
Il gobbo di Notre Dame: amore e peccato
Ogni tanto quando scrivo recensioni mi si impalla il cervello e non so bene di cosa scrivere. Rimango nell’indecisione e poi uso la strategia del “tornare alle origini”. Quindi volevo dissertare con voi di un grande classico della mia infanzia, Il gobbo di Notre Dame.
Lussuria, rabbia e traumi
Una premessa: all’epoca in cui questo fantastico cartone uscì al cinema avevo tipo sei anni. Qualche anno dopo trovai una bancarella di libri usati e mi misi a leggere Notre Dame de Paris di Victor Hugo, da cui è tratto il film. Minchia, ragazzi, uno dei libri più cupi e tristi mai letti. Bellissimo eh… ma continuo a chiedermi come la Disney abbia affrontato tutto il casino di portare delle tematiche del genere sul grande schermo. Ok, babbo Disney non ci ha mai risparmiato un trauma (mamma di Bambi, morte di Mufasa, Chernobog in pimpinella sul Monte a fare messe sataniche), ma qui siamo su un altro livello.
La trama la conosciamo tutti: il ventenne Quasimodo è segregato dal giudice Frollo, che lo ha cresciuto, nella cattedrale di Notre Dame. Quasimodo diventa amico della zingara Esmeralda e combatte con lei e il capitano Febo per liberare gli zingari della città, catturati dal perfido giudice. Questo in parole povere.
Il fatto è che la storia tocca degli argomenti che erano piuttosto “scomodi” da portare sullo schermo per la visione di molti minori. C’è l’infanticidio, l’espiazione, il peccato, la lussuria, la deformità.
Madonna, c’è perfino la friendzone! Guardate che la friendzone nella Disney è roba turpe.
Credo che sia uno di quei cartoni che apprezzi sempre di più a mano a mano che cresci. Vederlo da bambina fu un sogno, una delizia per gli occhi e per le orecchie, ma ovviamente c’erano alcune cose che rimanevano un po’ in sospeso. Solo dopo qualche anno (anche tanti magari) si comprende a pieno tutta una serie di emozioni e sentimenti nascosti nel film.
(Occhio, ci sono megaspoiler).

Come parlare del peccato senza parlarne
Ovviamente in tutto questo c’è sempre chi rompe le palle, e i discendenti di Hugo e alcuni critici si scagliarono contro la Disney per la loro versione “troppo differente e censurata del romanzo”.
Ma seri? Stiamo parlando di un libro meraviglioso, ma che ha una storia deprimente come poche. Quasimodo non solo è gobbo ma è pure sordo, Frollo è consumato dalla passione e dalla lussuria e confonde il tutto con l’opera del Demonio e il peccato, Febo è un cretino che ragiona con lo sbarabau ed Esmeralda è talmente ingenua e immatura che crepa malissimo. In diversi passaggi del libro Frollo è talmente pazzo e lussurioso che tenta più volte di saltare addosso a Esmeralda. E comunque crepano tutti. Secondo me non era tanto il caso di presentare queste immagini in scioltezza a un pubblico di seienni.
Personalmente credo invece che il punto forte di questo film sia stato toccare tematiche pesantucce schivando il rischio di cadere nel macabro e nel morboso. Stiamo parlando in fondo di tre uomini in preda alla passione per la stessa donna, e l’unico che la ama con un cuore gentile è proprio il “mostro” di Notre Dame. Mica pizza e fichi.
Comunque la Disney sa quello che fa, e mette insieme un filmone cupo e gotico, ma senza accanirsi sui sentimenti negativi. Non mancano alcune scene un pochino forti, ma di sicuro la lussuria è più suggerita che mostrata. L’idea geniale è stata quella di creare tre personaggi come Victor, Hugo e Laverne (ah, le citazioni della Disney, quanto godo). Sono loro, insieme a Djali la capretta, a creare una giusta dose di umorismo che risolleva gli animi.
Il peccato di Frollo
Maaa… io adoro i cattivi e qui abbiamo forse il cattivo più malvagio della Disney. Claude Frollo nel libro è un arcidiacono con una sete di conoscenza sproposita, un uomo di grande cultura e logica scientifica, sempre freddamente distante dal peccato in ogni sua colpa. L’unica persona per cui prova affetto è il fratello più piccolo, un delinquente che passa il tempo tra risse e prostitute. Frollo accetta di prendere il piccolo Quasimodo e di crescerlo, come “voto” per espiare i peccati commessi dal fratello. Frollo quindi non nasce malvagio, ma lo diventa nel corso della storia. Ci sono anche alcuni indizi che mi farebbero pensare che il suo amore per Esmeralda nasca come amore sano, ma è proprio lui a deviarlo e a trasformarlo in un peccato inaccettabile, ritenendo la ragazza uno strumento del demonio. Non posso nemmeno nascondere che in alcuni momenti la debolezza e la passione smodata di Frollo faccia un po’ compassione, visto il suo sogno segreto di non essere un prete per poter sposare la zingara.
Ovviamente tutto questo casino morale e ormonale non poteva essere messo in disegni in modo aperto, ma gli sceneggiatori furono abili nel creare un Frollo animato un po’ diverso in alcune cose, ma tormentato e malvagio come l’originale. A differenza del libro, nel cartone Frollo è un giudice, quindi c’era un’ottima scusa per spiegare l’odio del personaggio verso gli zingari in toto, non solo verso Esmeralda. Mi dispiace un po’ che alcuni tratti più “umani” di Frollo si siano persi nella versione animata, ma era naturale che accadesse. Frollo è un personaggio con un tale bagaglio di emozioni che ci sarebbe voluto un film a parte. Comunque il risultato è ottimo, e una delle sequenze più forti del film è sicuramente la canzone rabbiosa e disperata del giudice che vede Esmeralda tra le fiamme del caminetto. È uno dei momenti più cupi della produzione della Disney in generale, dove sentiamo forte il richiamo del peccato e del giudizio morale, dove la fede diventa bigottismo fanatico e perverso, che sfocia nell’isteria di massa.
Quindi ragazzi, riguardatevi questo grande classico e magari avvicinatevi anche al romanzo perché merita.
E fate anche un giochino: trovate Belle, Pumbaa e altri personaggi della Disney nascosti nella folla di Parigi in diverse scene del film!