
Hurricane – L’uragano contro l’ingiustizia americana
“Qui inizia la storia di Hurricane (Uragano), l’uomo che le autorità hanno accusato per qualcosa che non ha mai fatto. L’hanno messo in prigione ma un tempo lui avrebbe potuto essere il campione del mondo”. Cosa c’è di meglio delle parole della fantastica canzone di Bob Dylan per spiegare al meglio la vicenda del pugile Rubin Carter, soprannominato l’uragano?
Una storia di sport (poco purtroppo), di cronaca (nera) e di razzismo. Perché ad una persona razzista niente dà più fastidio di un nero che fa notizia, ancora di più se il nero in questione i bianchi li mette KO dopo poche riprese. Come mettere al tappeto un uomo che fisicamente era inarrestabile, un arma da combattimento (“Da quel momento in poi decisi di prendere il controllo della mia vita, e cominciai a trasformare il mio corpo in un’arma”), un nero con orgoglio da vendere? Incastrandolo in una delle pagine più tristi della giustizia americana (il caso O. J. Simpson era ancora da compiersi). Una storia che smobilitò l’America, il mondo e la coscienza di tutti quanti. Pronti a combattere? Inizia la prima ripresa.
Trama dell’incontro:
Il ragazzo di colore è Rubin Carter (Denzel Washington), un ragazzino che da subito si scontra con il fatto di essere nero in un’America piena di pregiudizi. I piccoli guai con la legge in cui il bambino incappa, diventano da subito qualcosa di più e finisce subito in riformatorio. Tenere la personalità del ribelle Carter in un ambiente così pieno di leggi è molto difficile, infatti il ragazzo scappa.
Non essendo una volpe, si butta nell’esercito (posto con più rigore e leggi di quello non ne trovo), ma la sua fuga dalla legge non dura molto, visto che i poliziotti che l’avevano fatto finire in riformatorio lo trovano e lo ributtano in gabbia. Proprio in cella, quel posto che avrebbe potuto piegarlo, decide di prendere in mano la propria vita ed allenarsi per diventare un’arma. Quando uscirà sarà un pugile professionista e andrà alla ricerca della gloria: il titolo di campione del mondo. Ma anche il mondo pugilistico è un ambiente razzista e non a tutti i giudici va a genio vedere un nero (anche se lo direbbero negro) campione del mondo, perciò lo boicottano con i punteggi.
La vita di Rubin prende una svolta drammatica una sera come le altre non sul ring, ma in un bar dove avviene una vera e propria strage. Hurricane ancora non sa che quella vicenda gli cambierà per sempre la vita. Verrà accusato di triplice omicidio insieme al suo autista, e condannato a 3 ergastoli.
L’amicizia epistolare con un ragazzo con diversi problemi, Lesra (Vicellous Reon Shannon), e i suoi tutori cambieranno la vicenda dell’uragano.
È stato davvero lui a commettere gli omicidi? Perché è stato accusato? Cosa si cela dietro a questa torbida vicenda? Riuscirà un campione come Carter a resistere a quella che sembra un’ingiustizia? Hurricane sta per iniziare il suo incontro più difficile, quello per la sua libertà e per la propria vita. Guardate il film, rimarrete incollati allo schermo fino al gong dell’ultima ripresa.
Commento al film:
Il dramma diretto da Norman Jewison è un film che usa lo sport (la boxe), come contorno alla vera vicenda che ha segnato per sempre la vita di Rubin Carter. Perché purtroppo sarebbe bello raccontarne la storia solo attraverso vittorie, pareggi e KO; invece la vicenda si svolge tra carcere e tribunali. Il film che racconta l’agonia giudiziaria del pugile di colore ha una sceneggiatura chiaramente romanzata rispetto alla storia vera e propria, ma questo non cambia la grandezza del film.
Denzel Washington è a fuoco come poche altre volte. Lo spirito di Carter è ben delineato sia nella parte in cui rincorre il titolo mondiale (spaccone, orgoglioso, temerario) che nella parte in cui deve lottare per la propria vita (riflessivo, disperato). Poche persone sarebbero in grado di resistere ad un’ingiustizia del genere. Sarebbe molto più facile togliersi la vita e lasciarsi andare. Hurricane non ha mai mollato, si è sempre battuto per la verità. Con ogni sua espressione, Denzel riesce a far vivere allo spettatore lo stato d’animo che prova il protagonista.
Avrebbe meritato di più il premio Oscar per questo film che per Training Day, ma si sa bene che l’Academy fa un po’ il cazzo che le pare.
Colonna sonora imprescindibile dalla canzone di Bob Dylan (nel film c’è un pezzo in cui Bob la canta), che è un capolavoro immortale.
Un film che parla ancora una volta di razzismo, di un’ingiustizia, di un campione messo alle corde e colpito da ogni direzione, ma L’uragano non si è arreso e ha deciso di combattere fino al gong finale. Un film che vi emozionerà, riuscirete a resistere alla scarica di pugni che sta per arrivarvi?