Film

I Origins: occhio ai dettagli

A seconda dei punti di vista anche le cose che vediamo avranno diversi significati.

Bisogna utilizzare questa premessa per comprendere meglio il significato nascosto dentro I Origins. Un film intrigante e curioso, nel quale si mischiano e si alternano più generi. Questo microcosmo si apre con Ian, un giovane ricercatore scientifico, con la convinzione che dentro gli occhi si possa trovare il significato dell’esistenza di Dio. Questa sua passione lo porterà a conoscere Sofi e Karen, due donne agli opposti che riusciranno a conquistare il cuore del protagonista.

Alt, se arrivati a questo punto vi immaginate la classica storia d’amore difficile, tradimenti e lacrime, vi sbagliate. Mike Cahill, al suo secondo film dopo Another Earth, utilizza il pretesto del romantic drama per raccontare qualcosa di più grande che potrebbe coinvolgere, anche inconsapevolmente, ognuno di noi.

 

A volte le varie connessioni spazio temporali sfuggono alla vista dell’occhio umano, pezzi di un puzzle che sarà ricomposto solo dopo la scena finale. Lo spettatore viene trasportato in una dimensione metafisica, fatta di ipotesi e teorie, sospesa tra spiritualità e ragione.

L’amore diventa la variabile impazzita che allontana e avvicina i vari personaggi, ma permette a ognuno di riuscire a raggiungere una propria consapevolezza interiore. Tutti vivono dentro un grande ecosistema dove ciascun individuo ha bisogno della propria libertà per emergere. Religione, mistero, scienza ed emozioni s’intrecciano secondo la visione giapponese del filo rosso. Se due persone sono destinate a stare insieme così sarà. Non importa dove e quando, ma sicuramente s’incontreranno.

Una predestinazione che qui trova casa dentro gli occhi più che nel cuore.

Effettivamente le aspirazioni del regista sono un tantino ambiziose: spiegare l’origine del mondo, capire l’amore e trovare una giustificazione alla morte sono solo alcune. Ma ne esce fuori un film godibile che sa mischiare insieme gioia e dolore.

Tu lo sai che cosa sono i fasianidi? Sono uccelli. Uccelli che provano tutte le emozioni in un solo istante. Quando cantano, esprimono amore e rabbia e paura e gioia e tristezza, tutto insieme, mescolato in un unico suono magnifico. E quando gli capita di incontrare l’amore della loro vita, sono al tempo stesso felici e tristi. Felici perché capiscono di essere di fronte all’inizio, ma tristi perché in fondo sanno che è già finita.

Parafrasando le parole che la romantica Sofi dice al razionale Ian si possono descrivere le sensazioni che I Origins ti lascia addosso. Crea confusione, si apprezza la fotografia e la musica che portano ad un’immersione quasi totale nelle vite di questi giovani, ma quando finisce si rischia di rimanere in un limbo tra il ne voglio ancora o il mi sembra qualcosa di già visto.

A molti gli si scioglierà il cuore nella scena citata qui sopra, mentre altri, in maniera più cinica e sarcastica, si domanderanno tra quanti secondi il giovane innamorato sarà denunciato per stalking.

L’interpretazione di Michael Pitt volutamente fredda in Funny Games, pellicola voyeuristica sulla paura e la violenza, qui sembra non convincere fino in fondo. Forse paga anche il fatto che la presenza femminile ruba la scena. Astrid Bergés-Frisbey rappresenta la classica ragazza disagiata che con uno sguardo mi spezza il cuore. A proposito se ne parla anche un gran bene della sua prova in Alaska, film presente su Netflix, dov’è in compagnia del nostro Elio Germano. Mentre Brit Marling è già conosciuto da i fan di The OA e quindi lascerei a loro il giudizio.

In conclusione, se non siete ancora convinti di guardare I Origins, vi mostro la semplicità di questa locandina, che sicuramente saprà ammaliare il vostro sguardo e vi farà venir voglia di dare una possibilità a questo film indipendente e non troppo commerciale.

Nicolò Granone

Simpatico, curioso, appassionato di cinema, sono pronto a esplorare l'universo in cerca di luminosi chicchi di grano da annaffiare e far crescere insieme a voi, consigliandovi ogni tanto film da scoprire qui alla luce del Sole.
Back to top button