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Golden Globe 2018, la vendetta: i vincitori e le predizioni avverate

“Morale della favola?  Non vincerà Del Toro.

Cosa dite? Non c’entra niente col discorso?

Vero, ma a Del Toro non fanno mai vincere un cazzo.”

Così voglio iniziare questo articolo: rimembrando il mio grande fallimento nell’ambito delle predizioni sui Golden Globe.

Come tutti sappiamo, la cerimonia si è svolta la notte tra il 7 e l’8 gennaio, e, probabilmente, quelli che potrebbero saperlo meglio sono proprio i vostri datori di lavoro, che hanno assistito al macabro spettacolo di un’ondata di zombie che invadeva i vari uffici di tutta Italia a causa della nottata passata in bianco. Tranquilli, Boss, gli Oscar sono solo tra poco!

Come? Ah, sono licenziato? Bene.

I Golden Globe di quest’anno, inoltre, sono stati presentati, in una veste (nera) più family friendly del solito, da Seth Meyers, nome, giustamente, sconosciuto per molti. E STRANAMENTE hanno riscosso critiche, molto più per quanto riguarda questioni retoriche che per le vittorie, ma che volete che noi del MacGuffin facciam del loro latinorum?  

Il citato Meyers, giusto per dargli un volto

Eviterò, dunque, di parlare di quanto possa essere più razzista commuoversi per la premiazione di un afroamericano solo per il colore della sua pelle piuttosto che trattarlo normalmente, non farò riferimento al discorso di Oprah Luther King, né tanto meno cercherò di calunniare la cara Portman per la sua infelice battuta (che ha triggerato milioni di persone tra cui il sottoscritto), ed eviterò di ribadire quanto, ormai, cerimonie come queste siano show con assenza di meritocrazia

…mi limiterò a commentare le statuette:

Miglior film drammatico

  • Tre manifesti a Ebbing, Missouri, di Martin McDonagh
  • Chiamami col tuo nome, di Luca Guadagnino
  • Dunkirk, di Christopher Nolan
  • La forma dell’acqua, di Guillermo del Toro
  • The Post, di Steven Spielberg

Poco da dire, McDonagh è tornato a casa con più pesi di un bodybuilder, e probabilmente non li avrà nemmeno messi sulla mensola del salotto, cosciente di dover aspettare le più estetiche statuette degli Oscar. Povero Guadagnino, comunque… io ci credevo.

Miglior film commedia o musicale

  • Lady Bird, di Greta Gerwig
  • The Disaster Artist, di James Franco
  • The Greatest Showman, di Michael Gracey
  • I, Tonya, di Craig Gillespie
  • Get Out, di Jordan Peele

Lady Bird: vincitore evidentemente meritato, critiche uniformemente positive, una Ronan perfetta… e vaffanculo, cari Italiani, io ve lo piazzo nei cinema a Marzo, non sia mai che vediate qualcosa in tempo! Che saranno mai cinque mesi di ritardo?

E comunque, per l’andazzo generale ho temuto davvero che il premio stesse per essere consegnato a Get Oute in tal caso quest’articolo si sarebbe dovuto scrivere da solo, perché io, sicuramente, avrei rinunciato.

Miglior regista

  • Guillermo del Toro – La forma dell’acqua 
  • Martin McDonagh – Tre manifesti a Ebbing, Missouri
  • Christopher Nolan – Dunkirk
  • Ridley Scott – Tutti i soldi del mondo
  • Steven Spielberg – The Post

Avevo sbagliato su due punti: ai tempi, puntai su McDonagh e dissi, come ho scritto all’inizio, che Del Toro non avrebbe vinto. Per fortuna, mi sbagliavo. Uno dei momenti davvero positivi della premiazione, il signor Guillermo ha tirato fuori dal cilindro un discorso davvero bellissimo… MA ABBASSATE LA MUSICA, CAZZO, HO ASPETTATO 25 ANNI PER QUESTO!

Perdonali, Del Toro, non sanno quel che fanno. 

Migliore attore in un film drammatico

  • Gary Oldman – L’ora più buia 
  • Timothée Chalamet – Chiamami col tuo nome
  • Daniel Day-Lewis – Il filo nascosto
  • Tom Hanks – The Post
  • Denzel Washington – Roman J. Israel, Esq.

Ta-Dan! I primi 5 euro incassati con il toto-Golden Globe, a fronte di un centinaio persi.

Vorrei, inoltre, spendere qualche parola su quanto Tom Hanks sembrasse imbalsamato alla cerimonia… Forrest Gump è chi Forrest Gump fa.

Migliore attrice in un film drammatico

  • Frances McDormand – Tre manifesti a Ebbing, Missouri 
  • Jessica Chastain – Molly’s Game
  • Sally Hawkins – La forma dell’acqua 
  • Meryl Streep – The Post
  • Michelle Williams – Tutti i soldi del mondo

Hanno fatto fuori la mia Jessica e dato un altro premio a Tre Manifesti… ma che sia davvero un bel film? Lo scopriremo prima o poi.

No! Io questo selfie non lo faccio! Ah.

Migliore attore in un film commedia o musicale

  • James Franco – The Disaster Artist
  • Steve Carell – La battaglia dei sessi
  • Ansel Elgort – Baby Driver 
  • Hugh Jackman – The Greatest Showman
  • Daniel Kaluuya – Get Out

Avevo scommesso su Ansel Elgort ma non fa niente, la premiazione di Franco è valsa solo per uno dei momenti più belli di tutta la notte: Wiseau, l’attore che il buon James parodia nel docu-film, che sale sul palco (sembrava ubriaco, davvero) e tenta di accalappiare il microfono quasi come se a vincere fosse stato lui, riuscendo solo per metà nell’intento, prima di essere spinto via dallo stesso vincitore.

