Chi scrive è un superfan di Star Wars. Forse non uno di quelli che hanno letto ogni libro dell’universo espanso o giocato a tutti i videogame della Lucasarts, ma di sicuro appartengo a quella fascia che va matta per i film e per qualunque altra iterazione audiovisiva disponibile (special natalizi e spin-off sugli Ewok a parte). Pertanto potete bene immaginare il mio entusiasmo quando sono andato a vedere Rogue One: A Star Wars Story, probabilmente uno dei capitoli più spettacolari ed emozionanti della saga. Ma rispetto agli altri in che posizione sta?
Mentre cercavo di rispondere a questa domanda, mi è venuta l’idea di ripassare per bene tutte le pellicole e di fare una bella classifica generale, ordinata dal film meno riuscito a quello più “stellare”. Che probabilmente è un po’ la stessa cosa che è venuta in mente a più della metà del popolo di Internet in questo periodo, ma in fondo nulla mi impedisce di dire la mia. O sbaglio?
Perciò bando alle ciance e stiliamo questa classifica!
9. Star Wars: The Clone Wars (di Dave Filoni, USA, 2008)
Se siete tra quelle persone che non sanno minimamente dell’esistenza di questo film d’animazione, non vi preoccupate: è semplicemente perché è il più dimenticabile della saga.
Nato come episodio pilota per l’omonima serie animata trasmessa da Cartoon Network (che vi consiglio calorosamente di recuperare, perché è bellissima), The Clone Wars stupì così tanto George Lucas che decise di distribuirlo direttamente nei cinema. Una delle sue tante decisioni infauste.
Il motivo è presto detto: con una trama così poco avvincente (il salvataggio del figlio di Jabba The Hutt), un’atmosfera piuttosto infantile e un finale inconcludente che in pratica ti obbliga a vedere la serie, si nota tantissimo che questa pellicola in origine era destinata al piccolo schermo e a un target più basso di quello del fan di Star Wars medio. Alla fine è pure divertente, ma non è altro che una pallida ombra in confronto agli altri film.
8. Star Wars: Episodio II – L’attacco dei cloni (di George Lucas, USA, 2002)
Semplicemente il capitolo più noioso della saga. Oltre che quello più confuso, dal momento che in più di un’occasione la trama sembra andare da una parte per poi cambiare improvvisamente direzione.
Come se questo non bastasse abbiamo il tutt’altro che appassionante sviluppo della storia d’amore tra Anakin (un piattissimo Hayden Christensen) e Padme, con dialoghi che raggiungono livelli di banalità e sdolcinatezza mai visti prima (che ti è successo, George??!), e anche un utilizzo vergognosamente sottotono del Conte Dooku di Christopher Lee (che fortunatamente verrà approfondito meglio in The Clone Wars).
Restano alcune sequenze piuttosto riuscite, come l’inseguimento degli “sprinter” tra i cieli di Coruscant, che fa il verso a Blade Runner e Il quinto elemento, e quasi tutta l’ultima mezz’ora, dal combattimento nell’arena di Geonosis al fichissimo duello tra Dooku e il Maestro Yoda.
7. Star Wars: Episodio I – La minaccia fantasma (di George Lucas, USA, 1999)
Da molti considerato il peggior film di Star Wars, secondo me è una pellicola tutto sommato buona. Questo non vuol dire che non abbia difetti imperdonabili. Uno di questi ha un nome: Jar Jar Binks. Ovvero l’insopportabile spalla “comica” che tutti vorrebbero vedere morire male, ma che non solo riesce a cavarsela in ogni situazione nonostante la sua stupidità, negli episodi successivi diventa addirittura rappresentante del suo popolo, i Gungan (!!).
Vi è poi l’elemento politico, poco apprezzato dai fan, che in effetti appesantisce e complica eccessivamente la storia. Ciononostante, a differenza dell’episodio successivo, La minaccia fantasma riesce ad essere una pellicola divertente, a tratti anche appassionante.
Merito innanzitutto di personaggi carismatici, come il Qui-Gon Jinn di Liam Neeson e il giovane Obi-Wan Kenobi di Ewan McGregor, per non parlare del malvagio (e “badass”) Darth Maul, che comunque avrebbe meritato più spazio. Insieme questi tre danno vita a una delle scene più belle dell’intera saga: lo spettacolare duello a tre sulle note di Duel of the Fates di John Williams, con tanto di doppia spada laser impugnata dal cattivo. Mozzafiato anche la sequenza della corsa degli sgusci su Tatooine.
