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Golden Globe 2018: le nominations, tra bombe e miccette

Anche quest’anno, puntuali come l’indigestione dello zio al pranzo di Natale, sono arrivate le nominations per i Golden Globe del 2018, che si terranno il prossimo 7 gennaio. E anche quest’anno, puntuali come la lavanda gastrica del sopracitato zio, sono arrivate le polemiche. E, alcune, sono ampiamente condivisibili.

Con pacatezza e tranquillità, dunque, iniziamo:

Miglior Film Drammatico:

  • Chiamami col tuo nome, di Luca Guadagnino.
  • The Post, di Steven Spielberg.
  • The Shape of Water, di Guillermo del Toro.
  • Three Billboards outside Ebbing, Missouri, di Martin McDonagh.
  • Dunkirk, di Cristopher Nolan.

Nemmeno il film italiano è arrivato nelle sale italiane, e anzi, lo vedremo addirittura il 25 gennaio, quindi tutti dovranno aspettare un po’ per reputarlo una merda in caso di vittoria del premio (in cui spero molto). Noi poveri, purtroppo, abbiamo potuto godere solo di Dunkirk, e tutti si ricordano cosa sia successo con quel film: gente che si disperava, gente che lo esaltava a capolavoro del secolo, gente che pensava di esser stata guarita dall’AIDS per questo film, e gente, invece, che pensava di averlo preso. Insomma, il delirio. Utopia sarebbe stato vedere un Blade Runner 2049, ma, purtroppo, non si può avere tutto dalla vita.

Morale della favola?  Non vincerà Del Toro.

Cosa dite? Non c’entra niente col discorso?

Vero, ma a Del Toro non fanno mai vincere un cazzo.

“Chiamami col tuo nome.” “Va bene…Vincenzo…”

Miglior Film Comedy o Musical:

  • The Disaster Artist, di James Franco.
  • The Greatest Showman, di Michael Gracey.
  • I, Tonya, di Craig Gillespie (uscirà nelle sale italiane il 22 Marzo, per il momento, rendiamocene conto. Per noi potrebbe essere candidato anche ai Globes del 2019, non ce ne accorgeremmo).
  • Get Out, di Jordan Peele.
  • Lady Bird, di Greta Gerwig. (Uscita: 19 aprile. Bravi tutti).

Nonostante l’illustrissima (e immotivata, secondo me) esclusione di Baby Driver e quella di The Big Sick, James Franco, sulla carta, quest’anno potrebbe papparsi tutto, poiché supportato da un’idea geniale, ovvero la biografia di uno degli attori di The Room, uno dei film più orribilmente affascinanti che il pianeta Terra abbia mai visto: un cult in negativo, praticamente. Dovremo, però, aspettare per giudicare, in quanto noi italiani non siamo riusciti ancora a vedere nessuno di questi film.

E sì, includo tra i film che non abbiamo potuto vedere anche Get Outperché, se gareggia in questa categoria, evidentemente, noi ed il signor Golden Globe abbiamo visto due film diversi. 

Per fortuna non abbiamo la categoria per il “Miglior Film Horror”, ché altrimenti la battaglia tra Nemo e Topolino sarebbe stata assai ardua.

La tua faccia quando hanno nominato Get Out come concorrente nella categoria Miglior Film Comedy

Miglior regista:

  • Guillermo del Toro, The Shape of Water.
  • Martin McDonagh, Three Billboards outside Ebbing, Missouri.
  • Christopher Nolan, Dunkirk.
  • Ridley Scott, Tutti i soldi del mondo.
  • Steven Spielberg, The Post.

Praticamente uguali, come spesso è consuetudine, alle nominations per il miglior film drammatico. Meno che per l’eliminazione dell’italiano Luca Guadagnino. Grandi ragà.

E, comunque, anche questa sarà una battaglia molto combattuta, e, per come si legge in rete, McDonagh potrebbe spuntarla.

Miglior sceneggiatura originale:

  • Aaron Sorkin, Molly’s Game. (12 Aprile in Italia… sono contrariato.)
  • Greta Gerwig, Lady Bird.
  • Martin McDonagh, Three Billboards outside Ebbing, Missouri.
  • Liz Hannah e Josh Singer, The Post.
  • Guillermo del Toro e Vanessa Taylor, The Shape of Water.

Scommessona: uno tra Del Toro e McDonagh (tanto per cambiare).

Miglior film straniero:

  • Una mujer fantástica, di Sebastiàn Lelio, per il Cile.
  • Per primo hanno ucciso mio padre, di Angelina Jolie, per la Cambogia.
  • Oltre la notte, di Fatih Akın, per la Germania.
  • Loveless, di Andrei Zvjagincev, per la Russia.
  • The Square, di Ruben Östlund, per la Svezia.

A eccezione di Oltre la notte, in questo caso, seppur in sordina, in Italia è arrivato tutto. La mia predizione va a cadere inevitabilmente sulla Jolie, nonostante Loveless sia stato davvero molto interessante. Ma, personalmente, avrei preferito quel 120 battiti al minuto di Campillo, che ho apprezzato più di tutti quelli presenti in questa categoria. Pazienza.

In questa foto è raffigurata la più grande passione di Shane Black. (Loveless).

Miglior film d’animazione:

  • Baby Boss, di Tom McGrath.
  • The Breadwinner, di Nora Twomey.
  • Ferdinand, di Carlos Saldanha.
  • Coco, di Lee Unkrich.
  • Loving Vincentdi Dorota Kobiela e Hugh Welchman.

