Benvenuti ad un nuovo episodio di MacGuffin per il sociale. Ve ne sarete accorti tutti: halloween è molto vicino e anche noi italiani noncuranti del perché questa festa venga festeggiata ne approfitteremo comunque per sbronzarci e fare bordello. Ma per chi di voi sentisse il freddo invernale ancora prima del suo arrivo e quindi avesse deciso di trascorrere questa notte horror negli oscuri meandri del suo pigiama, venite, ho una sorpresa per voi.

Sebbene penso sia scontato, mi sembra utile ricordare la longevità e la fortuna commerciale del genere horror. Già dai suoi albori – facciamo due nomi a caso: Bram Stoker ed Edgar Allan Poe – il genere più spaventoso di sempre diventa spaventosamente cult e fa impazzire chiunque. Sì, anche voi che dite sempre che gli horror fanno paura, sappiamo tutti che ne siete attratti. E che siete estremamente tautologici: grazie al cazzo che fa paura, è horror. Inutile, quindi, dire che anche a livello cinematografico l’horror ha avuto un successo estremo. Ma successo significa maggior produzione, e maggior produzione significa varietà, e varietà significa molteplicità, e molteplicità significa “quale/i cazzo di film horror mi guardo ad halloween?”. Anche questa volta abbiate fede: ci penso io.
In sostanza: vi elencherò tutti (o quasi) i film horror rilevanti (termine volutamente vago) che sono stati fatti dalle origini del cinema ad oggi, suddivisi per decenni. Poi dite che non vi voglio bene, ingrati.
1900-1909: l’alba

Se siete colti cinefili avete sicuramente notato che quello sopra è un film di Georges Melies, nello specifico The Infernal Cakewalk, che tradotto letteralmente vorrebbe dire tipo La passeggiata infernale. Minchia. Credo che questa sia l’opera, almeno a livello horror, più rilevante di quegli anni. Ciò non toglie che i cineasti ci davano dentro duro già ai tempi con l’horror, e abbiamo quindi una folta schiera di film da citare; eccone un paio: The devil and the statue, dello stesso Melies, il quale avrebbe una schiera infinita di film horror citabili, ma ve li risparmio; la prima versione assoluta de Dr. Jekyll and Mr. Hyde di Otis Turner, che ahimè è andata perduta, quindi non lo guarderete.
1910-1919: i primi esperimenti
Oltre alla prima e inquietantissima trasposizione di Frankenstein ad opera di James Searle Dawley, troviamo anche il primo lungometraggio in assoluto in cui compaiono i vampiri, ovvero A night of horror di Richard Oswald. Ci sono poi vari rifacimenti de Dr. Jekyll and Mr. Hyde; Lo studente di Praga di Stellan Rye e Paul Wegener, anche se non propriamente horror; la prima trasposizione de Il fantasma dell’opera (persa) e la trilogia sulla leggenda ebraica del golem (conclusa nel 1920 con The golem: how he came into the world) ad opera di Paul Wegener. Se vi state annoiando provate a guardare uno qualunque di questi film senza rimanere col cervello storto.
1920-1929: l’espressionismo

Qui si inizia ad andare sul pesante per davvero. Come vedete sopra abbiamo Nosferatu che è clandestinamente sopravvissuto alla distruzione di ogni sua copia grazie all’instancabile Murnau che decise di sbattersene il cazzo del diritto d’autore nascondendo una copia del film senza l’autorizzazione dei parenti di Bram Stoker (dai quali non aveva ricevuto l’autorizzazione per utilizzare il soggetto draculesco): un capolavoro talmente capolavoro da sopravvivere anche alla legge!
Abbiamo poi Il gabinetto del dottor Caligari, altro super masterpiece dell’epoca ed indiscusso caposaldo dell’espressionismo tedesco. Infine altre infinite riedizioni de Dr. Jekyll and Mr. Hyde; una seconda versione di Frankenstein ad opera dell’italiano Eugenio Testa dal titolo Il mostro di Frankenstein; Il gobbo di Notre Dame, anche questo non esattamente horror, anche se dai toni estremamente gotici; e ultimo ma non ultimo The headless horseman, che come avrete intuito dal titolo è la trasposizione di The legend of Sleepy Hollow di Washington Irving, opera trasposta anche nel capolavoro di Tim Burton Il mistero di Sleepy Hollow.
