemente e male, perché altrimenti l’articolo viene troppo lungo, io non ho tutto sto tempo, voi nemmeno, e tanto quello che conta è ben altro. Troverete poi, come chiosa, una citazione del film, che è sempre un’ottima cartina di tornasole del Woody Allen regista stesso.
Few other honorable mentions.
È stato durissimo fare questa selezione. Ho sofferto molto, ve lo giuro. Almeno altri 5/6 film sono entrati nella mia top 10 mentale per un fugace momento. Così, anche per evitarmi la gogna pubblica, premetto una classifica dei 10 titoli che avrebbero quasi potuto stare in questo decalogo e che entrano di diritto almeno nella top 20:
- 20) Prendi i soldi e scappa (Take the Money and Run) (1969)
- 19) Criminali da strapazzo (Small Time Crooks) (2000)
- 18) Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso* (*ma non avete mai osato chiedere) (Everything You Always Wanted to Know About Sex* (*But Were Afraid to Ask) (1972)
- 17) Blue Jasmine (2013)
- 16) Match Point (2005)
- 15) Tutti dicono I Love You (Everyone Says I Love You) (1996)
- 14) Vicky Cristina Barcelona (2008)
- 13) La maledizione dello scorpione di giada (The Curse of the Jade Scorpion) (2001)
- 12) Misterioso omicidio a Manhattan (Manhattan Murder Mystery) (1993)
- 11) Crimini e misfatti (Crimes and Misdemeanors) (1989)
Sento già in lontananza il mugugno spinto di chi ha visto qualche nome che avrebbe voluto vedere più in basso. Non fa niente, perché noi andiamo dritti come un fuso, il rumore dei nemici ci carica ancora di più. Noi andiamo senza indugio con la top 10 dei film di Woody Allen:
10 – Scoop (2006)
Una giornalista in erba (Scarlett Johansson) e un mago da quattro soldi (Woody) cercano di accusare di plurimo omicidio un signorotto belloccio (Hugh Jackman) su suggerimento di un fantasma. Lei si innamora di lui e Woody si agita.
All’ultimo posto della playlist ho messo forse il meno celebrato della trilogia di pellicole dei primi anni 2000 che ha rilanciato la carriera del nostro Woody: Match Point (2005) – Scoop (2006) – Vicky Cristina Barcelona (2008), tutti con la Johansson, tutti e tre ad “alta digeribilità” per gli utenti non già alleniani. Molti vedono un punto di forza negli altri due: il fatto di essere due opere che si distaccano molto dai soliti film del regista newyorchese. È un fatto verissimo, sono film fantastici, ma manca qualcosa secondo me. Manca lui.
La brillante comicità di Scoop, portata sia dal copione, sia dalla presenza del nostro ebreo nevrotico preferito, un tempo fissa in ogni film, riprende molto la fase ironica e sferzante del regista delle vecchie pellicole e lo rende irresistibile.
Io di nascita sono di confessione ebraica, poi mi sono convertito al narcisismo.
9 – Il dittatore dello stato libero di Bananas (Bananas) (1971)
Uno sfigato (Woody) per fare colpo su una pseudointellettuale diventa un rivoluzionario temutissimo. Rimane comunque uno sfigato.
Un punto di passaggio. Dal primissimo Woody della comicità slapstick alla ricchezza verbale che caratterizzerà Allen all’apice della sua carriera. Nonsense, battute taglienti, ma anche gag classiche in questo fine dileggio di un certo tipo di politica e di retorica rivoluzionaria. A tratti veramente geniale.
Nancy: Sei immaturo, Phil!
Fielding: Immaturo?
Nancy: Emotivamente, sessualmente e mentalmente.
Fielding: Sì, ma tutto il resto?
8 – Harry a pezzi (Deconstructing Harry) (1997)
Uno scrittore senza idee (Woody) deve ritirare un premio. Incontra gente, tra cui satana.
