
I diabolici: non un film di Hitchcock, ma quasi
CLOUZOT VS HITCHCOCK
Partiamo con le presentazioni: Henri-Georges Clouzot è stato un regista, sceneggiatore e produrre cinematografico francese tra i più famosi maestri del noir degli anni quaranta e cinquanta (come sa molto di Wikipedia questa presentazione…). Bando alle ciance, Clouzot fu un vero e proprio maestro del brivido e della suspence e oggi parleremo di uno dei film più inquietanti e interessanti della sua gloriosa carriera da cineasta (candidato all’Oscar, vincitore di un Leone d’Oro, un Orso d’Oro e il Grand Prix a Cannes… insomma, bravino, ecco).
Il film in questione, I diabolici, è sicuramente tra i thriller psicologici più belli degli anni ’50, un film che non ha nulla da invidiare a quelli del divino maestro Alfred Hitchcock (lui non ve lo presento perché confido in una vostra cultura base su tutte le cose di questo mondo… vabbé, sono buono, se avete bisogno cliccate qui, e qui, anche qui, date un occhiata qua… e facciamo anche qua. Ecco, siete pronti).
Facciamo però un piccolo passo indietro e iniziamo proprio dal vecchio zio Hitchcock: prima di essere film I diabolici fu un libro della coppia di scrittori francesi Pierre Boileau e Thomas Narcejac, pubblicato nel 1952. Immediatamente attirò l’attenzione di quel vecchio segugio da thriller e suspence di Hitchcock, che aveva fin da subito intuito il potenziale cinematografico della storia. Colpo di scena volle che i diritti per il libro furono acquistati a sorpresa e in anticipo rispetto ad Hitchcock proprio da Clouzot, che fu così in grado di realizzare il film tre anni dopo (1-0 per Clouzot).

Nonostante questo piccolo “sgambetto”, Hitchcock non si diede per vinto e nel 1954 la stessa coppia di scrittori pubblicò il libro Tra i morti, che il regista britannico traspose in film con il suo Vertigo o La donna che visse due volte (e dici niente… vabbè facciamo Hitchcock VS Clouzot 1-1 palla al centro).
DESCRIZIONE (NON “DIABOLICA”) DEL FILM
Adesso possiamo finalmente parlare della trama del film, SENZA SPOILER per non rovinare nulla a nessuno (non come fanno quegli idioti che quando ti raccontano la trama di Psyco ti dicono che la protagonista muore a metà film… ops…).

Christina è una donna malata di cuore che insieme al marito gestisce un collegio nella periferia di Parigi. La donna è vittima delle angherie e delle prepotenze del marito che non la ama, anzi afferma di averla sposata solo per interessi economici e in più (di bene in meglio…) la tradisce a sua insaputa con una delle insegnanti del collegio. È proprio l’amante Nicole a suggerire “da amica” a Christina un piano perfetto per uccidere il marito e liberarsi così dalle sue prepotenze e violenze. Così, durante la chiusura del collegio del fine settimana, le due donne attuano il loro “diabolico” piano e fanno secco il marito in una casa isolata nella campagna.

Tutto liscio, ma che thriller psicologico sarebbe senza una bella sparizione misteriosa del cadavere e varie inquietanti e inspiegabili apparizioni del defunto nelle aule del collegio che portano Christina alla follia? E, ciliegina sulla torta, anche un bel colpo di scena finale che rende gli ultimi dieci minuti del film inquietanti e psicologicamente disturbanti, ma non vi anticipo nulla, ovviamente. Anche perché il film si chiude con il seguente messaggio:
«Non siate DIABOLICI! Non distruggete l’interesse che i vostri amici potrebbero nutrire per questo film. Non raccontate loro quello che avete visto. Grazie per loro.»
Mi sembra abbastanza chiaro.

Il film è letteralmente un capolavoro della suspence e del brivido, un crescendo di situazioni al limite tra il folle, l’inquietante e con un pizzico di soprannaturale, come piace a noi. Un cupissimo bianco e nero avvolge tutti i personaggi, l’assenza quasi totale di colonna sonora rende il tutto ancora più freddo e glaciale. Degne di nota la scena dell’omicidio (sia nella regia che nel realismo) e le interpretazioni di tutti gli attori, in particolare la protagonista dal cuore debole. Un film che non ha nulla da invidiare a quelli del maestro Hitchcock e che merita sicuramente di essere citato tra i thriller più belli ed efficaci della storia del cinema.
Piccola nota finale: Véra Clouzot, moglie del regista, che nel film interpreta la protagonista malata di cuore, morì d’infarto cinque anni dopo l’uscita della pellicola, rendendola ancora più popolare… le coincidenze… quelle inquietanti…