Film

Haunting – Presenze, o cosa NON vedere ad Halloween

Classificazione: 1.5 su 5.

Se siete utenti Netflix probabilmente saprete che di recente è approdata sulla piattaforma The Haunting of Hill House, serie horror creata da Mike Flanagan (regista di Oculus, Somnia e Il gioco di Gerald) e ispirata al celebre romanzo di Shirley Jackson L’incubo di Hill House. Un prodotto davvero rivoluzionario, spaventoso, impeccabile… o almeno questo è quello che dicono tutti, io non l’ho ancora visto.

Non che non mi interessi, anzi mi incuriosisce molto, solo che prima mi piacerebbe leggere il libro, per farmi un po’ un’idea di quello che mi aspetta. Ciononostante non ho resistito a recuperare (sempre su Netflix) uno dei due precedenti adattamenti cinematografici dell’opera della Jackson. E no, non si tratta de Gli Invasati di Robert Wise. Purtroppo.

Catherine Zeta_Jones e Lily Taylor
“Non so te, ma io ho un brutto presentimento.”

Facciamo un passo indietro. È il 1999 e il regista Jan De Bont, dopo l’esordio col botto con Speed e l’ottimo successo commerciale del buon Twister, è reduce dal disastroso flop di pubblico e critica di Speed 2 – Senza limiti. Per rifarsi decide di puntare sul remake del classico di Wise, un progetto che per un po’ ha rischiato di vedere la luce grazie a una collaborazione tra Steven Spielberg e Stephen King. Insomma, due tipi a caso.

Sfortunatamente, a causa di divergenze di opinioni, la cosa non andò in porto e la palla passò a De Bont. Fu così che uscì fuori Haunting – Presenze. Immagino che per il regista questo film rappresentasse l’occasione non solo per riprendere in mano la propria carriera, ma anche per dimostrare di essere molto più di un semplice regista di action movies. Alla luce del risultato ottenuto, si può dire con assoluta certezza che l’obiettivo è fallito.

The Haunting
“Fuggite, sciocchi (dal film, non dalla casa)!”

Il film parte anche abbastanza bene. Dopo una bella panoramica su case popolari che fa tanto Rosemary’s Baby, ci viene presentata la protagonista, Eleanore (Lili Taylor), una giovane donna che, dopo aver badato per anni alla madre malata, alla morte di quest’ultima vede ricompensata la sua lealtà con l’esclusione dal testamento. Sfrattata dalla sorella e senza più un soldo, accetta di partecipare a uno studio retribuito sull’insonnia organizzato dal dottor Morrow (Liam Neeson). Non sa che in realtà l’uomo intende condurre una ricerca sugli effetti della paura sulle persone.

Luogo prescelto per l’esperimento è Hill House, inquietante villa isolata che si dice essere infestata dai fantasmi. Eleanore la raggiunge e… qui iniziano i problemi del film. Prima perché ci viene subito proposto il cliché dei vecchi guardiani sinistri, quelli che spuntano all’improvviso con un jump scare e non fanno altro che ammonire i visitatori. Poi perché facciamo la conoscenza degli altri due personaggi principali: Theo (Catherine Zeta-Jones), una ragazza talmente esuberante e ansiosa di sbandierare ai quattro venti la propria bisessualità da essere irritante, e Luke, un “Capitan Ovvio” interpretato da Owen Wilson. Perché si sa, Owen Wilson è la prima persona che ti viene in mente quando pensi a un horror!

Owen Wilson
“Wow!”

Presto il gruppo viene raggiunto da Morrow, che racconta la storia della casa e dà il via all’esperimento. Da qui in avanti Haunting sarà una sequela di cose già viste e riviste in centinaia di altri racconti di fantasmi. Porte scricchiolanti, rumori strani, scritte sui muri, spettri che sussurrano i nomi dei protagonisti… non manca nulla in questa fiera dei luoghi comuni. Persino l’unico aspetto un po’ più originale della pellicola, ovvero l’iniziale incertezza su cosa sia reale e cosa frutto di suggestioni, viene sminuito man mano che le vicende avanzano.

The Haunting
“L’aspetto più terrificante di questa cosa è che manca la virgola dopo Inferno.”

Non aiuta il fatto che la sceneggiatura abbondi di scelte di trama stupide e di scene totalmente inutili, né che i personaggi a tratti si comportino in modo davvero poco realistico. In quest’ultimo caso è Eleanore a regalarci le reazioni più assurde e inverosimili, come quando non si scompone minimamente davanti alla comparsa di un volto umano su un cuscino. Stendiamo poi un velo pietoso sugli effetti digitali, che probabilmente erano vecchi già nel ’99, ma oggi sono semplicemente inguardabili e soprattutto vengono usati in maniera fin troppo massiccia.

La colpa più grande di Haunting però è che non fa paura manco per sbaglio. E qui la responsabilità va tutta a Jan De Bont che, pur azzeccando un paio di scene (prima fra tutte quella delle scale a chiocciola), in generale fallisce nel creare tensione o suscitare almeno un briciolo di spavento. Al contrario contribuisce a generare risate involontarie ridicolizzando tutto l’immaginario da film horror, dai bambini fantasma agli scheletri semoventi, passando per le statue e i mobili posseduti. Il peggio lo riserva il finale, un’orgia di CGI bruttissima condita da soluzioni narrative stupide e dialoghi banali.

Lily Taylor e Liam Neeson
“È finita, dottor Morrow, sto più in alto di te!”

L’unica cosa che si salva in tutto questo è la scenografia dell’argentino Eugenio Zanetti. Gli interni di Hill House infatti sono una vera e propria opera d’arte architettonica, uno spazio a un tempo affascinante e terrificante, a metà strada tra la Xanadu di Quarto potere e la famosa Winchester House di San Jose (quella de La vedova Winchester, per intenderci). Vedere degli scenari così belli sprecati in un lungometraggio così mediocre fa quasi rabbia, ma immagino che fosse troppo chiedere a regista e sceneggiatore lo stesso impegno dimostrato dal production designer!

Eugenio Zanetti
Quando la scenografia da sola vale più di tutto il film

E così questo è Haunting – Presenze: un aborto su pellicola. Spero tanto che la serie sia davvero migliore, ma qualcosa mi dice che non ci vorrà molto. La cosa che più mi spiace è che, vista la vicinanza ad Halloween, avrei tanto voluto dire che questo era un film perfetto per passare in casa la festa, invece…

Anche se, ora che ci penso, saranno un sacco le pagine di cinema che in questi giorni consigliano gli horror ideali da vedere il 31 ottobre. Perciò che male c’è a distinguersi un po’? Potete benissimo prendere questo articolo come un “non-consiglio”: almeno ora saprete che cosa evitare tassativamente ad Halloween. A meno che non vogliate ridere, in quel caso guardatevi subito Haunting.

Fabio Ferrari

Classe 1993, laureato al DAMS di Torino, sono un appassionato di cinema (soprattutto di genere) da quando sono rimasto stregato dai dinosauri di "Jurassic Park" e dalle spade laser di "Star Wars". Quando valuto un film di solito cerco di vedere il bicchiere mezzo pieno, ma talvolta so essere veramente spietato. Oltre che qui, mi potete trovare su Facebook, sulla pagina "Cinefabio93".
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