Poesia. 

Migliore attrice in un film commedia o musicale

  • Saoirse Ronan – Lady Bird
  • Judi Dench – Vittoria e Abdul
  • Helen Mirren – Ella & John
  • Margot Robbie – I, Tonya
  • Emma Stone – La battaglia dei sessi

Vi sta salendo la scimmia per Lady Bird, eh? AHA! L’avete capita? Scimmia-Bird/uccello? No?

Passiamo al prossimo.

Migliore attore non protagonista

  • Sam Rockwell – Tre manifesti a Ebbing, Missouri
  • Willem Dafoe – The Florida Project
  • Armie Hammer – Chiamami col tuo nome
  • Richard Jenkins – La forma dell’acqua 
  • Christopher Plummer – Tutti i soldi del mondo

Altri 5 euro in cassa, please! Ora che, però, è finalmente uscito nelle sale Tutti i soldi del mondo, posso dire… non è che forse forse Plummer potrebbe esser stato più bravo di Kevin Spacey? Effettivamente, non mi è sembrato un attore così tanto da buttar via.

E l’ha sottolineato anche Meyers con quella battuta iniziale in cui tirava in ballo Weinstein (posso nominarlo?), che a molti non è piaciuta e, invece, a me ha fatto ridere e mi è sembrato uno dei pochi modi sensati per ironizzare sulla questione, ovvero non guardando al caso stesso, quanto alle reazioni che l’opinione pubblica ha avuto. E bravo l’illustre sconosciuto. 

Ovviamente questa non attiene alla serata dei Globes.

Migliore attrice non protagonista

  • Allison Janney – I, Tonya
  • Mary J. Blige – Mudbound
  • Hong Chau – Downsizing
  • Laurie Metcalf – Lady Bird
  • Octavia Spencer – La forma dell’acqua

Miglior film d’animazione

  • Coco, di Lee Unkrich e Adrian Molina
  • Baby Boss,  di Tom McGrath
  • The Breadwinner,  di Nora Twomey
  • Ferdinand, di Carlos Saldanha
  • Loving Vincent, di Dorota Kobiela e Hugh Welchman

Ora che l’ho visto (oltre che essermi guadagnato altri spiccioli), posso dirlo: Coco mi ha fatto piangere come i video musicali dei Kodaline. Non ho visto ancora The Breadwinner e Ferdinand, ma dubito che uno dei due possa avvicinarsi, anche di poco, alla bellezza del film di Unkrich, che probabilmente trionferà anche agli Oscar.

E di Loving Vincent, invece, avevo già parlato, ma in questo caso Davide non poteva vincere contro un Golia così abnorme.

Miglior film straniero

  • Oltre la notte , di Fatih Akın – Germania
  • Una donna fantastica , di Sebastián Lelio – Cile
  • Loveless, regia di Andrej Petrovič Zvjagincev – Russia
  • Per primo hanno ucciso mio padre, di Angelina Jolie – Cambogia
  • The Square,  di Ruben Östlund – Svezia

Ad eccezione di Oltre la notte, in questo caso, seppur in sordina, in Italia è arrivato tutto avevo scritto nel precedente articolo. Vaffanculo, ragazzi, col cuore.

Migliore sceneggiatura

  • Martin McDonagh – Tre manifesti a Ebbing, Missouri 
  • Guillermo del Toro e Vanessa Taylor – La forma dell’acqua
  • Greta Gerwig – Lady Bird
  • Liz Hannah e Josh Singer – The Post
  • Aaron Sorkin – Molly’s Game

Avevo previsto anche questo, ma era abbastanza prevedibile dato che se n’era parlato a lungo.

Migliore colonna sonora originale

  • Alexandre Desplat – La forma dell’acqua 
  • Carter Burwell – Tre manifesti a Ebbing, Missouri
  • Jonny Greenwood – Il filo nascosto 
  • John Williams – The Post
  • Hans Zimmer – Dunkirk

Dopo aver ascoltato la colonna sonora, già disponibile, posso dire che forse, sono stato affrettato a dare Zimmer come vincitore: ho un hype per La forma dell’acqua assurdo, e il maestoso lavoro di Desplat è solo un antipasto.

Migliore canzone originale

  • This Is Me (Pasek and Paul) – The Greatest Showman
  • Home (Nick Jonas, Justin Tranter, e Nick Monson) – Ferdinand
  • Mighty River (Raphael Saadiq, Mary J. Blige e Taura Stinson) – Mudbound
  • Remember Me (Kristen Anderson-Lopez e Robert Lopez) – Coco
  • The Star (Mariah Carey e Marc Shaiman) – Gli eroi del Natale  

Davvero non capisco perché si stia diffondendo la voce che The Greatest Showman sia un brutto film. Non sarà un capolavoro, è vero, ma è decisamente… vabbè, mi aspettavo un altro film. Ma è godibile, comunque. Ah, sì. La canzone… bella.

Riassunto:

Eccoci giunti alla fine del riassunto di questa edizione un po’ meh dei Golden Globe… ci troveremo a ridere, tra poco, degli Oscar, probabilmente, e, a giudicare da quel che abbiamo visto, si preannunciano come una succulenta manifestazione politica pronta per essere addentata da criticoni pronti a tutto pur di dire la propria… come me.

Vincenzo Di Maio

Nasce in quel di Napoli nel 1998 ma è rimasto ancora negli anni '80. Spesso pensa di esser stato un incidente ma i suoi genitori lo rassicurano: è stato molto peggio. Passa la totalità della sua giornata a guardare film e scrivere, ma ha anche altri interessi che ora non riesce a ricordare. Non lo invitate mai al cinema se non avete voglia di ascoltare un inevitabile sproloquio successivo, qualunque sia il film.
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