Eccovi il meglio della fantascienza post 2000.
Arrival | Denis Villeneuve – 2017
Fantascienza da Oscar avete detto? Allora la risposta è Arrival di Denis Villeneuve. Intimamente potente, capace di colpire lo spettatore sia visivamente (regia e fotografia spettacolari), sia emotivamente, perché la sceneggiatura ti spezza le gambe. Una fantascienza diversa dal solito, dove non c’e bisogno di raggi laser, futuri distopici o guerre interplanetarie combattute su pianeti dai nomi impronunciabili.
Un cast retto da una magistrale Amy Adams, che per qualche occulto mistero esoterico non è stata candidata all’Oscar, una regia potente, evocativa e adatta ad ogni situazione raccontata. Villeneuve si conferma un mostro sacro del cinema contemporaneo, trattando il primo contatto tra umani e alieni con una sensibilità e una forza visiva fuori dal comune.
Avatar | James Cameron – 2009
James Cameron, il film col maggior incasso della storia del cinema, apoteosi del 3D, favola ecologista da molti paragonata a Pocahontas: Avatar è questo e molto di più. Siamo in un futuro prossimo, in cui le risorse energetiche del nostro pianeta stanno venendo meno, la soluzione è andare alla ricerca di un miracoloso metallo presente sul pianeta Pandora. Tramite gli avatar gli esseri umani possono muoversi liberamente tra il popolo autoctono dei Na’vi grazie a un collegamento neurale che permetterà loro di scoprire il valore della libertà e del rispetto della natura.
Finito qui? Neanche per sogno, perché Cameron ha recentemente dichiarato che la saga di Avatar proseguirà per altri cinque (cinque!) capitoli. Siamo curiosi di vedere dove andrà a parare.
District 9 | Neill Blomkamp – 2009
Prodotto da Peter Jackson (papà cinematografico della saga del Signore degli Anelli e de Lo Hobbit) District 9 è un instant cult ambientato a Johannesburg, città natale di Blomkamp. I temi fondamentali sono però politici più che fantascientifici, visto che il film ci racconta della segregazione sopportata da un gruppo di alieni profughi (definiti in tono dispregiativo “gamberoni”) che vengono isolati in una specie di ghetto chiamato, appunto, Distretto 9.
Blomkamp fa un’allegoria al vetriolo dell’apartheid (tema scottante in Sudafrica) e soprattutto crea un tipo di fantascienza diverso, dove l’alieno non è per forza il mostro cattivo da distruggere.
Donnie Darko | Richard Kelly – 2001
Donnie Darko è forse il film che più ha affascinato la sua generazione di riferimento. Favola fantascientifica, sci-fi su viaggi nel tempo e realtà alternative, ma anche bildungsroman, ci racconta di Donnie e della terribile minaccia del coniglio gigante Frank: “28 giorni, 6 ore, 42 minuti e 12 secondi, ecco quando il mondo finirà”.
Film potente e complesso, fa scervellare gli spettatori sulle varie possibili interpretazioni (ne esiste una, data dal regista Richard Kelly), ma nonostante la sua ermeticità riesce a conquistare per via della descrizione dell’adolescenza, delle sue turbolenze. Donnie, interpretato meravigliosamente da Jake Gyllenhaal, è l’adolescente problematico per eccellenza, controverso e spaventato, fustigato da una società ottusa e bigotta. Un film indimenticabile, snobbato quando uscì, ma che col tempo ha finalmente occupato il posto che gli spetta: una pietra miliare della moderna fantascienza.
Elysium | Neill Blomkamp – 2013
Dopo aver fatto il pienone di elogi con District 9, Neil Blomkamp torna con più soldi, un cast più importante e una storia sulla sopravvivenza e sulla lotta per l’uguaglianza. In un mondo ormai diviso fra “poveracci lebbrosi che mangiano fango sulla terra” e “riccastri schifosi che se la godono sulla stazione spaziale Elysium”, Max Da Costa/Matt Damon si trasforma in un robot-umano against the machine per salvarsi da un male che lo ucciderà in cinque giorni e, allo stesso tempo, per riportare giustizia sulla Terra.
Purtroppo gli intenti metaforici di Elysium si esauriscono presto a favore dell’azione e dello spara-spara selvaggio, ma ehi, stiamo comunque parlando di azione con i controcazzi. Elysium, nonostante i difetti, rimane quindi un’opera altamente spettacolare, fortemente affascinante e soprattutto girata come dio comanda. Insomma, Blomkamp non riesce a confermarsi sul livello del lavoro precedente, ma regala al cinema un altro film di fantascienza di tutto rispetto.
Ex Machina | Alex Garland – 2015
Se mi chiedete “nella vita chi vorresti essere?” oltre a “Stephen King”, “Quentin Tarantino” e “Alessandro Matri” (e giuro che Federica Nargi non c’entra… giuro!) vi risponderei anche “Alex Garland”. Sceneggiatore, scrittore, regista, probabilmente se la cava anche come idraulico, Alex Garland a ventisei anni si è permesso di scrivere il romanzo The Beach (da cui il film omonimo di Danny Boyle) e pochi anni dopo la sceneggiatura di quel capolavoro di 28 giorni dopo. Ci capiamo?