Coco promette benissimo, ma Loving Vincent è stato una delle sorprese più grandi di quest’anno, nonché uno dei film d’animazione visivamente più affascinanti del 2017. Mentre per Ferdinand… o meglio…“il toro Ferdinando”… il premio sarebbe da dare a John Cena (Giovanni Cena, per chi preferisse l’adattamento), che doppia in originale il bestiale animale, il che è tutto dire.

Che enorme tristezza.

Miglior attore per un film drammatico:

  • Timothée Chalamet, Chiamami col tuo nome.
  • Daniel Day-Lewis, Il filo nascosto.
  • Tom Hanks, The Post.
  • Gary Oldman, L’ora più buia.
  • Denzel Washington, Roman J. Israel, Esq.

Day-Lewis è come il prezzemolo: sta bene dappertutto (se non si è allergici). Gary Oldman, però, sembra essere in pole per la vittoria… anche se molti si sono indignati per l’esclusione di Jake Gyllenhaal per la sua interpretazione in Stronger.

E non so come abbiano fatto ad indignarsi, dato che il film arriverà da noi a Febbraio. Forse sulla fiducia? O per il potere dello streaming? Chissà.

Mamma mia, Oldman!

Miglior attrice in un film drammatico:

  • Jessica Chastain, Molly’s Game.
  • Sally Hawkins, The Shape of Water.
  • Frances McDormand, Three Billboards outside Ebbing, Missouri.
  • Meryl Streep, The Post.
  • Michelle Williams, Tutti i soldi del mondo.

Nonostante l’onnipresenza della Streep che sembra dover essere candidata ai Golden Globes per ogni sua minima apparizione in qualunque cosa (e l’esclusione della Winslet, che davvero non ho capito), io darei alla Chastain il Golden Globe stesso, l’Oscar, l’Emmy, il BAFTA, e, perché no, anche il Nobel, senza aver nemmeno visto il film.

Perché? Semplice.

Allego una foto.

Penso di essermi spiegato.

Miglior attore in un film di genere comedy o musical:

  • Steve Carell, La battaglia dei sessi.
  • Ansel Elgort, Baby Driver.
  • James Franco, The Disaster Artist.
  • Hugh Jackman, The Greatest Showman.
  • Daniel Kaluuya, Get Out.

Contentissimo per Kaluuya nonostante l’abbiano evidentemente scambiato per Chris Rock o Kevin Hart, e ugualmente contento per Carrel, nell’ottimo La battaglia dei sessi, ma, qui, il mio all-in va su Ansel Elgort, il cui premio sarebbe più che meritato. 

Miglior attrice in un film di genere comedy o musical: 

  • Judi Dench, Victoria & Abdul.
  • Helen Mirren, Ella & John – The Leisure Seeker.
  • Margot Robbie, I, Tonya.
  • Saoirse Ronan, Lady Bird.
  • Emma Stone, La battaglia dei sessi.

Ottima Emma Stone, ma Judi Dench fagocita premi da prima che lei “diventasse donna”, potrebbe voler collezionare un altro affarino da aggiungere allo scaffale dei Golden Globe.

Miglior attore non protagonista:

  • Willem Dafoe, The Florida Project.
  • Armie Hammer, Chiamami col tuo nome.
  • Richard Jenkins, The Shape of Water.
  • Christopher Plummer, Tutti i soldi del mondo.
  • Sam Rockwell, Three Billboards outside Ebbing, Missouri.

Un’altra catastrofe di critiche e indignazioni. Plummer, che in extremis ha sostituito Kevin S. (anzi no, troppo specifico, K. Spacey… ora va meglio) nell’ultima fatica di Scott, viene candidato senza evidente ragion di causa per un Globe: gombloddo!!111!111!!!

Tanto vince Rockwell. E Jenkins e Defoe si stanno grattando i gioiellini.

Miglior attrice non protagonista:

  • Mary J. Blige, Mudbound.
  • Hong Chau, Downsizing.
  • Allison Janney, I, Tonya.
  • Laurie Metcalf, Lady Bird.
  • Octavia Spencer, The Shape of Water.

Se c’è una cosa che ho capito, è che Mary J. Blidge, esattamente, come Will Smith, può fare qualunque cosa voglia nella vita, e magari anche bene, come in questo caso. Metterei nel calice di fuoco dei Golden Globe il suo nome, anche percé Mudbound è l’unico di quesi che abbia già visto.

Miglior canzone originale:

  • “Home”, Ferdinand.
  • “Mighty River”, Mudbound.
  • “Remember Me”, Coco.
  • “The Star”, The Star.
  • “This Is Me”, The Greatest Showman.

Se Home” la canta Cena, gli facciamo vincere pure X Factor e The Voice, oltre che il Golden Globe.

Miglior colonna sonora:

  • Alexandre Desplat, The Shape of Water.
  • Jonny Greenwood, Il filo nascosto.
  • John Williams, The Post.
  • Hans Zimmer, Dunkirk.
  • Carter Burwell, Three Billboards outside Ebbing, Missouri.

Spero seriamente in Zimmer in questo caso, dato che, per dirne una, il brano del trailer, ovvero The Oil, è la suoneria del mio telefono.

Golden Globe

Le nomination per quanto riguarda i film dei Golden Globe, finiscono qui.

Solito posto, solita ora, ci risentiremo per commentare la premiazione e tutte le mie predizioni sbagliate, qui su The MacGuffin.

Vincenzo Di Maio

Nasce in quel di Napoli nel 1998 ma è rimasto ancora negli anni '80. Spesso pensa di esser stato un incidente ma i suoi genitori lo rassicurano: è stato molto peggio. Passa la totalità della sua giornata a guardare film e scrivere, ma ha anche altri interessi che ora non riesce a ricordare. Non lo invitate mai al cinema se non avete voglia di ascoltare un inevitabile sproloquio successivo, qualunque sia il film.
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