Serie TV

Godless: una terra senza Dio governata dalle donne

Godless è la nuova imperdibile serie tv di Netflix, per gli amanti del western e non solo.

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Cosa succede quando un fuorilegge si rifugia in un villaggio del Vecchio West abitato da sole donne, e lì viene inseguito dalla sua banda di disgraziati? Succede che avete davanti Godless, l’ultima uscita Netflix che mi sono divorata questa settimana. Sono sette episodi, di un’oretta ciascuno, per una stagione autoconclusiva ideata da Steven Soderbergh e Scott Frank.

Scordatevi i prodotti Netflix un po’ deludenti come Iron Fist e The Defenders, scordatevi anche il western fantascientifico di Westworld – che pure aveva fatto tornare in auge l’ambientazione. Con Godless ci troviamo davanti una miniserie sul vero Far West, sporco, polveroso e sanguinario. Senza Dio (godless appunto) è la terra in cui i protagonisti si sono ritrovati, volenti o nolenti, a fronteggiare il loro personale destino.

godlessRoy Goode (Jack O’Connell), figlio adottivo del bandito Frank Griffin (Jeff Daniels), ha tradito i suoi ed è scappato carico di banconote dopo una folle sparatoria. Si è rifugiato, ferito, nel fienile di Alice Fletcher (Michelle Dockery), abitante della cittadina di La Belle, la cui particolarità è di essere popolata quasi interamente da sole donne. Tutti gli uomini sono morti poco tempo prima in un incidente nella vicina miniera, e ora le vedove conducono la loro vita senza mariti. La prostituta è diventata maestra, dato che del suo mestiere non c’era più bisogno, e tutte si sono improvvisate falegnami e carpentieri per erigere la nuova chiesa.

Roy però non sembra essere lo spietato bandito di cui i giornali raccontano: è buono con il figlio di Alice, e con lei, è educato e restio a usare la violenza in generale. Com’è possibile che lui sia la stessa persona di cui si parla? Cos’è successo realmente con Griffin? Contemporaneamente altre storie confluiscono in questa: quella dello sceriffo Bill McNue (Scott McNairy) che sta lentamente perdendo la vista e nonostante l’handicap ha deciso di andare a cercare i banditi da solo per tornare vittorioso nel suo paese, dove tutte lo credono un codardo. O quella di sua sorella Mary Agnes (Merritt Wever), molto più tosta di lui, che si occupa dei suoi figli nonostante le apparenze ben poco materne e inizia una romanticissima relazione con la maestra dei bambini. O ancora, quella della compagnia mineraria Quicksilver che vuole comprare la vicina miniera ad un prezzo stracciato: in cambio offrirà alla cittadina… nuovi uomini, pronti a lavorare in città e a confortare le donne sole.

Frank Griffin, intanto, sta seguendo le tracce di Roy, per riprendersi ciò che gli è stato strappato, e le loro strade finiranno per incrociarsi proprio a La Belle.

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Questa è la trama di Godless, e non vi svelerò altro, ma già da questi intrecci si può capire come ci si trovi di fronte a un western vecchio stile, più vicino ai grandi classici di Sergio Leone per intenderci, che a nient’altro che sia stato prodotto in tempi moderni. È nudo e crudo, i dialoghi sono asciutti come la polvere del New Mexico, ma densi e carichi come gli sguardi dei protagonisti.

Ciascuno di loro rappresenta a suo modo uno stereotipo western ma ne rivoluziona anche le caratteristiche fondamentali: lo sceriffo, il bandito, la donzella… c’è tutto in Godless, ma ognuno di loro ha una svolta originale. Anche il finale, che ovviamente non rivelo, sebbene esploda con il più classico dei combattimenti ha ben più di un dettaglio che lo rendono unico nel suo genere. Alice Fletcher è La Donna, ma è anche temuta perché al seguito ha un figlio mezzo indiano e sembra che abbia portato sventura sull’intera città. Bill McNue è Lo Sceriffo, ma è così miope da non vedere i cavalli davanti a sé e ben più coraggioso di lui è il giovane vice Whitey Whinn. Griffin è Il Bandito, che pure ha una storia alle spalle in grado di definire diversamente i suoi tratti spietati. E Mary Agnes dal canto suo… beh, lei è fuori da ogni canone, e lo si capisce fin dall’inizio dalla sua decisione di indossare gli abiti del marito morto. Pantaloni, camicia, bretelle e cappello, oltre che un fucile mica da ridere.

godlessSono le donne a dettare legge, a La Belle, e sono le donne a rubare la scena in Godless, nonostante la storia comprenda uomini dai contorni decisamente meno definiti. Le donne, in quanto tali, sole in un paese dimenticato da Dio, hanno dovuto darsi da fare e formarsi in maniera molto più determinata degli uomini, che invece vagabondano senza meta, o in cerca di una redenzione che forse non riusciranno a trovare.

La fotografia crepuscolare, i colori desertici (che si desaturano quando vengono illustrati i flashbacks) e i dialoghi profondi e intimi piaceranno sicuramente agli amanti dei grandi classici western; ma Godless è una miniserie che può trovare fan anche tra le fila dei non appassionati del genere. I personaggi sono straordinari, originali e il piccolo formato della serie non rischia di annoiare.

Per non parlare del fatto che, nonostante l’ambientazione “vintage”, Godless riesca a parlare in maniera schietta di un tema molto moderno (e decisamente attuale, dato il periodo post – Weinstein): il ruolo delle donne in una società di maschi, in cui non si può fare nulla senza essere giudicate, dagli uomini o dalle stesse donne. Ma le denunce di Godless non si fermano al femminismo duro e puro, ce ne sono ben altre. Basta fermare un po’ più a lungo lo sguardo su quei tempi terribili che, anche se con meno cappelli a falda larga, ricordano da vicino il presente.

Giulia Cipollina

28 anni, laureata, lavoro in un negozio di ottica e fotografia. Come se già non bastasse essere nerd: leggo tanto, ascolto un sacco di musica e guardo ancora più film - ma almeno gli occhiali per guardare da vicino posso farmeli gratis.
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