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House of Cards – 4×05 e 4×06

Bene, rieccoci nella Washington non troppo fittizia di House of Cards. Le recensioni precedenti le trovate qui e qui. Dai che se le leggete sono un bimbo felice. Comunque, smaltite le botte delle scorse puntate? Sì? Tanto queste due sono più tranquille. Se si può definire tranquilla una crisi petrolifera, un presidente in fin di vita e due superpotenze mondiali sul piede di guerra.

Gente, si va a cominciare. Come sempre, spoilerz un tanto al chilo, siete avvisati.

Come volevasi dimostrare, Claire ha iniziato ad allungare i suoi tentacoli sul presidente ad interim Donald Blythe. Che ci sta, Blythe ha la presenza politica di un termosifone rotto, e se hai quel pezzo di gnocca di Robin Wright che ti circuisce, beh, glielo fai fare e zitto.

claire- conferenza stampa house of cards

Quindi la first lady inizia a farsi sempre più spazio nelle questioni internazionali, soprattutto la crisi petrolifera che sta mettendo in ginocchio gli automobilisti americani, costretti a pagare una cifra spropositata per la benzina. Si delinea allora una sorta di sfida due contro tutti: Claire e Blythe vs il resto della Casa Bianca. Con Doug in prima linea, pronto a far rispettare il volere di Frank.

Appunto, Frank?

frank ospedale house of cards

Frank ha bisogno di un fegato nuovo. Ma anche se sei il presidente degli Stati Uniti non sei per forza il primo della lista. Bah, io ci credo poco. Comunque, Doug dimostra la sua fedeltà assoluta, quasi commovente, prima proponendosi di donarne un pezzo, poi minacciando il ministro della salute di mettere il presidente in cima alla lista, anche se significa condannare un’altra persona. E, lasciatemelo dire, il modo in cui arriva il fegato per Frank è stato un bel pugno emotivo nello stomaco.

Ma il vero punto di svolta in queste due puntate di House of Cards è il lascito di Lucas. Nella lettera di addio (che se attenti alla vita del presidente devi mettere in conto di non sopravvivere) il giornalista ha scritto tutta la verità su Frank. Che, ai fini della trama, è solo la verità di un pazzo che ha cercato di uccidere la più alta carica politica del paese. Ma è comunque riuscito ad innescare due episodi all’insegna dell’A volte ritornano (già che siamo in clima da resurrezione).

In primis, Tom Hammerschmidt (l’ex direttore del Washington Herald), che sia per l’indagine della polizia, sia per l’interessamento della giornalista Kate Baldwin, rimette mano ai suoi appunti dell’intervista con Frank, intervista fatta per supportare la tesi “complottistica” di Lucas. E dubito fortemente che Hammerschmidt si fermerà, o farà gli stessi errori del suo ex sottoposto.

Poi Frank che sogna, nel limbo tra la vita e la morte (seguendo il filo de I Soprano e The Leftovers, per citare due esempi seriali), immaginandosi Zoe Barnes e Peter Russo, che tormentano il suo subconscio come un tarlo rosicchia il legno.

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Dai, volete davvero farmi credere che Francis J. Underwood ha una coscienza? Ci avete provato ma no, non me la bevo.

E infine il caro (in tutti i sensi) Raymond Tusk. Avviluppato nella rete da Claire, con una trama fitta che comprende Remy Danton, Jackie Sharp, Petrov, la Cina, Maccio Capatonda e il pupazzo Uan, si ritrova al G7 a Brandeburgo. Il motivo? Risolvere la crisi petrolifera e mettere d’accordo USA, Russia e Cina. Il vero motivo? Far capire a tutti che la first lady ha due palle quadre che manco The Rock fuso con Attila (anche se, pensandoci bene, visti tutti gli steroidi non scommetterei troppo sui gioielli di famiglia dell’ex wrestler).

claire petrov house of cards

E Claire ci riesce pure, convincendo Petrov a firmare il trattato e ridando l’amata benzina ai SUV stupra-ozono che piacciono tanto agli Stati Uniti.

Quindi, chi l’ha preso nel deretano a sto giro in House of Cards? Heather Dunbar, capro espiatorio usato da Seth per non rimetterci il posto (e, conoscendo Doug, anche qualcosa di più). Fatta uscire la notizia dell’incontro tra la candidata democratica e Lucas, la scelta del personaggio interpretato da Elizabeth Marvel (il cognome più bello del mondo, lasciatemelo dire) è decisamente suicida. Anche se decide, di fronte alla commissione investigativa una volta capitanata da lei, di dire la verità e divulgarne pubblicamente il video, il tutto risulta solamente uno spot elettorale contro un candidato che sta lottando tra la vita e la morte. Almost game over Dunbar, insert coin please.

Anche perché il nostro amatissimo Frank potrebbe violentare la Morte solo con lo sguardo. Rubato infatti un bel fegato giovane e nuovo di zecca, Underwood inizia la sua rapidissima ripresa. Blythe tira un sospiro di sollievo talmente forte che ricrea l’uragano Katrina. Claire invece si stupisce di fronte alla rinnovata fiducia del marito nei suoi confronti.

frank e claire sogno house of cards

Sarà vera? A me sembra di sì, anche perché senza di lei (anzi, con lei contro), Frank ha poche speranze di vincere. Ma il bellissimo sguardo in macchina finale è emblematico. Mister president is back. E non ce n’è più per nessuno.

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Edoardo Ferrarese

Folgorato sul Viale del Tramonto da Charles Foster Kane. Bene, ora che vi ho fatto vedere quanto ne so di cinema e vi starò già sulle balle, passiamo alle cagate: classe 1992, fagocito libri da quando sono nato. Con i film il feeling è più recente, ma non posso farne a meno, un po' come con la birra. Scrivere è l'unica cosa che so e amo fare. (Beh, poteva andare peggio. Poteva piovere).
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