1930-1939: la proliferazione
Inizia l’epoca di Bela Lugosi, che sappiamo tutti chi è, vero? Se conoscete un film di Lugosi non horror scrivetemi. White zombie è considerato il primo lungometraggio in cui appaiono gli zombie appunto: George Romero è solo un coglione e The walking dead vale meno di una scoreggia debolmente pronunciata a ‘sto punto. Bela Lugosi entra in gioco anche nel suo caretteristicissimo Dracula che fa a spallate con il Frankenstein più famoso di sempre (grazie anche alla sua parodizzazione fatta da Mel Brooks in Frankenstein Junior). I not-roaring ’30s ci regalano anche The mummy che credo sia il primo film con soggetto una mummia e, per calarsi perfettamente nel clima di discriminazione tipico-totalitaristico, Freaks, capolavoro allucinante di Tod Browning che usa vere persone menomate fisicamente per raffigurare fenomeni da baraccone in un circo: un piatto appetitosissimo insomma.
1940-1949: il campeggio sugli allori
Questo decennio di cinema horror ci offre The wolf man, che è soltanto un uomo che non si rade da troppi anni, ma ti capiamo tranquillo, dopo tutto erano gli anni ’40, magari volevi solo fare un dispetto a tua moglie, perché quel pelo in bocca non ti è mai andato giù. The ape inaugura quella serie di film dove le scimmie sono cattivissime, magari geneticamente modificate e sono a metà tra uomo e scimmia: Rampage praticamente. Ci sono poi sequel e rifacimenti di The mummy, altri interminabili riedit de Dr. Jekyll and Mr. Hyde e di Dracula (tra cui Son of Dracula, mioddio), vari film con animali umanoidi, ma la chicca arriva con Frankenstein meets the wolf man, che io non so, ma mi sembra il primo crossover della storia, almeno horror.
1950-1959: la tranquillità
Pian piano ingraniamo sempre di più. Quello che vedete sopra è I vampiri, film di Riccardo Freda con Mario Bava direttore della fotografia e che ha poi portato a termine le riprese della pellicola, considerato il primo film horror italiano, perché Il mostro di Frankenstein di Testa è andato perso. Altro menzione speciale per Jack lo squartatore, che è il primo film che porta su schermo le vicende del personaggio omonimo. Ma anche stavolta non mancano le chicche incredibili. Anche i cineasti si erano rotti i coglioni di tutti ‘ste riedizioni de Dr. Jekyll and Mr. Hyde, quindi hanno deciso di spostare il tutto ad un livello successivo: nascono così The son of dr. Jekyll e Daughter of dr. Jekyll. A voi i commenti.
1960-1969: Mario Bava
Sì dai, lo avete riconosciuto tutti. Se finora avete pensato che i film elencati fossero pochi, d’ora in poi arrivano le carrellate quelle vere. È il decennio de La maschera del demonio, primo film di Mario Bava e capolavoro horror-gotico di proporzioni esagerate; ma è il decennio anche di un altro intramontabile capolavoro horror: Psyco di Hitchcock, che non ha nemmeno bisogno di presentazioni.
Ancora di più è il decennio dell’egemonia baviana che ci regala anche I tre volti della paura, horror ad episodi tratti rispettivamente da opere di Snyder, Tolstoj e Čechov, Terrore nello spazio, a carattere fantascientifico e Operazione paura, considerato uno dei film più personali dell’autore. Abbiamo poi Per favore, non mordermi sul collo di Roman Polanski, che è una parodia horror irrinunciabile; L’ora del lupo di Bergman, giocato in una dimensione a metà tra l’immaginario e il reale; e Rosemary’s baby, sempre di Polanski. E per chiudere in bellezza sapete tutti quanti che nel 1968 è arrivato anche La notte dei morti viventi.
1970-1979: l’Italia
Oh, ecco, è arrivato anche il film horror più famoso di sempre: Natale a Rio. No, ovviamente sto parlando de L’esorcista di William Friedkin. Ma è l’epoca anche di altri capolavori del genere, cristallizzati nella storia del cinema: Non aprite quella porta, Le colline hanno gli occhi, Suspiria del nostro Darione Argento, Halloween di John Carpenter (non guardatelo solo perché si chiama come la festività che non state festeggiando) e ancora Mario Bava con Schock.
Ma possiamo trovare anche film più strambi, come Vampyros lesbos che è praticamente Dracula al femminile, ma quel titolo lascia pensare anche ad altro; oppure Il paese del sesso selvaggio, che teoricamente inaugura il genere cannibal ed è ovviamente un film italiano.
