Film

Heath’s Ledger: “Il Patriota”

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Il patriota, locandina originale

Secondo articolo dedicato alla biografia di Heath Ledger guardata attraverso il caleidoscopio di  film a cui ha preso parte durante i suoi dieci anni di carriera hollywoodiana.

Dopo il successo della commedia 10 cose che odio di te, Heath sceglie di stare fermo per quasi un anno. Gli vengono offerti solo ruoli simili a quello di Patrick in altre commedie adolescenziali, ma il ragazzo punta a cambiare totalmente genere. Non è scontato per lui riuscire a farsi prendere sul serio. Per sua stessa ammissione, sostiene molti provini e tante volte arriva a pochissimo dal spuntarla, salvo poi un nulla di fatto.

Prossimo quasi a tornare in Australia con le pive nel sacco, Heath fa il provino per il film Il patriota (2000). Può apparire bizzarra e quasi disperata l’idea di un attore australiano che tenta di entrare in un progetto sulla Guerra d’Indipendenza americana. Ma sono le scelte di casting del film probabilmente ad averlo convinto: per il ruolo di protagonista del film, infatti, era già stato preso Mel Gibson. Australiano come Heath, un vero mito in patria – dopotutto era Mad Max!! -, se c’era posto per lui, perché non avrebbe avuto qualche chance pure un giovane attore australiano di interpretarne il figlio?

Il regista del film, poi, è Roland Emmerich: tedesco, famoso fino a quel momento più per i film “catastrofici” che per le grandi produzioni storiche. Un team particolare, capace di toccare uno dei temi più cari agli americani prendendolo da una prospettiva inedita.

A quanto testimoniato da Emmerich, Gibson e dallo stesso Heath, il provino del ragazzo fu assolutamente orrendo, al punto che lui stesso a metà del colloquio si alzò, strinse le mani a tutti quanti e si scusò prima di andarsene. Ma quello che colpì in Heath, anche stavolta, fu il suo carisma innato e la sua presenza scenica. Il regista racconta che, quando iniziava a recitare, accentrava su di sé tutta l’attenzione, e questo lo colpì molto.

il patriota

L’altro motivo da tenere in considerazione era la compatibilità tra gli attori: e Mel Gibson e Heath risultavano molto credibili come padre e figlio, più di qualunque altra abbinata possibile.

Così, Heath viene preso per interpretare il ruolo di Gabriel, importante perché è il motore degli eventi del film: mentre il padre, reso cinico, è scettico di fronte alla guerra, il giovane è pieno di idealismo e di volontà di riscatto, specialmente dopo aver perso un fratello a causa degli inglesi. Saranno le sue azioni a rendere il padre un patriota e a lottare per la causa americana.

La pellicola incassa molto in patria e sicuramente la sua caratteristica più riuscita è la messa in scena: scenografia, costumi, comparse, è un prodotto che ha la magnificenza della vecchia Hollywood. Naturalmente, non il film in sé, ma l’intera tematica in tutta la sua (potente, quasi imbarazzante) retorica appare un po’ ridicola agli occhi di un europeo qualunque. Come spettatori, dopo tutto quello che abbiamo passato nella nostra storia, non siamo proprio tarati per non vedere quasi comicità involontaria in questo genere di film.

È la quintessenza di un film pre-11 settembre: non vi è alcun dubbio nella bontà degli americani, nell’orgoglio di far parte di quella grande nazione. I cliché sono innumerevoli. I buoni sono buonissimi e i cattivi sono cattivissimi – tanto che qua il Male è incarnato dal personaggio di Jason Isaacs, un attore che viene convocato quando si vuole la classica “faccia da cattivo DOC” senza troppo penare per caratterizzare il personaggio in maniera poco più approfondita.

Dico solo che Isaacs qualche anno dopo, sarà Lucius Malfoy (padre di Draco) nella saga di Harry Potter: e il personaggio suo ne Il patriota sembra Lucius Malfoy coi capelli neri anziché biondi.

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Questi sono gli ultimi anni in cui l’America ha ancora quell’innocenza – mentale, più che oggettiva – per produrre questi film privi di sfumature morali e dotati solo di grandi certezze. Heath ha ventuno anni: la sua performance viene comunque lodata e gli apre la strada a un portfolio più variegato di ruoli, che lo accompagnerà lungo tutto la sua carriera.

A questo punto, non è ancora un attore e un nome “da cartellone”. Ma questo limite è destinato a essere abbattuto molto prima di quanto lui stesso si aspetti…


Se volete dare un’occhiata agli articoli precedenti:

– HEATH’S LEDGER: “10 COSE CHE ODIO DI TE”

Francesca Bulian

Storica dell'arte, insegnante, fangirl, cinefila. Ama i blockbusteroni ma guarda di nascosto i film d'autore (o era il contrario?). Abbonata al festival di Venezia. "Artalia8" su YouTube, in genere adora parlare di tutto ciò che di bello e sopportabile gli esseri umani sono capaci di produrre.
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