
Heath’s Ledger: Ned Kelly. Il ritorno a mamma Australia
L’Australia è una fucina di attori talentuosi e avvenenti da cui Hollywood attinge costantemente a piene mani. Ne abbiamo tanti esempi: il gladiatore Russell Crowe, il vichingo Travis Fimmel, il supereroe Hugh Jackman, la naiade Nicole Kidman, la musa Naomi Watts, Chris Hemsworth della Marvel, Liam Hemsworth di Hunger Games, Luke Hemsworth di Westworld… l’elenco – e gli Hemsworth – potrebbero continuare per ore.
Heath Ledger è stato uno dei grandi nomi d’importazione da questo affascinante e misterioso paese (dove misterioso è da intendere come “ma se sono discendenti di galeotti, come è possibile che siano tutti così fighi?”). Il suo rapporto con l’Australia come nazione è stato controverso: come, del resto, l’Italia, l’Australia è abbastanza nota per avere la “sindrome del papavero alto”, il bisogno di abbassare la cresta al connazionale che trova fortuna all’estero. Specie quando, come Heath, si tratta di qualcuno che non riesce ad avere rapporti sereni e diplomatici con la stampa.
Ma questa è un’altra storia, di cui si tratterà un’altra volta.
Nel 2003, dopo aver trovato altalenante fortuna hollywoodiana, essere stato una star in ascesa con Il destino di un cavaliere, un giovane attore di talento lanciato da film come Monster’s Ball e protagonista di flop commerciali quali Le quattro piume, Heath torna al paese natio per girare una pellicola dedicata a uno dei loro eroi nazionali: Ned Kelly, appunto.
Che, vi chiederete: chi cazzo è?
Vado a controllare.

Ehm ehm, dunque: Ned Kelly – ma lo sapevo, eh, ce l’avevo qui sulla punta della lingua – fu un fuorilegge imprigionato ingiustamente nel 1870 per aver lottato in favore della propria comunità contro la dominazione britannica.
Tipo Robin Hood, come genere, ma senza rubare ai ricchi.
Con un po’ di ACAB in salsa ottocentesca.
Il regista del film, Gregor Jordan, è il medesimo della pellicola che aveva lanciato Heath in Australia, Two Hands, un (intenzionalmente) surreale film sul mondo della malavita mai uscito sul mercato internazionale. Il cast di Ned Kelly è quasi tutto australiano, con un’eccezione: nel ruolo del braccio destro di Ned viene scritturato l’irlandese Orlando Bloom, fresco fresco del successo riscosso da Il Signore degli Anelli.
Che già allora aveva l’espressività e la voglia di recitare di una vongola, ma non infieriamo ulteriormente.
Sulle vongole.
Nel film anche l’altro “pirata dei Caraibi” Geoffrey Rush, con cui Heath tornerà a recitare in Paradiso + Inferno anni più tardi, e la suddetta Naomi Watts, con cui scoccò la scintilla.
Heath e Naomi ebbero una relazione lunga due anni, nonostante la differenza d’età. Naomi aveva undici anni di più, ma considerata l’età delle donne con cui Heath aveva fino a quel momento avuto relazioni a lungo termine, Naomi era tutto sommato una giovinastra.
Ma bando al gossip e torniamo a Ned Kelly. Nonostante la componente storica e biografica, finì per essere un film sentimentale e d’azione soprattutto e così venne percepito al di fuori del territorio prettamente australiano. Viene lodata l’interpretazione di Heath, anche se la carica emotiva del film va un po’ “lost in translation”, poiché è come se noi italiani pretendessimo che un australiano si emozionasse su un film riguardante… Cavour.
No, dai, Garibaldi.
Facciamo il Balilla, dai. Direi che ci siamo.
Un film peso e serioso sul Balilla.
Come se ne può dedurre, nonostante il mio amore per Heath e la presenza di questo film nella mia collezione, non è tra i miei preferiti: lo trovo ben fatto, ma, come dire… soporifero.
Però devo dirvelo: non è il film peggiore che abbia mai girato. Non è, indubbiamente, il film orrendo a cui facevo accenno la scorsa volta.
Quello ve lo lascio per il prossimo appuntamento, ed è una spina che, ahimè, bisogna togliere prima o poi. L’elefante nella stanza che anche la fan più accanita deve elaborare.
Siamo all’orrore vero, roba che la rubrica Lammerda impallidisce al confronto.
Vi ho messo hype?
Sto piano piano recensendo tutti i film in cui ha lavorato Heath nella sua breve carriera e usciti sul mercato italiano. Qua gli episodi precedenti del “registro”: