Bene bene, dopo la presentazione del primo episodio in quel del Lucca Comics & Games, passati circa ventordici mesi, His Dark Materials arriva finalmente pure sui canali italiani. Più precisamente, su Sky Atlantic.
Maledetti, io volevo la messa in onda in contemporanea come per Watchmen, e invece siete così dannatamente 2011 stavolta.
Comunque. Ci eravamo lasciati con il primo episodio, che faceva un po’ da aperitivo tentando di spiegare il funzionamento di questo mondo alternativo popolato da umani e daimon. Con Lyra, la piccola protagonista della nostra storia, avevamo appena abbandonato il Jordan College dove lei era nata e cresciuta per volontà del suo sfuggente zio Asriel, allo scopo di seguire fino a Londra un’accademica misteriosa e affascinante, la signora Coulter. Tutto questo mentre nei dintorni del college cominciavano a sparire dei bambini e a Lyra veniva affidato in gran segreto dal direttore un oggetto misterioso, l’aletiometro – che, per distinguerlo da quello del film della New Line, possiamo chiamare amichevolmente “la bussola d’oro quadrata” (ora è chiaro perché hanno preferito un altro titolo).
Mi ci devo ancora abituare a questo cambio di design. Adesso sembra una di quelle meridiane da taschino che a volte si trovano impiegate nelle vecchie biblioteche come fermacarte.
Buona parte di questo secondo episodio verte sullo sviluppo del rapporto tra Lyra e la Signora Coulter, la quale sembra decisa a rendere la bimba una sorta di mini-lei. Per amor di verità, bisogna dire che la recitazione di Ruth Wilson è appena un pelo sopra le righe, con cambi espressivi e umorali fin troppo repentini, però è abbastanza efficace quando vuole trasmettere il senso di paura che la Signora Coulter è capace di suscitare nel prossimo dietro la facciata innocua. Per certi versi, Coulter diventa un po’ la trasposizione in chiave steampunk della strega cattiva delle fiabe.
Infatti, Lyra continua in questo frangente a indagare sulla scomparsa del suo migliore amico Roger, che noi scopriamo essere stato sottratto da un gruppo di rapitori di bambini dal nome parecchio spaventoso e suggestivo in italiano: Ingoiatori. Nel corso dell’episodio si scoprirà che la Signora Coulter, che Lyra all’inizio crede sua alleata, è molto più vicina a questi Ingoiatori di quanto lei immaginasse.
Sui bambini scomparsi indagano nel frattempo anche i gyziani, una popolazione nomade che si sposta via fiume e che in virtù della propria posizione sociale ha subito diversi rapimenti.
La serie His Dark Materials, forse ancora più del libro, sfrutta la formula del narratore onnisciente cosicché non è difficile capire che dietro gli Ingoiatori di bambini c’è il Magisterium. In altre parole: la Chiesa.
Già dal primo episodio la serie tv ha mostrato di voler essere chiara nel rappresentare la religione di questo universo per ciò che era nel libro, ovvero nient’altro che un’espressione del Cristianesimo, seppur di una realtà parallela in cui la Chiesa ha in Inghilterra potere politico riconosciuto. Se il film aveva infatti censurato ogni riferimento diretto alle gerarchie ecclesiastiche e alla figura di Cristo, qua il collegamento viene subito chiarito senza remore.
E insomma, già siamo in ballo, dentro una storia che ha in una Chiesa cristiana e perlopiù maschile il suo principale villain. Che “ingoia” bambini, tra l’altro, se la metafora non fosse abbastanza chiara.
Mentre Lyra spia le mosse della sua nuova tutrice, in molti passaggi dell’episodio viene caricato un concetto molto importante in questo universo, ovvero il rapporto tra esseri umani e daimon. I daimon, di aspetto animale, sono in questa realtà la manifestazione fisica dell’anima della persona. Il che significa che non possono, idealmente, allontanarsi troppo, che fare del male al daimon significa fare del male all’individuo e viceversa, che infine la loro soppressione porta alla morte della persona.
Che poi, forse vedendoli sotto forma di immagini, mi sono posta tante domande sui daimon che mica mi erano sovvenute alla lettura – almeno, non credo: del resto la trilogia l’ho letta a 15 anni, quindi se avete nozioni più fresche fatevi sotto.
Ovvero:
se il daimon di un bambino non ha un aspetto stabile ma può mutare forma, perché davanti a una porta chiusa a chiave non si trasforma in un insetto per passare dall’altra parte e poi aprirla?
E a quel punto, se potesse farlo, che senso avrebbero porte e serrature?
Forse non possono perché avere una porta in mezzo anche per pochi secondi rappresenterebbe un fattore di rischio. Ha senso. Ma, a quel punto: se i daimon sono così delicati, e l’uccisione di un daimon porta alla morte dell’essere umano, ha senso che il tuo daimon si stabilizzi in qualcosa di fragile come una falena o uno scarafaggio? Meglio un orango, una tigre bianca o un coccodrillo, tutto sommato. Sono più difficili da fare fuori.
In ogni caso, l’episodio funziona nel suggerire uno degli aspetti più importanti della storia, ovvero il dolore fisico che può provocare la relazione tra umano e daimon non appena il loro legame viene compromesso. Questo aspetto sarà molto importante nello sviluppo.
A proposito di spoiler: mettendo un attimo da parte la bella sigla iniziale, che praticamente spoilera il libro successivo (secondo me), questo episodio si prende una gran bella licenza letteraria rilevando una verità che nel libro emerge molto più avanti, ovvero il reale legame tra Lyra e zio Asriel. Una scelta che mi ha colpita e che dà un importante segno, cioè che His Dark Materials sarà un adattamento sì fedele ma disposto a prendersi delle libertà se lo riterrà opportuno.
In queste prime due puntate, ho notato la volontà di correggere alcune lungaggini del libro La bussola d’oro – che io adoro ma cui è universalmente riconosciuta una certa lentezza a “entrare nel vivo” – per cercare di tirare lo spettatore dentro la narrazione, sorprenderlo e inquietarlo al fine destare la sua curiosità.
Per quanto concerne l’inquietante: la scimmia dorata di Mrs. Coulter lo è parecchio. Roba che te la sogni la notte.
Sul lato tecnico, His Dark Materials non fa che migliorare, con una maniacale cura dei dettagli e un grande dispendio di energie (e soldi, immagino) per la realizzazione dei daimon – specie quello di Lyra, Pan, che pur prediligendo come nel libro le sembianze di varie tipologie di mustelidi cambia spesso forma.
Resta nelle retrovie, per ora, il grande mistero della saga, quello legato alla Polvere: una sostanza particellare invisibile a occhio nudo che a quanto pare sembra attirata dagli adulti ma non dai bambini. E non per colpa dei panni Swiffer.
Gli Ingoiatori rapiscono proprio bambini, quindi… insomma.
Sembra che tutte le strade portino al grande Nord.
Recensione degli episodi precedenti:
Episodio 1