Ci avete mai pensato? Il cervello umano è naturalmente attratto, si nutre delle cose strane: più percepiamo un qualcosa, un soggetto distante dai nostri canoni di valutazione, più esso ci appare interessante e quindi ci attrae. Nulla di scientifico, solo un giudizio basato sullo spirito di osservazione, quindi se volete al massimo è pre-scientifico… o pirandelliano: fate vobis. Ma questo diventa quasi morboso quando si tratta di stranezze legate a persone fisiche, soprattutto se si tratta di disturbi mentali. E chi ha un amico autistico ha capito benissimo cosa intendo. Intendo seriamente autistico. Ovviamente se la malattia mentale è grave e in un certo senso supera la nostra soglia di sopportazione svilupperemo un senso di repulsa ma pur sempre interessato: ci nascondiamo ma con un occhio continuiamo a guardare; come voi fighette che avete paura degli horror.
Credo sia per questo che esistono così tanti film che trattano di disturbi mentali/malattie psichiatriche/pazzi folli che squartano gente perché sono attratti dal rumore del ferro crudo sulle ossa. Ma per oggi facciamo che l’ultima categoria la lasciamo da parte, arriverà un articolo anche per essa.
E quindi, immagino abbiate capito qual è l’obiettivo di oggi: ho scelto per voi i 15 migliori film sui disturbi mentali mai fatti. Poi dite che non vi voglio bene.

Premessa numero 1: quel “mai fatti” era una palese menzogna; non sono dotato di onniscienza né tantomeno della suprema visione contemporanea di ogni film esistente, ergo non ho sicuramente visto tutti i film sui disturbi mentali mai fatti.
Premessa numero 2: di film sui tanto sospirati disturbi ne esistono una marea e sono sicuro di averne visti anche troppi, ma ovviamente ho dovuto fare una cernita di questi selezionando quelli che PERSONALMENTE ritengo i più meritevoli. Sono sicuro di aver fatto solo le scelte sbagliate e sicuramente le vostre sono migliori delle mie, ma fatemi un favore: non lamentatevi, so’ gusti.
Premessa numero 3: la categoria “disturbi mentali” comprende un insieme di patologie largo e inoltre l’uso del termine può essere esteso anche a situazioni che probabilmente non costituiscono vere e proprie patologie, quindi non facciamo i rognosi del tipo “ma questo film non parla di disturbo mentale, gne gne, questo è sindrome da stress post-traumatico”. Vi mando a fanculo in anticipo, così non mi post-traumatizzo anch’io.
Premessa numero 4: non amo particolarmente i film troppo commerciali, quindi non ci saranno nell’elenco tamarrate come Sucker Punch. Scusa Zack, ti voglio malissimo.
Adesso che so che mi odiate possiamo cominciare.
A Beautiful Mind, regia di Ron Howard
Partiamo pianissimo con la schizofrenia e con 4 Oscar, tra cui miglior film. Se il buongiorno si vede dal mattino… Un film toccante, bellissimo e delicato, dedicato a una delle menti più geniali dell’economia: il premio nobel John Nash. La schizofrenia è trattata in modo particolarissimo e inaspettato, con un Russell Crowe in una delle sue performance migliori di sempre.
Pi greco, regia di Darren Aronofsky

Già la matematica rende scemi gli studenti liceali, se poi questa diventa un’ossessione spontanea di un individuo che vi dedica la vita costantemente, 24 ore al giorno, per scoprire i mistici segreti legati al pi greco… beh, io tremo. La follia che si mischia alla matematica nell’opera prima di uno dei migliori registi in circolazione.
Psycho, regia di Alfred Hitchcock

Andiamo sul classico. Servono spiegazioni? Anche se non è il primo film sui disturbi mentali, è sicuramente il più innovativo per la sua epoca. Non sto qui a farvi la storia, tutti conoscono le follie malate di Norman Bates e altrettanto tutti sanno quanto Hitchcock sia un figo.
Donnie Darko, regia di Richard Kelly

Facciamo un salto temporale abnorme. Uno dei film che più ha disturbato i cervelli del pubblico adolescente (e non), dall’interpretazione intricata, fottuta e apparentemente inspiegabile, con Jake Gyllenhaal: ormai un cult intoccabile. E di nuovo schizofrenia, solo che stavolta vediamo conigli demoniaci e la fine del mondo… bene!
L’esercito delle 12 scimmie, regia di Terry Gilliam
Tutti amano Terry Gilliam, giusto? Sì, sì, l’uomo che ha fatto il film sulla droga più famoso di sempre. Scusa Danny. Beh, insomma, questo è un film post-apocalittico con un Brad Pitt decisamente spostato e spossato e Bruce Willis che – mi fa male dirlo – recita bene.
Forrest Gump, regia di Robert Zemeckis
Se parliamo di disturbi mentali, Forrest Gump è uno che ne ha tanti. Troppo crudo, dite? Che poi non è vero, in realtà è solo un tizio con uno sviluppo cognitivo al di sotto della norma, in altre parole un ritardato. Perché deve suonare per forza come un insulto? Ebbene sì, questo è uno di quei film dove potete dirmi “ma non è un vero e proprio disturbo mentale il suo, stupido ignorante”, quindi prego: l’ho messo apposta.
Oh sì comunque, indimenticabile il film di Zemeckis.
Si può fare, regia di Giulio Manfredonia
Scusate non ho resistito.
Ho voluto dare un po’ d’onore anche al cinema italiano e a Claudio Bisio, che mette in scena qui probabilmente la sua miglior prestazione da attore. E comunque questo è anche un modo alternativo di guardare al disturbo mentale, con un filtro che non sia di denuncia o pseudo-horror/thriller, ma che sia piuttosto il filtro del cuore, come noi italiani sappiamo fare quando ne abbiamo voglia. Lacrimuccia, fazzoletto e andiamo avanti.
Il gabinetto del dottor Caligari, regia di Robert Wiene

