Film

Godzilla vs. Kong: caro Adam Wingard, ti perdono Death Note

Classificazione: 3 su 5.

Dove eravamo rimasti con il Monterverse? Ah sì, a Godzilla II – King of the Monsters. Un film che sulla carta si proponeva di essere il miglior omaggio possibile ai kaiju movie giapponesi a cui si ispirava, salvo poi perdersi in svolte di trama stupide, personaggi ancora più idioti e scene d’azione stordenti e confusionarie.

Va da sé che per il capitolo successivo, Godzilla vs Kong, nutrivo un mix di curiosità e preoccupazione. Specie perché in cabina di regia stavolta avremmo visto Adam Wingard. Uno che è stato capace di regalarci piccole perle come You’re Next e The Guest prima di imboscarsi in quell’insulto alla cultura giapponese (e all’intelligenza umana) che è il Death Note di Netflix.

Adam Wingard
“Mamma mia, la monnezza che ho fatto!” (cit.)

Aggiungiamo pure il fatto che l’uscita è stata rimandata più e più volte (oltre che per il Covid) per aver tempo di effettuare tagli e reshoot, inevitabile reazione alle critiche negative di King of the Monsters. Capirete che le premesse non erano ottime. Sarebbe stato un vero peccato se l’attesissimo crossover tra i due mostri giganti più famosi della storia del cinema si fosse rivelato un fiasco. Invece devo dire che, al netto di qualche difetto, Godzilla vs Kong è tutto ciò che un fan dei kaiju movie può desiderare.

Godzilla vs Kong
Sette anni di attesa per vedere questo momento. Ne è valsa la pena? Ca**o, sì!

Il quarto lungometraggio del Monsterverse inizia con Godzilla che, senza alcuna ragione apparente, attacca un sito industriale in Florida. Mentre il mondo si domanda cosa abbia spinto a tale follia quello che un tempo era considerato il protettore dell’umanità, una squadra di scienziati decide di portare via Kong da Skull Island e usarlo come “guida” per una spedizione nella Terra Cava. Peccato che due Alpha non possano coesistere, perciò il lucertolone e la scimmia gigante finiranno inevitabilmente per darsi battaglia. Ma una terza minaccia incombe nell’ombra…

Mechagodzilla
C’è pure Mechagodzilla, che volete di più?

È bene chiarirlo subito: la sceneggiatura non è il punto forte di questo film. Anzi, se stiamo a vedere, Godzilla vs Kong potrebbe essere la pellicola più stupida della saga. Per dire, ad un certo punto la storia prevede che i protagonisti scendano con delle astronavi al centro della Terra (che pare uscito da un libro di Jules Verne) per cercare una fonte d’energia che, una volta trovata, viene letteralmente “copia-incollata” in superficie da un ragno robot della Boston Dynamics. Non il massimo della plausibilità, per usare un eufemismo.

Alexander Skarsgard
Lui è stato Tarzan, quindi di scimmie se ne intende.

Inoltre il film prosegue la tradizione del Monsterverse del non sapere che farsene dei personaggi umani. Se il “Team Kong” (formato da Alexander Skarsgård, Rebecca Hall, Eiza Gonzàles e la giovane attrice sordomuta Kaylee Hottle), pur non avendo una caratterizzazione impeccabile, è tutto sommato funzionale alla trama, il “Team Godzilla” (Millie Bobby Brown, Julian Dennison e Brian Tyree Henry) gira a vuoto per gran parte del film, fornendo giusto un paio di spiegoni per giustificare la propria presenza.

Julian Dennyson, Millie Bobby Brown, Brian Tyree Henry
L’inutilità fatta tre persone.

Che senso ha poi inserire tra i villain il figlio del dottor Serizawa (il personaggio di Ken Watanabe nei capitoli precedenti) per poi ignorare completamente la parentela? Gli sceneggiatori avrebbero potuto sfruttare questo legame per motivare le sue azioni, tirando in ballo la vendetta contro quelle creature che hanno causato la morte del padre. Al contrario, di quest’ultimo non si fa menzione.

Serizawa (Shun Oguri)
Il figlio peggiore di sempre.

Eppure, contro ogni pronostico, Godzilla vs Kong funziona. Le sforbiciate avranno pure causato il ridimensionamento o l’eliminazione di qualche attore (tra le “vittime” Jessica Henwick e Ziyi Zhang), ma in compenso hanno donato alla pellicola un ritmo veloce e incalzante. Non ci sono momenti morti nel film, gli eventi si susseguono in maniera rapida ed essenziale, pur senza esagerare.

