Come ogni momento di incontro, anche il cinema ha i suoi momenti di disagio sociale. Vediamo in questa classifica i principali binomi imbarazzo e cinema!
1 – La scena di sesso con genitori
La madre di tutti gli imbarazzi mondiali, che tu abbia 13 o 57 anni. Sei lì in mezzo ai tuoi vecchi, ti stai godendo un po’ di tempo con loro. Poverini, non li vedi mai, pensi. Beh, hai pensato male quando, sentendoti molto stanco, hai visto che c’era Basic Instinct sul primo canale e hai detto “Perché no?”.
Poi…
Un seno, una schiena…. Oh no, una scena di sesso!
L’imbarazzo e il concerto di schiarimenti di gola e battute evasive comincia le sue danze. Guardi la porpora del divano dei tuoi, avevi mai notato quel graffio? Bello quel quadro! Credo che andrò in bagno.
Poi il turbinio di domande nel tuo cervello: ” ma loro sapranno che io…?”, “ma anche loro…?”.
Terribile.
2 – L’attore/attrice avvenente con partner a seguito
Stai godendoti una serata con il tuo lui/lei. Ti stai stropicciando addosso all’altro, assaporando la dolce sensazione di poterti mostrare di fronte ad un essere dell’altro sesso con i capelli/barba scombinati e il pigiama.
È tutto perfetto.
Poi spunta Charlize Theron in abito da sera, Michael Fassbender a torso nudo, Emma Watson che balla, Jake Gyllenhaal che sorride. Imbarazzo. Tutto è rovinato.
A lui piace quella attrice e lei lo sa. Lei sbava per quello e lui lo sa. Lui sa che lei sa e lei sa che lui sa. Tutti sanno tutto.
Silenzio.
Che fare? Godersi la visione normalmente, esprimendo in modo sobrio il proprio apprezzamento a rischio rappresaglie, o montare la sempre classica faccia da schiaffi, rischiando comunque l’imbarazzo della palese ipocrisia?
Non dire niente. Non fare niente. Il più impercettibile segno di espressività potrebbe scatenare mille variabili, dal broncio diffuso alla rottura.
Altrimenti guardate solo cartoni della Disney.
3 – La scena commovente (solo per uomini)
Dannate convenzioni. Perché un uomo, in quanto maschio, non può sentirsi toccato da una scena?
Il cane sta morendo, un bimbo sta nascendo, un gruppo di amici soddisfatto sta celebrando il loro rapporto davanti a un tramonto, abbracciandosi e sorseggiando una birra. Un sorriso si storce, le guance si scaldano, gli occhi sembrano inumidirsi, ti stai commovendo. Imbarazzo. E non puoi. Che sei? Una donna? Devi resistere.
Invece vorresti gridarlo al mondo intero: “Guardatemi!”
Ricordo una volta al cinema all’aperto di Bologna. Ero lì con un’amica con cui avevo poca confidenza. Davano La mafia uccide solo d’estate. Il finale è un colpo devastante, tra musica, dialoghi, martiri della guerra alla mafia e bambini che crescono. Mi resi presto conto che almeno sei navi postali rompighiaccio di lacrime mi stavano rigando la faccia. Che fare? L’unica soluzione fu guardare altrove, mugolando un “Bello, eh?”
Sofferenza doppia.
4 – La scena commovente senza senso
C’è qualcosa di peggio del punto 3? Sì, c’è. Quando la scena, e questo vale per maschietti e femminucce, non è affatto commovente, ma a te, per qualche motivo, sia per traumi infantili o ictus in corso, QUELLA SCENA provoca cascate d’acqua a rotta di collo sul maglione.
Tutti avete quella scena. Non guardate dall’altra parte. Risparmiatevi la pantomima per quando assisterete a quella scena in presenza di altri.
Vi confesserò. La mia “QUELLA SCENA” possibilmente è la più incomprensibile di tutte. Per via di reminescenze infantili, in Jurassic Park, ogni volta che quella dannata stupenda musica parte, all’inizio del film, quando i dinosauri vengono inquadrati la prima volta, io dimentico ogni struttura sociale. Perdo lauree, diplomi e patenti e piango, piango come un pupo. Nonostante tutto, l’imbarazzo è inevitabile. Quando dice ” Si muovono in branchi” poi, sento chiaramente formarsi due ovaie nel mio stomaco.
Provate per credere e poi mi saprete dire.
Aiutate l’umanità e accettate che tutti gli altri abbiano la loro scena.