Giusto per passare da un estremo all’altro: quella definita da tutti come l’opera simbolo dell’espressionismo tedesco, quella definita da me come una figata pazzesca. Un film completamente fuori da ogni concezione, rivoluzionario, allucinato, magistrale, un classico senza tempo. Gioca col tema del doppio in modo sublime e usa l’allucinazione come espediente narrativo.
Shutter Island, regia di Martin Scorsese

Anche Scorsese ha voluto dedicare dello spazio ai disturbi mentali e guarda caso ne è uscito un capolavoro. Strano, non te lo aspetteresti mai da Scorsese. La costruzione di questo film è perfetta e ansiogena al punto giusto e quando arriva il colpo di scena nessuno può essere pronto. Come nessuno è pronto a capire il finale.
American Psycho, regia di Mary Harron

Eccolo qua: l’ennesimo cult e il film simbolo per eccellenza sul disturbo mentale indotto dalla frustrazione legata al proprio modo di vivere e quindi esprimente una forte denuncia sociale. Pensate se vostro padre banchiere di notte irrompesse in casa vostra per uccidervi, così, perché non gli piacete. È questa la tipica sindrome da stress post-traumatico di cui parlavamo prima, no? Lo stress ti genera un trauma e nel post-trauma uccidi gente, giusto? Va bene la smetto.
Split, regia di M. Night Shyamalan

23 personalità diverse bastano come disturbo mentale, immagino. James McAvoy è magnifico, altro che dottor Xavier. Personalmente lo ritengo il miglior film di Shyamalan (potevate dargli un nome più facile comunque), dove il ruolo del protagonista è utilizzato perfettamente per costruire un universo narrativo che si ricollega ai precedenti lavori del regista. E anche le personalità (anche se non ne vediamo realmente 23) sono scritte e interpretate spettacolarmente bene.
Spider, regia di David Cronenberg

Continui scambi tra realtà, immaginazione e ricordo nel cervello di uomo disturbato e con un’infanzia difficilissima che prova, arrancando, a rimettere ordine, ma riuscendo solo a creare più confusione. Un uomo isolato dal mondo e abbandonato a se stesso in preda al suo autismo e ai suoi deliri senza via di scampo.
Fight Club, regia di David Fincher
Prima regola del fight club… aaaah, andate a fanculo, lo sapete tutti: Tyler Durden è uno dei nomi cinematografici più citati di sempre, così come il fisico di Brad Pitt è uno di quelli più efficaci per le sgrillettate donnesche dagli anni 2000 in poi. Ma Fight Club è questo e molto di più: ci sono anche le tette di Bob che sono indimenticabili. Il cult più cult del cinema contemporaneo e una delle denunce sociali più efficaci mai messe su schermo.
Shining, regia di Stanley Kubrick

Jack Nicholson è per eccellenza l’antonomasia dell’uomo pazzo; è assolutamente impossibile dire il contrario. Ognuno di voi, se pensa a un pazzo nel cinema, per prima cosa pensa a Jack Nicholson: matematico. Poi pensa a Jack Nicholson che sfonda una porta con un ascia e poi pensa a quanto cazzo sia incredibile Kubrick in ogni cosa che fa. Ops, questa era una frase da finto cinefilo intellettuale.
Qualcuno volò sul nido del cuculo, regia di Milos Forman
Ancora Jack Nicholson: sarà la sua faccia.
Questo è uno dei film più belli che mi sia mai capitato di vedere. Va oltre i disturbi mentali, è proprio un’opera cinematografica completa, che regala una gamma di sentimenti umani che non sono contenibili per un solo cuore. Sentito che poeta? Ma non mi farò prendere dall’enfasi e ritorno subito al focus. Qui la malattia mentale è protagonista assoluta (il film è ambientato in un manicomio), ma viene evidenziato il confine suscettibilmente labile che intercorre tra sanità mentale e pazzia. E spesso sono i pazzi ad essere i veri sani. Jack Nicholson è straordinario e in questo film vi farà innamorare.