Gli effetti speciali, dopo le brutture di Godzilla II, tornano ad essere credibili ed impressionanti (anche se ho avuto la sensazione che i due kaiju cambiassero continuamente altezza a seconda delle necessità). La colonna sonora, realizzata dall’ormai onnipresente Junkie XL, non sarà la più memorabile tra quelle firmate dal compositore olandese, però riesce a fornire alla pellicola la dose adeguata di ottoni, senza dimenticare sonorità più dolci nei momenti più intimi (spesso relativi a Kong). Tra l’altro, come Bear McCreary prima di lui, anche Tom Holkenborg riprende il tema classico di Godzilla, il che è sempre gradito.

Godzilla vs Kong
“Salva Mothra!” “Perché hai detto quel nome?!” (semicit.)

La parte migliore è comunque la regia di Adam Wingard, e qui è doveroso aprire una piccola parentesi. Il Monsterverse avrà tanti problemi, ma ha il pregio di lasciare i singoli registi liberi di portare avanti la propria visione, cosa più unica che rara quando si parla di universi cinematografici condivisi (qualcuno ha detto DCEU?). Così, nonostante gli interventi della produzione, in Godzilla vs Kong la mano di Wingard si percepisce per tutta la durata. In particolare la sua passione per gli anni ’80, che trova sfogo in abbondanti dosi di neon, nelle scelte musicali e addirittura in divertite e inaspettate citazioni ai classici action di quel decennio (da Arma Letale a Die Hard).

Kong McLane
John McLane me lo ricordavo diverso…

Chiaramente il buon Adam non ha la raffinatezza di Gareth Edwards, tuttavia si muove con mano sorprendentemente sicura per essere alla prima esperienza con un blockbuster multimilionario. In più, supportato dall’ottima fotografia di Ben Seresin, arriva a comporre immagini di notevole e indiscutibile potenza visiva, in particolare nelle scene ambientate nella Terra Cava.

Ma si sa che se qualcuno va a vedere un film intitolato Godzilla vs Kong, lo fa per gustarsi mostri giganti che si menano. Perciò come se l’è cavata il regista su questo fronte? Ebbene, se Michael Dougherty aveva la brutta abitudine di nascondere gli scontri sotto fastidiosissimi strati di pioggia, fumo e neve, Wingard per fortuna va nella direzione opposta. Che si svolgano su una portaerei in mezzo all’oceano o in una Tokyo illuminata come la Rete di Tron: Legacy, i combattimenti tra Godzilla e Kong sono tutti chiari e puliti, oltre che spettacolari, dinamici e visivamente splendidi. Inutile girarci intorno, quando i due Titani se le danno di santa ragione non c’è che da festeggiare.

Godzilla
Non scherzavo quando dicevo che Wingard è un appassionato degli anni ’80.

Pertanto Godzilla vs Kong è un film cretino, ma anche straordinariamente divertente. Un B-movie che potrebbe essere smontato con relativa facilità, ma che mantiene quello che promette (botte da orbi spensierate tra kaiju) e scorre via che è un piacere, risultando forse il capitolo più godibile del franchise dopo Kong: Skull Island. Già solo per questo posso fare pace con Adam Wingard: se Death Note era stato uno spiacevole passo falso, con il suo ultimo lavoro si è fatto perdonare del tutto, sperando ovviamente che non inciampi nuovamente in futuro.

E parlando di futuro, quello del Monsterverse pare abbastanza nebuloso. Godzilla vs Kong era l’ultimo film in programma, dopodiché il buio. Di altri progetti non vi è traccia, eppure dubito che la Warner abbia intenzione di fermarsi qui, specie considerato l’enorme successo commerciale ottenuto dal crossover. Verranno mai annunciati i seguiti? E se sì, su quali mostri saranno incentrati? Non resta che aspettare e vedere. Di sicuro, conoscendo la mitologia kaiju giapponese, materiale da cui attingere ce n’è.

Fabio Ferrari

Classe 1993, laureato al DAMS di Torino, sono un appassionato di cinema (soprattutto di genere) da quando sono rimasto stregato dai dinosauri di "Jurassic Park" e dalle spade laser di "Star Wars". Quando valuto un film di solito cerco di vedere il bicchiere mezzo pieno, ma talvolta so essere veramente spietato. Oltre che qui, mi potete trovare su Facebook, sulla pagina "Cinefabio93".
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