Però abbiamo straordinaria varietà nei ’70, e quindi spazio anche ad opere come L’ultima casa a sinistra, primo crudo film di Wes Craven, o come Carrie, primo adattamento cinematografico di Stephen King a opera di Brian De Palma. Nel 1978 esce poi Dawn of the dead di Romero, sequel del suo La notte dei morti viventi e nel 1979 esce Zombi 2, primo horror diretto da Lucio Fulci e che riprende il titolo dal fatto che in Italia il sopracitato Dawn of the dead è stato distribuito come Zombi. No comment. Oh già, c’è anche Profondo rosso, così, per la cronaca.
1980-1989: il successo

Ebbene sì, è arrivato il tempo di Nightmare, dove c’è l’uomo con le unghie più lunghe di sempre, e de La cosa di Carpenter, che ha dato un tocco di genio agli effetti speciali. Ma è anche il tempo delle trilogie: quella de La casa di Raimi, anche se l’ultimo L’armata delle tenebre è uscito nel ’92, quella di Poltergeist (il primo dei film girato da Tobe Hooper) e la trilogia della morte di Lucio Fulci (Paura nella città dei morti viventi, …E tu vivrai nel terrore! L’aldilà, Quella villa accanto al cimitero).
Poi, giusto per aggiungere un po’ di sugo agli effetti speciali: La bambola assassina di Tom Holland e La mosca di Cronenberg, body-horror con degli effetti speciali artigianali sorprendenti. E per chiudere sempre con la lode, vi dico che in questi dieci anni sono usciti anche Essi vivono, ennesimo capolavoro di Carpenter, e Shining, di un certo Stanley Kubrick. Prima volta che lo sento.
1990-1999: la commercializzazione
A Wes Craven non basta e quindi ci aggiunge Scream coi suoi tre sequel. Benvenuti negli anni ’90, che ci offrono la collaborazione tra Dario Argento e Romero in Due occhi diabolici, tratto dai racconti di Poe. L’ultimo decennio del secolo ci restituisce anche capolavori come Dracula di Bram Stoker e Il seme della follia o ancora l’incredibile remake di Psycho ad opera di Gus Van Sant. Ritorna Fulci con Un gatto nel cervello, opera originalissima e di invidiabile genio, e ritorna anche Dario Argento con Il fantasma dell’opera, mentre si affaccia al cinema il talento visionario di Guillermo del Toro con Cronos. E chiudiamo di nuovo con un capolavoro di Carpenter: Il seme della follia, terzo capitolo della trilogia dell’Apocalisse, con continui omaggi a Lovecraft e per molti capolavoro definitivo del regista.
2000-2009: il ready-made
Oramai siamo approdati nell’era dell’horror più smanettone ed infatti qua sopra troneggia Saw, coi suoi 7 sequel che si estendono fino al 2017. Ma c’è spazio anche per chi l’horror lo fa da molto tempo, ed infatti esce Drag Me to Hell di Raimi, ma anche per Del Toro per proseguire la sua poetica con La spina del diavolo. Poi abbiamo The Ring di Verbinski, che è uno degli horror più famosi di sempre e uno dei più redditizi, e 28 giorni dopo di Danny Boyle. Ci sono i vari The Others, Alta tensione (grande omaggio al genere splatter), The orphanage, The house of the devil (che prova a far rivivere gli anni ’70-’80), The descent, crudissimo, e Lasciami entrare, film svedese. E giungis in fondo non posso non inserire quella genialata di Rec.
2010 and counting…
Partiamo forte con Quella casa nel bosco, che altro non è che una commedia horror; seguito da Hereditary, fresco fresco di quest’anno; e da The Conjuring, di James Wan, autore anche di Saw. In questo decennio conclusivo della nostra trattazione troviamo anche The Witch, basato su fatti storici, e Goksung – La presenza del diavolo, film originalissimo coreano. Torna alla ribalta anche Del Toro con il bellissimo Crimson Peak, mentre si mette all’opera Ted Geoghegan (no, non è uno scioglilingua) con il suo primo film: We Are Still Here. Restano due film rilevanti da citare. Uno è It Follows, di David Robert Mitchell, dove le persecuzioni si trasmettono sessualmente. L’altro è il definitivo capolavoro dell’horror contemporaneo e in assoluto il più bel film horror degli ultimi 20 anni: Babadook.
E voi… quale guarderete?