6. Star Wars: Episodio VI – Il ritorno dello Jedi (di Richard Marquand, USA, 1983)
“Il terzo è sempre il peggiore”. Così dice Jean Grey in X-Men: Apocalisse dopo aver visto Il ritorno dello Jedi. E in effetti il terzo capitolo della trilogia classica è purtroppo quello meno riuscito. E pensare che da piccolo lo adoravo! E forse è proprio questo il problema: è così infantile che lo si può apprezzare veramente soltanto quando si è bambini. Una volta adulti si notano maggiormente le evidenti cazzate.
E infatti, dopo un inizio promettente, con il rocambolesco salvataggio di Ian dalle grinfie di Jabba The Hutt (tuttora uno dei cattivi secondari più memorabili di Star Wars), la storia prende una piega a tratti ridicola: dalla morte stupida di Boba Fett, alla riproposizione di una Morte Nera, fino a quei maledettissimi Ewok. Sì, perché, se non bastasse l’assurdità di credere che degli orsacchiotti armati di sassi e frecce possano sconfiggere un’armata di soldati imperiali dotati di “blaster” e mezzi corrazzati, sappiate che il buon Lucas li ha ideati soltanto per avere dei giocattoli da vendere (!!!).
Fortunatamente gli aspetti positivi battono di gran lunga quelli negativi: compare qui per la prima volta l’Imperatore in tutta la sua malvagità, la battaglia spaziale del finale è spettacolare e il confronto tra Luke Skywalker e Darth Vader è carico di emozioni. Peccato solo che non si sia osato di più…
5. Star Wars: Episodio VII – Il risveglio della Forza (di J.J. Abrams, USA, 2015)
Il settimo capitolo della saga, il primo realizzato dopo l’accordo con la Disney, ha saputo riportare in auge nel migliore dei modi il mondo di Star Wars.
Il regista J.J. Abrams (già responsabile della rinascita di Star Trek) ha continuato in maniera intrigante la storia della trilogia classica, unendo al vecchio cast nuovi e amabili personaggi (Rey, Finn, BB8, Poe), introducendo mondi inediti e proponendo scene d’azione veramente spettacolari, il tutto rimanendo fedele allo spirito dei film originali.
Forse un po’ troppo, verrebbe da dire, considerato che, nonostante la pellicola sia comunque appassionante, tende a riprendere palesemente alcuni schemi dell’episodio IV. Alla scarsa originalità si aggiungono un eccessivo “fan service” e un cattivo (Kylo Ren) non proprio memorabile (o comunque memorabile per i motivi sbagliati). Ciononostante aspettiamo tutti con ansia il prossimo capitolo, The Last Jedi.
4. Star Wars: Episodio III – La vendetta dei Sith (di George Lucas, USA, 2005)
Se Il ritorno dello Jedi era un terzo capitolo un po’ sottotono, La vendetta dei Sith è l’esatto opposto. Infatti supera di gran lunga gli episodi precedenti, risultando il migliore della trilogia prequel. Cupo, spettacolare ed emozionante fin dai primi minuti (con l’imponente battaglia sopra i cieli di Coruscant), è il film in cui finalmente l’Impero sorge e Anakin Skywalker diventa Darth Vader. E qui bisogna aprire una parentesi: Hayden Christensen, che nell’episodio II recitava in maniera terribile, qui incredibilmente risulta molto più convincente, passando con naturalezza dal ruolo di buono a quello di spietato Sith. Ma non c’è solo questo.
Ian McDiarmid, nel ruolo dell’Imperatore, è qui finalmente libero di mostrare tutta la cattiveria del personaggio, dando vita a un’interpretazione memorabile. L’aspetto politico, da sempre il tallone d’Achille di questa trilogia, è gestito meglio e offre validi spunti di riflessione (“È così che muore la libertà: sotto scroscianti applausi” è ormai una frase cult). Le battaglie si susseguono senza sosta, più che negli altri capitoli messi insieme, avvincendo lo spettatore e non lasciandogli tempo di respirare (in senso buono).
