
Hush – Il terrore del silenzio
In periodo storico pieno di home invasion sostanzialmente inutili e vuoti, eccezion fatta per La notte del giudizio, trovare un prodotto come Hush (uscito da poco nel circuito digitale Netflix) non può fare che piacere.
Questo titolo non vuole innovare o portare allo spettatore novità clamorose, bensì rappresenta un ottimo prodotto del genere che ha dalla sua l’enorme vantaggio di essere girato, co-scritto e montato dal grande e quasi sconosciuto Mike Flanagan (la cui nuova opera, Somnia, uscirà a breve) senza il quale sicuramente avrebbe rappresentato l’ennesimo prodotto mediocre.
L’esperienza da montatore non può che giovare moltissimo all’intero lavoro, nonostante però questo si veda molto meno rispetto alla precedente ed ottima opera Oculus, che arriva sempre a contenere un filo narrativo che scorre senza mai fermarsi.
La storia può sembrare semplice, ma non lo è affatto: la bellezza di chi sa fare bene questo lavoro è senz’altro quella di riuscire a rendere un film del genere giustificato in tutto – dai comportamenti allo sviluppo delle azioni, senza poi inevitabilmente creare personaggi che dimostrano un coraggio assurdo, al limite del ridicolo, o situazioni che non rappresenterebbero neanche lontanamente la realtà.
Il rapporto azioni/reazioni della protagonista, interpretata perfettamente da una semi sconosciuta Kate Siegel – anche co-scrittrice – alla sua prima e vera prova, trovano una giustificazione sempre plausibile – e già questo basterebbe per guardare questo film – e sopratutto naturale: Maddie sa che in una situazione normale del genere, 1 contro 1, non avrebbe molte chance, figuriamoci se parte svantaggiata dal fatto che è anche sordo-muta.
È un film che vive con 4 attori, intrattiene un’ora e venti senza mai risultare noioso ed è ambientato tutto in una piccola casa in mezzo al bosco. Ancora una volta salta fuori, quindi, il discorso che non servono cifre esagerate o chissà cosa per riuscire a creare un prodotto valido, che si distingua e che non risulti banale: serve solo capacità; capacità che Mike Flanagan ha e sta dimostrando pian piano.
Mike e Kate, lavorativamente parlando, sembrano trovarsi bene insieme: si erano conosciuti con Oculus, hanno proseguito con questo film e saranno ancora insieme per Ouija 2 (il primo era una cagata pazzesca – vedremo cosa riuscirà a fare Mike). La cosa personalmente mi fa molto piacere! Finora è stato un ottimo binomio, perché non dargli fiducia?
IN CONCLUSIONE:
Hush è un film che porta un po’ di aria fresca in un genere ormai troppo mainstream. È un film che riflette su alcuni comportamenti umani, riflette su emozioni particolari e sulla grande importanza che i cinque sensi hanno, e che troppo spesso viene data per scontata.
Hush non vuole portare innovazioni, vuole intrattenere bene e ci riesce senza alcun tipo di problema. Attori credibili, ottima regia così come montaggio e sonoro, ottima sceneggiatura e di conseguenza ottimo film. Vedetelo.
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