Serie TV

House of Cards – 4×01 e 4×02

Ancora non ci credo, il momento è arrivato. Ho passato novembre, dicembre, gennaio e febbraio in compagnia di Frank Underwood (per motivi di studio eh). Non letteralmente, ma quasi (anche perché altrimenti sarei già finito sotterrato da Doug da qualche parte nel deserto). Ho analizzato ogni singolo aspetto di House of Cards, facendo congetture, ipotesi, tirando le somme di un prodotto che supera di gran lunga la qualità media della serialità televisiva contemporanea. Quindi, finalmente, posso scriverci sopra cazzate usando parolacce scurrili.

No dai, non ditemi che ci avevate creduto?

Di sicuro attenuerò i toni, ma non posso prescindere dalla maestosità della serie, di cui parlerò settimanalmente ogni due puntate (seguendo la programmazione di Sky). Quindi che dite, cominciamo con questa quarta stagione? Ci sarà qualche spoilerz, sapevatelo.

La terza si era chiusa con il botto, dopo tredici puntate di introspezione sulla coppia Frank/Claire, con quest’ultima che lascia il marito così, senza mezzi termini. Ora, non so voi, ma la cara first lady sapeva benissimo a cosa andava incontro, quindi era inutile piangersi addosso quando i confini etici e morali erano già stati ampiamente scavalcati. Non datemi del maschilista, ma sotto questo aspetto #teamFrank tutta la vita. Che poi chi prendo in giro, sono pazzamente innamorato del personaggio (nonostante i brividi che riesce a farmi correre lungo la schiena). E poi adoro alla follia Kevin Spacey. Anche sessualmente parlando, si capisce.

Perciò eccoci alla quarta stagione, che già dalla prima scena ricorda a tutto il pubblico dove siamo: all’inferno, o quasi.

lucas- house of cards

Quello che il povero Lucas Goodwin è costretto a fare, la prigione, le ombre, la perdita totale della speranza, sono un continuo memorandum del filo conduttore di House of Cards: l’assenza di pietà. Homo homini lupus se vogliamo fare i colti, ma è ciò che la serie vuol far trasparire. O mangi o vieni mangiato.

Anche se, a dirla tutta, la domanda che i fan si sono posti era soprattutto una: Claire si candiderà per la presidenza? Perché gli indizi erano stati tutti incasellati alla perfezione: le persone che la amano più di suo marito, la sua enorme ambizione e il sentirsi schiacciata dalla figura di Frank. Però, anche se si tratta di una serie TV, siamo a Washington, la terra del compromesso, quindi anche la signora Underwood non può lanciarsi alla presidenza così su due piedi, deve necessariamente partire dal basso. E, soprattutto, non poteva pensare di affrancarsi da suo marito con un ti lascio lapidario, perché le conseguenze arrivano tutte, una dopo l’altra. E se sei la first lady non puoi nasconderti, altrimenti i tuoi segreti ti troveranno e ti bruceranno sull’altare dell’opinione pubblica.

Perciò non c’è un vero e proprio stacco tra una stagione e l’altra (Tony Soprano docet), perché House of Cards deve mantenere un senso di continuità, anche a costo di essere anticlimatico nel tratteggiare l’ascesa di Frank e tutto ciò che essa comporta. Cioè, mica potete sempre avere la prima puntata della seconda stagione, siate obiettivi.

frank house of cards phone

Comunque, questi primi due episodi delineano una lotta intestina marito/moglie che avrà sicuramente un apice maggiore della scorsa stagione, perché entrambi decisi a non recedere dalle loro posizioni, con una Claire più agguerrita che mai. Nonostante i fallimenti iniziali che la sua scelta ha comportato, ha deciso di proseguire sulla sua strada, anche se la presidenza sembra sempre più lontana, soprattutto se c’è il primo inquilino della Casa Bianca ad ostacolare ogni tua azione. Ma la scelta che ha fatto si è riflessa nella sua personalità, molto più determinata che in passato, libera da quelle indecisioni che, nella sua mente, l’avevano convinta di essere intrappolata da Frank.

claire2- house of cards

Ad affacciarsi in questi episodi sono anche due forti figure femminili inedite. La prima è Leann Harvey (interpretata da Neve Campbell, la Sidney di Scream) che ha il compito di seguire la campagna di Claire (qualunque essa sia), e che ha già le palle di tenere testa a Frank. Chiamatelo poco. Leann è uno di quei tipici personaggi di House of Cards che sono sulla cresta dell’onda solo per un periodo, finché uno squalo non se li mangia o non spariscono tra i flutti: Zoe Barnes, Peter Russo, Garrett Walker, Raymond Tusk, Linda Vasquez, Connor Ellis (cioè il sosia di Álvaro Morata) sanno benissimo di cosa sto parlando, e potrei continuare la lista (ora come ora non vedo molto bene Seth, chissà).

La seconda è Elizabeth Hale, madre di Claire. Ci vuole poco per accorgersi del peso che potrà avere ai fini dell’intreccio: ricca sfondata, odia Frank, ha un rapporto conflittuale con la figlia e soffre di un linfoma che sembra aggravarsi sempre più.

abbraccio- house of cards

Quando non hai niente da perdere prendi decisioni estreme, e forse il suo aiuto potrebbe essere determinante per la campagna di Claire, perché qualcosa mi dice che alla fine le darà una grossa mano, anche solo per il disprezzo che prova per il presidente.

Ah, soltanto a voi quelle brevi immagini del candidato repubblicano hanno fatto venire in mente Renzi? Stai a vedere che tra selfie e showmanship gli sceneggiatori hanno copiato l’Italia. Belin che culo.

Comunque, queste prime due puntate di House of Cards hanno messo le basi per tutta una serie di sviluppi futuri poco rosei. Frank, anche se sembra si stia riprendendo, è sempre più a rischio, e l’uscita di prigione di Lucas non credo sia stata casuale. Tanto mi fido ciecamente di voi, cari sceneggiatori. Però fate parlare di più con noi Frank, che solo una volta in due puntate non mi basta, perché quando ci chiama in causa, consegnandoci il suo cinismo più puro, noi pendiamo dalle sue labbra come una falena attratta dalla luce.

Perciò, cari miei, bentornati a Washington. La partita ricomincia.

Fate un salto sulle pagine House of Card Italia e Serie Tv News

Edoardo Ferrarese

Folgorato sul Viale del Tramonto da Charles Foster Kane. Bene, ora che vi ho fatto vedere quanto ne so di cinema e vi starò già sulle balle, passiamo alle cagate: classe 1992, fagocito libri da quando sono nato. Con i film il feeling è più recente, ma non posso farne a meno, un po' come con la birra. Scrivere è l'unica cosa che so e amo fare. (Beh, poteva andare peggio. Poteva piovere).
Back to top button