Bene, rieccoci all’appuntamento del sabato con House of Cards, la serie che ti insegna ad essere il miglior politico del mondo. Omicidi inclusi nel prezzo. E pure le mie recensioni precedenti. (Per chi volesse recuperarle sono qui, qui, qui e qui).
E allora via, altra doppietta altre linee morali sorpassate. Solo io sono convinto che ce ne saranno ancora molte da calpestare? No eh? Comunque spoilerz, ocio.
Entrambe le puntate sono indirizzate verso un unico fine: consegnare a Claire la vice-presidenza. Anzi no, c’è un altro fine: farmi ammettere di aver sbagliato la previsione. Giuro, ero convinto che fosse un salto nel vuoto troppo rischioso anche per gli Underwood (e pure loro un minimo lo pensavano), eppure. Pensavo che sarebbe toccata la segreteria di Stato a Claire, in funzione della sua candidatura a presidente nella prossima tornata elettorale. Invece il piano era molto più contorto. Scemo pure io, stiamo parlando di Frank e Claire e siamo in House of Cards, Edoardo stai perdendo colpi.
Comunque, appoggiando Cathy Durant pubblicamente, la coppia inizia a lavorare sulla convention democratica dove i rappresentanti degli Stati hanno il compito di eleggere i candidati. E visto che il Texas ha vagonate di seggi, si parte proprio da lì per dare un senso compiuto alla possibile nomination della first lady. Il tutto tramite madre e figlia alle quali la stessa Claire voleva ciulare il posto nei primi episodi (dai non devo andare a controllare come si chiamano, vero? Grazie, lo apprezzo molto). Tolta la tradizione tutta americana del rappresentante dei singoli Stati di decantarne le bellezze (vi giuro ad un certo punto non ne potevo più), ecco che la presenza di Claire inizia a farsi sempre più concreta. Non solo, allo stesso tempo la Durant viene lentamente fregata, ignara di tutto quello che le sta accadendo intorno.
Qui Frank commette il suo primo errore. Lui aveva convinto Walker a consegnare il posto alla Durant, e lei lo aveva aiutato nel dare scacco matto al presidente (tolto il fatto che Claire e Cathy erano pure diventate amiche, grazie allo strumento degli dei chiamato beer-pong). A volte l’onestà e la trasparenza servono, e aver detto alla Durant quali erano i loro veri obbiettivi sarebbe stato molto più semplice per ottenerli. Ma quando si è abituati ad ingannare persino i propri genitori per ottenere ciò che si vuole, si dimentica che, forse, qualcuno ti è davvero fedele. Tolto Doug. Anche se Doug stava quasi per essere ammesso in una clinica per malati mentali, visto che vedeva nemici ovunque. Paranoia pura. Manco ai tempi del maccartismo.
E il buon Renzi Conway in tutto questo cosa fa? Si tromba quel gran pezzo di gnocca di sua moglie Trama anche lui, regolare. (Comunque vogliamo parlare della sua dolce metà? Da causare seri sconvolgimenti inguinali). E Frank ammette che si rivede molto nel giovane repubblicano, perché sta facendo esattamente quello che farebbe lui per danneggiarlo. La cara House of Cards e la sua romantica visione della politica americana, da fare tenerezza. Conway usa infatti la minaccia terrorista dell’ICO perché si sa che agli Stati Uniti piace quando qualche gruppo estremista attenta alla loro libertà. Così possono uscire (sì, ho usato il verbo uscire in maniera transitiva) le armi grosse e cattive e radere al per attaccare Frank, suolo asili ed ospedali. Che i bambini malati se la sono cercata, ammettiamolo.
Vabbé, cavolate a parte, i due si incontrano e sembrano pure vecchi amiconi (oh, quando si è fatti della stessa pasta), e qui Frank se la rischia. Fortuna che Leann riesce a dissuaderlo. E Doug che la voleva mandare al rogo. Ripigliati, che c’è bisogno di te al 100%. Buttata lì una frase come “L’unico motivo per cui esaltano Kennedy è perché gli spararono”, oltretutto detta a Conway, e non consegnata solamente a noi spettatori, si può andare avanti e fare finta che quando due politici si incontrano parlano del bene dei cittadini.
Uno dei momenti più toccanti resta comunque la morte della madre di Claire. Aiutata proprio da quest’ultima per permetterle di non soffrire più, riesce a far smuovere comunque le emozioni di chi guarda, sempre in bilico tra l’empatia e la convinzione che alla first lady non importi nemmeno di chi l’ha messa al mondo. Ma Claire non è come suo marito, e quella lacrima lo conferma. Poi si porta a letto Tom Yates. COSA? Fortunato bastardo, nel posto giusto al momento giusto. Solo in televisione succedono ste robe. Dal nostro lato della quarta parete mai una gioia invece. Comunque, mambo orizzontale a parte, la morte di Elizabeth arriva proprio al momento giusto, politicamente parlando. Perché, se l’opinione pubblica già ti adora, questa è una spinta emotiva che fa diventare la piccola palla di neve un’enorme valanga.
Ma il problema resta la Durant che, scoperto l’inganno, non vuole più saperne di aiutare gli Underwood, sentendosi tradita più sul lato personale che su quello politico, forse. Allora tocca alla maestria nell’oratoria di Frank risolvere la questione, con la maniera forse più semplice e brutale: la minaccia. Per un attimo mi sono convinto anche io che le stesse dicendo la verità, e nella stessa frazione di secondo la Durant ha intravisto l’anima tremendamente malvagia di Frank. Solo uno spiraglio sul suo vero io (quello che regala solo a noi spettatori), ma che basta al segretario di Stato per capire che non può mettersi contro il presidente. Sa che in qualche modo ne pagherebbe le conseguenze, e la perdita del posto potrebbe benissimo non essere la peggiore.
Quindi tocca a Claire far vibrare le corde emotive dei suoi elettori, e con il discorso alla convention spazza via tutte le incertezze. Così, in un lampo, marito e moglie vengono confermati candidati alla Casa Bianca per acclamazione. Una roba usata in passato per eleggere i papi (o dai Greyjoy per il loro re, se masticate la lingua de Il trono di spade). Hai detto niente. Però anche questa di House of Cards entra di diritto nella storia, mi sembra il minimo.
Perciò ora è il momento di agire definitivamente. Frank e Claire Underwood sono più che mai una cosa sola. Cari coniugi Conway, sarete pure giovani e belli, ma state attenti, che presidente e first lady hanno intenzione di spedirvi six feet under.
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