Avete letto alcuni dei romanzi di Philip Roth? Quelli dove c’è lui che si lamenta del giudaismo, che è in rotta con la famiglia, è intelligente e lo sa fin troppo, ha la mania delle donne e se ne circonda a patto che siano abbastanza stupide da stupirle con citazioni di libri?
Ecco, questo è Woody All Harry a pezzi. Per il resto divertente, dissacrante, da vedere.
Passiamo oltre.
Sì, non c’è niente di male nella scienza. Sai, io tra l’aria condizionata e il papa, scelgo l’aria condizionata.
7 – Provaci ancora, Sam (Play It Again, Sam) (1972)
Uno sfigato tremolante ha problemi a conquistare le donne. Lo aiutano a sbloccarsi il suo migliore amico, la sua ragazza e un tizio in soprabito che non mi è nuovo.
Unico film non girato direttamente da Woody. Universalmente riconosciuto come uno dei suoi capolavori. Battute al napalm, al vetriolo, un personaggio in cui tutti i timidi del mondo non possono non ritrovarsi e una serie di trovate sceniche pazzesche. Lo spirito di Humphrey Bogart fa da patronus per le conquiste amorose del protagonista Sam. Citazionismo geniale e senza precedenti. Un capolavoro.
Sam: Che fa sabato sera?
Ragazza al Museo: Occupata, devo suicidarmi.
Sam: Allora facciamo venerdì sera?
6 – Midnight in Paris (2011)
Uno scrittore sfigato (Wood… Owen Wilson) sta a Parigi a prendersi la pioggia e a farsi stroncare dalla fidanzata stronza. Per consolarsi si sbronza con Ernest Hemingway e altri simpaticoni.
Qua sento i Buuuuuuu (o i Buuuuurns) di molti di voi. In Midnight in Paris l’alta digeribilità è assicurata al 100%. Molti fan storcono però il naso per questa deriva più commerciale che hanno preso i film di Allen. Posso comprenderli, soprattutto per molti dei successivi. Non ha, in effetti, molto in comune con la tipica esplosività filosofica e lessicale delle sue opere. Trovo quantunque che, se questo film non vi piace, è solo perché volete che sia brutto. Volete che sia brutto perché è patinato e cerca la lacrima facile di tutti i nostalgici/romantici del mondo e perché è un film maledettamente furbo.
Però mi spiace, io VORREI andare a una festa con F.S. Fitzgerald, Modigliani e Dalì. Io vorrei il Jazz, il Gin e le giacche di tweed. Io lo voglio.
Parigi è più bella sotto la pioggia.
5 – Manhattan (1979)

Avete presente le cartoline 3D che quando le sposti si muovono? Ecco, la prima è stata di New York e l’ha girata Woody Allen. Ah no, aspetta, infatti è un film.
Questo penso sia l’emblema di quello che dicevo prima, parlando di filtro di importanza. Non esiste una top 10 di Allen senza la poesia su pellicola di Manhattan. Bianco e nero, musica jazz, inquadrature sognanti, battute e un amore romantico alla Woody. Il suo tributo alla città che ama e che, anche grazie a film come questo, è passata da città del degrado mondiale a catalizzatrice del fascino che l’urbano può possedere.
Ma sai che conosci un sacco di geni? Frequenta qualche cretino, ogni tanto; potrai imparare qualcosa.
4 – Basta che funzioni (Whatever Works) (2009)
Un fisico ex quasi-premio nobel depresso vomita cinismo. Trova l’amore, ma questi gli dà altri pretesti per il suo cinismo.
La cosa che rende questa pellicola unica nella produzione di Allen è che la scrittura del copione è del 1977, ma il film, per vari problemi, viene prodotto 30 anni dopo. Pellicola anacronistica? Tutt’altro. Ne esce un film emblema della mancanza di senso della nostra vita, del nostro contemporaneo dovere di continuare a cercarne uno e dell’attualità totale della filosofia di Allen. Il protagonista Boris forse è il miglior personaggio di tutte le pellicole di Woody. Un film che parla direttamente al pubblico, letteralmente, con monologhi geniali.