Il meglio si ha nel finale, con il duello tra Anakin e Obi-Wan sul pianeta vulcanico di Mustafar, che riesce a superare in epicità quello de La minaccia fantasma, con l’aggiunta però di una nota tragica al tutto. Unici elementi criticabili: l’eccessiva CGI, una trama fin troppo fitta di eventi e l’apparente rapidità con cui Anakin passa al Lato Oscuro. Il resto è solo grande cinema.
3. Rogue One: A Star Wars Story (di Gareth Edwards, USA, 2016)
La prova che l’accordo con la Disney non vuol dire la rovina di Star Wars l’abbiamo avuta proprio con l’ultimo film uscito, Rogue One, incentrato sugli eventi che hanno portato all’acquisizione dei piani della Morte Nera da parte dei Ribelli.
Primo spin-off in live action della saga, ne è, come ho detto, uno dei capitoli che più ha stupito in positivo. E lo stupore è doppio se pensiamo che ha avuto una produzione travagliata, tra rimaneggiamenti allo script e vari reshoot. Pochi avrebbero scommesso che sarebbe venuto fuori qualcosa di bello, invece abbiamo avuto addirittura un mezzo capolavoro, a metà strada tra il film di guerra e di spionaggio, dallo svolgimento avvincente, con scene d’azione spettacolari e personaggi a cui è facile affezionarsi (Chirrut e K2-SO su tutti).
Solo lodi quindi per quello che da molti è considerato il film più cupo della serie dai tempi de L’Impero colpisce ancora. Poi, vabbè, dobbiamo davvero parlare di quel finale fichissimo, con quel Darth Vader cazzutissimo?
2. Star Wars: Episodio IV – Una nuova speranza (di George Lucas, USA, 1977)
Ci siamo. Il capitolo da cui tutto è cominciato. Quello con cui Lucas ci ha introdotto in quella “galassia lontana lontana…” dove si consumano le avventure di Star Wars.
Un film in cui fantascienza e fantasy si uniscono per dare vita a una “space opera” senza tempo, semplice (bene contro male) ma appassionante. E che ci ha fatto sognare di diventare cavalieri Jedi, di usare la Forza, di pilotare astronavi. Il tutto mentre (accompagnati dalle magiche note di John Williams) seguiamo la storia di Luke Skywalker, umile contadino che decide di salvare la principessa Leia e combattere il malvagio Impero Galattico, aiutato dal saggio Obi-Wan e dalla “simpatica canaglia” Han Solo, braccato da “lui”, Darth Vader, il cattivo per eccellenza, con quel suo look iconico e il respiro inquietante, privo di qualsivoglia forma di pietà.
Non un semplice film, uno stile di vita.
1. Star Wars: Episodio V – L’Impero colpisce ancora (di Irvin Kershner, USA, 1980)
Quando si fa un seguito è difficile fare meglio dell’originale, ma con L’Impero si è andati anche oltre. Hanno preso tutti gli aspetti migliori del film precedente e li hanno elevati all’ennesima potenza. Il risultato? Più avventura, più azione, più divertimento. E a tutto questo hanno aggiunto un maggior approfondimento psicologico dei protagonisti, nuovi personaggi (Yoda) e una love story brillantemente scritta tra Han e Leia.
Ma soprattutto è qui che le “guerre stellari” entrano veramente nel vivo: finalmente vediamo l’Impero e la Ribellione scontrarsi sul campo di battaglia, con il primo introdotto dalla celeberrima Imperial March di Williams. Ed è qui anche che Darth Vader, oltre a raggiungere i più alti livelli di malvagità (strangola due ufficiali che lo hanno deluso, tortura Han, lo congela nella carbonite…), si scopre essere il vero protagonista della saga, compiendo un percorso che si intreccia inevitabilmente (e drammaticamente) con quello di Luke e che culmina in quel “No, io sono tuo padre!” che ancora oggi rappresenta uno dei colpi di scena più geniali e sconvolgenti della storia del cinema.
Tutto ciò rende L’Impero colpisce ancora l’episodio più oscuro e maturo della saga, pietra di paragone per qualunque secondo capitolo di una trilogia e vero e proprio capolavoro cinematografico.