Gli anni ’80 non sono mai stati così attuali. Ecco alcuni dei miei film preferiti dell’epoca.
La frenesia per Stranger Things ha risvegliato in tutti una certa nostalgia per i tempi della nostra infanzia, e per “nostri tempi” intendo i favolosi anni ’80. Così eccessivi, così innovativi, così frenetici, quei dieci anni hanno segnato in maniera definitiva l’immaginario culturale collettivo. Vuoi per le innovazioni tecnologiche (i primi effetti speciali, i primi computer e telefonini), vuoi per la moda e lo stile così caratteristici, gli Eighties sono vividi dentro la memoria di tutti i trentenni e poco più. E anche chi, come me, negli anni ’80 c’è solo nato, sente distintamente quell’impronta tanto folle quanto ingenua che ha caratterizzato uno dei periodi culturalmente più prolifici.
E non parlo di moda o di musica, ma chiaramente di film.
In quegli anni sono stati infatti prodotti buona parte dei cult che più cult non si può, quei film che anche a guardarli adesso non perdono di vitalità, che non invecchiano mai. Lo stesso non si potrebbe dire di certe pellicole uscite di recente, mentre quelle, vecchie di trent’anni, non perdono smalto.
Non ho intenzione di disquisire sulle ragioni di questo fatto (negli anni ’80 eravamo pieni di idee nuove e ora no? Avevamo ancora la capacità di stupirci mentre ora ci stufa tutto e subito? Chissà), ma con questo articolo voglio solo elencare i miei 6 film anni ’80 preferiti (anche se la lista sarebbe molto più lunga). Quelli che ho in VHS. E che, anche se so le battute a memoria, non mi deludono mai.
Ghostbusters: l’unico e il solo, di certo non il recente remake da brividi (e non da paura). Con un Bill Murray ai massimi livelli comici, i compagni di fantasmi e risate Dan Aykroyd, Harold Ramis ed Ernie Hudson, e i posseduti Sigourney Weaver e Rick Moranis, Ghostbusters è tra i film più citati di sempre. Il sequel non ha più raggiunto la stessa popolarità, e di certo non lo farà quello uscito da poco (meno male). Quando ai vari 1^ Aprile qualche azienda fa uscire la notizia fasulla di aver prodotto lo zaino protonico, una triste lacrima scende sul mio viso.
“Quando qualcuno ti chiede se sei un dio, tu gli devi dire sì!”
Blade Runner: il film di fantascienza per antonomasia, tratto dal libro dell’autore di fantascienza per antonomasia Philip K. Dick (voi non lo sapete ma avete visto parecchi film tratti dalle sue opere visionarie). Nonostante i vari “cut” che di versione in versione modificano leggermente la comprensione della trama e soprattutto del finale, rimane un cult assoluto. Il film a cui molti si sono ispirati dopo, senza mai però cogliere la stessa essenza di malinconia, decadenza e fortissima solitudine di androidi ed umani. Harrison Ford è tagliato per quella parte, Sean Young anche, ma è Rutger Hauer a brillare di luce propria con il monologo in parte improvvisato. Quando si dice essere bravi attori.
“Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi.”
Die Hard – Trappola di cristallo: va beh, ma che vi devo dire qui. C’è Bruce Willis giovane e coi capelli che sgomina cattivi tedeschi in canottiera e senza scarpe. Impossibile non apprezzare la sfacciataggine del nostro, e l’alone di irrealtà che ci porta a credere come assolutamente plausibile che un uomo solo possa combattere contro decine di criminali, incitandosi e incoraggiandosi ogni volta che ne fa fuori uno. E’ a suo modo un poliziesco atipico, anche se pieno di cliché, ma soprattutto è un film ricco di battute e situazioni entrate ormai nell’immaginario collettivo (qualcuno ha mai visto l’episodio “Doppia rapina” dell’Ispettore Coliandro?). Alla morte di Alan Rickman se n’è andato uno dei villain più spietati (e ben vestiti) del cinema.
“Hippy ya ye pezzo di merda!”
The Blues Brothers: Jake ed Elwood, i Blues Brothers, nascono da dei siparietti comici che John Belushi e Dan Aydroyd mettevano in scena al celeberrimo Saturday Night Live, cantando ballando e facendo morire dal ridere. Il film però è entrato nella storia del cinema grazie ad un cast assolutamente fenomenale: i due infatti sono circondati da artisti del calibro di Ray Charles, Aretha Franklin, Cab Calloway e James Brown (che fa un prete! The Sex Machine, un prete!), e tanti altri musicisti che gli esperti conosceranno molto meglio di me. Un po’ musical, un po’ commedia, ci sono addirittura delle piccolissime parentesi romantiche, è incredibile come a distanza di anni faccia ancora ridere come il primo giorno. Merito ovviamente di quelle due facce di tolla dei Brothers.
“Sono 126 miglia per Chicago. Abbiamo il serbatoio pieno, mezzo pacchetto di sigarette, è buio, e portiamo tutt’e due gli occhiali da sole.”
Star Wars: ed arriviamo ad un altro grande grandissimo classico, uscito a cavallo tra anni ’70 e ’80. Il film della mia infanzia (infanzia, adolescenza e vita adulta, considerando tutti i gadget tematici che mi guardano dalla scrivania) e il film che ha rivoluzionato l’universo fantascientifico. George Lucas non ha solo creato una storia, ma un immaginario intero, una mitologia, che hanno preso vita e sono diventati reali. Non parliamo poi di costumi ed effetti speciali, davvero speciali per l’epoca, basti pensare al trucco prostetico degli alieni e agli animatroni. E’ la saga più bella della galassia, parola d’onore. La Forza scorre potente, in essa.
“Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana…”
Indiana Jones: ancora Harrison Ford (io già ve l’avevo detto che lo amo, proprio qui), ancora una trilogia questa volta d’avventura. Dopo Indy, ammettiamolo, non ci sono più stati film d’avventura – forse è un genere che al giorno d’oggi, complice la tecnologia, non cattura più di tanto. Ma quelle tre pellicole rimangono per me piene di magia. Oltre che ricche di dettagli iconici: il cappello, prima di tutto, immancabile nell’outfit del bravo esploratore, e la frusta, arma inusuale ma riuscitissima. Meravigliosa la scena di lotta tra un arabo armato di spada e il nostro, che lo stende seccato con un veloce colpo di pistola: forse non lo sapete, ma non era così che doveva andare, ma un’impellente necessità fisiologica ha costretto Ford ha concludere al più presto il girato…
“È il destino dell’archeologo quello di vedere frustrati anni e anni di lavoro e ricerche.”
+1 attore bonus, Kurt Russell: negli anni ’80, questo muscoloso ragazzone ha raggiunto – soprattutto grazie alle collaborazioni con Carpenter – un altissimo livello di notorietà, partecipando appunto a tutta una serie di action e horror imperdibili. Titoli come 1997: Fuga da New York, Grosso guaio a chinatown, La cosa, sono film che non passeranno mai di moda.
“Sei pronto Jack?” “Io sono nato pronto.”