Il genere umano? Hanno dovuto installare toilette automatiche nei bagni pubblici, perché non c’era da fidarsi che la gente tirasse la catena
3 – Amore e guerra (Love and Death) (1975)
Guerra e pace di Tolstoj. E Dostoevskij, Schopenhauer, Tommaso d’Aquino e un sacco di altri filosofi con cui si pensa tanto. Però si ride ogni due secondi.
Il film del salto di qualità. Il primo in cui l’intero focus è posto sulla profondità, mascherata da tagliente e buffa comicità, dei dialoghi, e non più dal riso in senso stretto. È la pellicola dove si capisce perché non stiamo parlando solo di un comico, ma di una forma di clown avanzata che riesce a sintetizzare l’inquietudine esistenziale, la paura della morte, il rapporto con le donne e con la società in un turbinio di scempiaggini sul sesso.
Sonja: Io credo… di essere mezza santa e mezza vacca.
Boris: Scelgo la metà che dà il latte.
2 – Hannah e le sue sorelle (Hannah and Her Sisters) (1986)
Una sorella è troppo buona. La seconda “cornuta la fece”. La terza le spreca i soldi. Sullo sfondo Woody Allen trema, balbetta e ci spiega perché siamo meschini, senza direzione e depressi.
Come ho già spiegato recentemente, questo è il film simbolo di cosa Allen tenta di fare con la sua nevrotica retorica: farci vedere quanto miserabile è la nostra vita e provare a trovare una soluzione, sapendo già di fallire. Come fa? Semplice: entra dentro il film e ce lo illustra.
E Nietzsche, con la sua teoria dell’eterno ritorno. Diceva che la vita che noi viviamo la vivremo ancora, ancora e ancora, e esattamente nello stesso modo per l’eternità. Splendido! Questo significa che io dovrò vedere ancora Holiday on Ice.
1 – Io e Annie (Annie Hall) (1977)
Due si conoscono, si amano, si lasciano. E non spoilero nulla.
Scelta banale. Scontata. Scelta trita e ritrita. Priva di personalità.
Ma, che volete, sono un nostalgico forte, fortissimo. Come descritto benissimo dalla nostra Lucia, questo non è solo un film, ma un amico, una persona a cui vuoi bene, una di quelle che chiami al telefono quando hai bisogno di essere consolato. La comicità di Woody è al suo massimo, le sue idee di esposizione narrativa (vedi i suoi monologhi al pubblico) anticipano di vent’anni un certo linguaggio cinematografico e Diane Keaton è da sposare.
A tutto ciò si aggiunge una componente umana e affettiva che esce dallo schermo a grandi onde, come una schiuma di cappuccino che si gonfia da una tazza. Si è detto tanto di questo film e non voglio aggiungere molto. Alla fine sono solo Woody Allen e Diane Keaton che vivono la storia che tutti vorrebbero vivere, però dentro uno schermo. Un reality show intimo e viscerale, non trucido e ruttato come un GF qualunque, ma brillante e luccicoso.

Dopodiché si fece molto tardi, dovevamo scappare tutti e due. Ma era stato grandioso rivedere Annie, no? Mi resi conto che donna fantastica era… e di quanto fosse divertente solo conoscerla. E io pensai a… quella vecchia barzelletta, sapete… Quella dove uno va dallo psichiatra e dice: “Dottore mio fratello è pazzo, crede di essere una gallina”, e il dottore gli dice: “perché non lo interna?”, e quello risponde: “e poi a me le uova chi me le fa?”. Be’, credo che corrisponda molto a quello che penso io dei rapporti uomo-donna. E cioè che sono assolutamente irrazionali, ehm… e pazzi. E assurdi, e… Ma credo che continuino perché la maggior parte di noi ha bisogno di uova.