5 – La scena-fobia
Ragni, serpenti, scorpioni e zanzare…
E poi squali, tombe, spazi aperti, clown. Tutti hanno una piccola fobia, paura malata e totalmente irrazionale di qualcosa di specifico. Non vi dico la fatica a non uscire dal cinema per il ragno gigante de Il Signore degli Anelli, o per quelli di Harry Potter.
Il rischio di incorrere nel “ma dai, sei ridicolo!” ti attanaglia e allora ti costringi sulla poltroncina del cinema o sul divano.
La sala buia dovrebbe permetterti almeno di tapparti gli occhi. Con discrezione mi raccomando.
6 – Quando qualcuno ti mostra un film che ama e a te non piace
Tra amici è una situazione piuttosto usuale. “Hey, devi vedere quel film, è pazzesco! L’ho visto duecento volte!”. Se è un tuo amico molto probabilmente potrebbe avere ragione, perché dovrebbe avere gusti simili, ti conosce e sa quel che ti piace.
Guarda quel film, lo apprezzerai! Solo evita una cosa fondamentale: non guardarlo con lui!!

A parte che, per legge di natura, quanto maggiormente ti presentano entusiasticamente un film, più alta è la probabilità che finisca per deluderti.
Se lo ha visto duecento volte lo conosce probabilmente a memoria e non farà altro che mostrare il suo entusiasmo pazzesco per ogni singola scena, citando a memoria e facendo gesti inconsulti.
Ne consegue che non potrai apprezzare la visione e, inoltre, che lui presto si accorgerà delle tue non-entusiastiche reazioni e, invece di abbozzare, comprometterà ulteriormente la fruizione del film.
Amicizie a rischio per vedere Blues Brothers.
7 – L’esatto contrario
Hai letto il punto 6 ridacchiando e pensando a tutti i tuoi amici che hai guardato storto in quei casi?
Il tempo delle risate, degli ammiccamenti e delle gomitate d’intesa è finito. Sì, perché quasi nessuno possiede la lucidità per fare in modo che ciò non succeda.
Avete un film che sapete a memoria? Darete per scontato che diventerà oggetto di culto di tutta la popolazione mondiale, dimenticherete il principio del de gustibus e lo sottoporrete ad ogni essere senziente.
Vi accorgerete che il film non sta riscontrando il successo atteso e, forse, vedrete anche gente addormentata. L’imbarazzo prenderà il sopravvento sulla ragione. Un misto di senso di colpa e orgoglio vi spingerà solo ad aumentare la carica di coinvolgimento emotivo.
8 – Quando porti a vedere qualcuno un film orribile
Situazione 1 – Pomeriggio piovoso, un gruppo di amici converge abbacchiato verso la prima sala disponibile. Combattere la noia è l’obiettivo odierno. Il dilemma dei cinema contemporanei, spesso multisala, si pone al momento della scelta del titolo. Tra il gruppo di dubbiosi che mugola “Non so, fate voi..” decidi che vuoi essere quello di personalità e spingi tutti verso il titolo che ti ispira: “Non guardiamo quella roba da bambini di Mr. Bean, andiamo piuttosto a vedere quel film iraniano sulla donna che viaggia nel deserto a bordo di una nave carica di emozioni, dev’essere così culturalmente stimolante!”…
Situazione 2 – Hai visto il trailer dell’ultimo capolavoro del tuo regista preferito Bruno LiegiBastonliegi, in cui per due minuti un fabbro ha sbattuto una lira sulla testa di un monaco tibetano. Sei entusiasta e convinci tutta la compagnia alla visione collettiva…
Due situazioni. Un finale in comune: 92 minuti di fischi.
9 – Quando devi fingere che un film ti piaccia

Stai uscendo da poco con una ragazza, ogni mossa è studiata: vestiti, modo di parlare, argomenti…
Ogni cosa è preparata a puntino per far sì che tutto vada bene. Decidete di optare per un cinemino. Mossa sempre buona, qualcosa di vagamente culturale, meno dispendioso e pretenzioso di teatro o museo, semplice e sempre apprezzato.
Sceglie lei, ci mancherebbe.
La gentil creatura del Signore comunica la sua preferenza al notaio: Cinquanta sfumature di nero, oppure Le parole che non ti ho detto, oppure qualsiasi film che trasmetterebbero su La5.
E andò così: il nostro martire passò l’intera durata della pellicola a studiare un’elogio credibile al film scelto dalla preda, nonché a studiare, al buio, la mimica facciale necessaria alla messa in scena.
Fallirà. Non saprà fingere. Non otterrà nulla. Avrà speso dai 5 ai 10 euro per farsi male ai bulbi oculari.
La Stalingrado degli appuntamenti romantici.
10- Quando ti suona il cellulare al cinema
Metti silenzioso. Per Dio.