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I Medici 1×01/02 – Bene, ma non abbastanza

Premessa: la serie televisiva I Medici verrà recensita come trasmessa, in prima visione assoluta, dalla Rai: due episodi alla volta. Tengo a precisare che il non recensire ogni episodio singolarmente è riconducibile unicamente all’incapacità mnemonica del sottoscritto. La vecchiaia inizia a farsi sentire (vado per i venti) e scrivo in fretta, sennò mi dimentico gli episodi.

I Medici è una serie anglo-italiana, co-prodotta dalla Rai, che racconta l’ascesa al potere fiorentino della famiglia Medici. Se la serialità italiana fece un gran passo avanti grazie a Gomorra – La serie e 1992, prodotte da Sky, I Medici è il primo tentativo della TV pubblica italiana di realizzare un progetto dal respiro internazionale. Ci è riuscita? È ancora presto per dare una risposta, ma questi primi due episodi, pur con delle pecche, lasciano ben sperare.

La storia prende il via dalla morte del capofamiglia Giovanni de’ Medici e dal conseguente passaggio del testimone al figlio Cosimo, protagonista delle vicende narrate. Ogni episodio, nell’arco di circa 50 minuti, racconta fondamentalmente una vicenda storica: così se nel primo episodio vediamo la salita al potere della famiglia attraverso vari intrighi e sotterfugi al Vaticano, il secondo racconta indirettamente la guerra col ducato milanese. La struttura narrativa alterna tempo presente a flashback, ovvero ricordi del protagonista atti anche ad esplorare il rapporto col padre. Parallelamente a tutto ciò, vengono portate avanti le indagini riguardanti l’assassinio di Giovanni de’ Medici.

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La serie vanta sicuramente un’ottima ricostruzione storica, aiutata anche dall’aver avuto la possibilità di girare direttamente in diverse sedi storiche tra Roma e Firenze. Da un punto di vista tecnico è sicuramente avanti anni luce rispetto anche alla migliore fiction prodotta dalla Rai fino ad ora, anche se in alcune scene in interni la fotografia appare ancora troppo patinata.

medicimedici11-1000x600Il cast è internazionale e tra i nomi importanti spiccano senza dubbio quelli di Dustin Hoffman, che non ha bisogno di presentazioni, e Richard Madden, famoso per il ruolo di Robb Stark in Game of Thrones. Le interpretazioni sono di alto livello, elevando ulteriormente la serie rispetto allo standard della televisione pubblica, e in questi primi due episodi Madden riesce a tratteggiare alla grande il protagonista, uomo dalla grande sensibilità artistica costretto ad infimi giochi di potere. Non a caso, uno degli aspetti più interessanti di questi primi due atti è sicuramente il difficile rapporto tra lui e il padre, interpretato da Hoffman, uomo estremamente razionale, disposto a sottomettere la libertà del figlio al bene della famiglia.

Una piccola curiosità riguardo al cast: nel secondo episodio appare l’attore inglese David Bradley, interprete di Argus Gazza nella saga di Harry Potter e Walder Frey sempre in Game of Thrones. Consiglio la visione ai fan di quest’ultima serie: sono certo che troveranno divertente vedere Walder Frey baciare sulla fronte Robb Stark, non aggiungo altro.

Detto ciò, la presenza di un cast internazionale, pur assicurando un alto livello nelle interpretazioni, ha portato con sé un paio di problemi. In primis, la serie è girata in lingua inglese e un bravo attore italiano non è per forza un bravo doppiatore. Mi spiego meglio: Miriam Leone è un’attrice bravissima, ha stupito tutti in 1992 e si è confermata con Non uccidere. Peccato per il doppiaggio del suo personaggio, dato che in molti primi piani è evidente quanto il labiale si protragga oltre le battute (ri)recitate in sala doppiaggio.

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In secondo luogo, la presenza di star internazionali toglie, per forza di cose, disponibilità in termini economici ad altri settori della produzione. È questo il caso degli effetti speciali, usati prevalentemente per la ricostruzione degli edifici storici al loro stato rinascimentale. Infatti molte panoramiche non offrono soltanto degli squarci paesaggistici mozzafiato, ma anche una computer grafica abbastanza scadente. Comunque niente su cui non si possa chiudere un occhio, trattandosi di inquadrature brevi e sporadiche.

Gli episodi sono strutturati come ci è stato insegnato oltreoceano, tanti dialoghi inframmezzati da poca azione, accompagnata da un tema azzeccato. In sostanza, I Medici è comunque un enorme passo avanti rispetto alla standardizzata fiction televisiva, ma non siamo di certo ai livelli delle migliori serie americane. Ma, come ho già detto, è ancora presto per sentenziare. Il potenziale c’è. Il voto reale sarebbe mezza stella in meno, ma io gliela do sulla fiducia. Vedremo settimana prossima se confermarla o meno.

 

P.S. La sigla d’apertura è agghiacciante.

 

P.p.s. Se siete fan della serie, fate un salto dai nostri amici di I Medici Serie TV e I Medici – serie TV!

Mauro Paolino

Classe 1996, inizia a scrivere recensioni cinematografiche all'età di 15 anni. Appassionato di cinema, scrittura e storia dell'arte moderna, passa le sue giornate a guardare film, scrivere sceneggiature scadenti e coltivare la sua barba, nella falsa convinzione di sembrare un ragazzo intellettualmente impegnato.
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