È passato più di un mese dal nostro primo appuntamento con la Guida per l’aspirante Otaku, quindi eccoci qua nuovamente ad esplorare l’immenso mondo degli anime. Dopo i primi consigli, sono pronto a snocciolarvi altri titoli molto interessanti. Siete pronti?
Allora partiamo.
Neon Genesis Evangelion
Che amiate i robot oppure no, questo è un titolo che non dovete assolutamente perdervi. Uscito nel 1995, Neon Genesis Evangelion si è imposto nella storia dell’animazione giapponese.
Disegni, colonna sonora e personaggi con una psicologia complessa fanno da contorno ad una grande storia, che però pecca un po’ nel finale (che è stato rivisitato più volte in film con finali alternativi). Credo che l’unico problema di quest’opera sia quello di partire con una trama abbastanza lineare e poi complicarsi con troppi simbolismi. Non l’ho mai definito capolavoro per questo piccolo difetto, ma sicuramente vi si avvicina di parecchio. Questo è un altro titolo anche presente nell’immaginario collettivo giapponese, dalle sale di pachinko ai modellini degli EVA che vengono ancora realizzati.
Nadia – Il mistero della pietra azzurra
Prima della creazione di Evangelion, lo studio Gainax produsse questo anime ispirato alla narrativa di Verne. L’idea era scaturita dalla geniale mente di Miyazaki negli anni ’70 ma venne solo prodotta vent’anni dopo e non dalle sue mani. Sicuramente, però, Miyazaki riutilizzò parti di questa sua idea originale in anime come Conan il ragazzo del futuro ed è per questo che Nadia a volte sembra prendere spunto da quest’opera.
Se amate le ambientazioni steampunk questo è un titolo da non perdere, ma lo consiglio a tutti per via del suo ottimo ritmo e per la qualità del lavoro dello studio Gainax (che su tale aspetto è sempre una garanzia).
Quel sottomarino non vi ricorda qualcosa?
Yu degli spettri
Gli anni ’90 furono un altro grande periodo per l’animazione giapponese. Nel 1992, in Giappone, uscì Yu degli spettri tratto dall’omonimo manga di Yoshiro Togashi (che sarà poi anche autore del famosissimo Hunter X Hunter).
Opera che attinge da tutto l’universo culturale giapponese legato al mondo dei morti (Togashi è famoso per scrivere spesso di soprannaturale) narra le avventure di Yusuke Urameshi, un teppistello giapponese che muore investito da una macchina durante un tentativo di salvare la vita ad una bambina. La sua morte, non prevista nel mondo degli spiriti, crea una serie d’eventi che non solo lo faranno tornare in vita ma gli permetteranno anche di diventare un detective del mondo degli spiriti per salvaguardare il difficile equilibrio tra il mondo dei vivi e quello dei morti.
Combattimenti, poteri, trasformazioni, mostri, nemici che sembrano imbattibili rendono l’anime avvincente e pronto a catturare qualsiasi spettatore che abbia amato Dragonball. Consigliato.
Il mio personaggio preferito è Hiei. Il vostro?
L’Uomo Tigre
Fare un cartone animato di successo sul wrestling? I giapponesi ci sono riusciti con Tiger Mask, in italia conosciuto come L’Uomo Tigre.
Il manga è uscito in Giappone a cavallo tra gli anni ’60-70, in Italia è arrivato solo trent’anni dopo, nel 2001, ma fortunatamente negli anni ’80, su Rete 4, fanno la loro comparsa le avventure di Naoto Date e del suo alter ego mascherato Uomo Tigre.
Visione caldamente consigliata per capire gli anime degli anni ’70 e di come si stavano creando alcuni schemi tipici dell’animazione giapponese. Altro capolavoro, che consiglio dello stesso autore (Asaki Takamori) è lo splendido manga/anime sulla boxe Rocky Joe (Ashita no Joe) a cui dedicheremo sicuramente qualche parola.
Vi lascio con la sigla italiana che ha accompagnato tutti quelli che come me sono nati tra gli anni ’70-80: È L’UOMO TIGREEEE CHE LOTTAAA CONTRO IL MALEEEEEE