Poi un giorno si deve essere svegliato con la voglia di dirigere un capolavoro e (notate bene che Ex Machina è il suo esordio dietro la macchina da presa) realizza un film che ti lascia a bocca aperta dall’inizio alla fine. Ambientato in una casa, con tre (tre!) attori, riesce a costruire una tensione allucinante, indagando in modo originale l’annoso dilemma del rapporto tra uomo e androidi, stabilendosi di diritto in questa top 20 dei migliori film di fantascienza post 2000.
Her | Spike Jonze – 2013
…oh, già, dimenticavo: vorrei essere anche Spike Jonze. Her, prima ancora che un film di fantascienza è una meravigliosa e toccante storia d’amore, molto più vera e profonda di quella robaccia alla Nicholas Sparks. Joaquin Phoenix (fratello del compianto River) è Theodore, solitario e triste ghostwriter di lettere personali che per lenire la sua solitudine sperimenta il nuovo sistema operativo OS.
Il suo OS è avanzatissimo e si relaziona col suo proprietario come se fosse una persona reale: il suo nome è Samantha e Theodore non potrà fare altro che innamorarsene perdutamente.
“Woddaffac!?” direte voi. Guardate il film e venite a dirmi se non avete finito tutti i fazzoletti che avete in casa.
Inception | Christopher Nolan – 2010
Inception è uno di quei film che cambiano il modo di vedere il cinema: iconico, surreale, per la prima mezz’ora sfido chiunque a capirci una beneamata favazza, ma quando a poco a poco il regista comincia a svelare le sue carte ecco che prende piede un action/drama fantascientifico come non ce ne sono. Scritto dal solito, eccezionale fratello Jonathan Nolan (e viene da chiedersi quanto del successo di Christopher dipenda dal fratellino), autore anche dell’adattamento televisivo di Westworld, ci racconta la storia di Cobb (Leonardo DiCaprio): indagatore non dell’incubo, ma dei sogni, estrattore di professione alle prese col caso più difficile della sua carriera? Perché? Perché il suo passato è sempre pronto a tornare per colpirlo… e non solo metaforicamente.
Interstellar | Christopher Nolan – 2014
Nolan fa doppietta col suo lavoro più recente, quell’Interstellar che è stato tanto (secondo me ingiustamente) criticato per via di supposti buchi di trama.
Prima di tutto c’è da dire che in merito a questo film Nolan dovrebbe riservare qualche favore sessuale al magnifico Hans Zimmer, che per l’occasione mette insieme una colonna sonora da pelle d’oca.
E poi finiamola con questa mania del nasino all’insù: forse non sarà al livello di Inception, ma Interstellar è un’esperienza visiva che ridefinisce il concetto di “mostrare i viaggi spaziali”.
Moon | Duncan Jones- 2009
Dal gargantuesco Interstellar al minimale Moon, eppure stiamo sempre parlando di grandissima fantascienza. Duncan Jones (figlio del compianto David Bowie) dirige un film con un solo attore, sperduto su una base lunare alle prese con sé stesso.
Di più non si può dire di un film che è un continuo colpo di scena e che poggia tutto sé stesso sulle spalle eccezionali (come tutto il resto) del grandissimo Sam Rockwell (visto ne Il miglio verde, Poltergeist e 7 psicopatici).
Moon è un film imprescindibile, a basso costo e che dimostra come la fantascienza elegante si possa fare anche senza i fanta-giga miliardi: bastano carta, penna e buone idee.
Monsters | Gareth Edwards – 2010
Monsters è il film d’esordio di Gareth Edwards, una delle tante nuove promesse del cinema sci-fi, che esordisce con un monster movie a basso costo (500mila dollari = una bella sega) originale, fresco, che lo porta subito a farsi conoscere dalla Hollywood che conta.
Ispirato a film come 28 giorni dopo, District 9 e Cloverfield, Edwards ribalta e rinnova molti stilemi del genere, raccontandoci la classica invasione degli ultracorpi in tono horror fantascientifico.
Inutile dirvi che non vi deluderà assolutamente: provare per credere.
Pandorum – L’universo parallelo | Christian Alvart – 2009
Horror e fantascienza possono convivere? Pandorum è la risposta.
Sull’astronave Elysium (turna!) il caporale Bower e il tenente Payton si risvegliano dal sonno criogenico scoprendo che la nave è allo sbando, che quasi tutti sono morti e che nel frattempo una nuova genìa di mostri assassini vagano per la nave, alla ricerca di cibo. Il tutto mentre una malattia mentale dal nome pandorum rischia di farli impazzire e la nave stia per spegnersi nella profondità dello spazio. Come faranno a sopravvivere?
Pandorum è un horror/sci-fi meraviglioso, con una tensione allucinante e un plot-twist finale da mani nei capelli. Non ve ne pentirete!
Predestination | Fratelli Spierig – 2014
Mi sbilancio e vi dico che tra tutti i film di questa lista questo è certamente quello che mi è piaciuto di più.
Con pochi attori e zero effetti speciali i fratelli Spierig mettono insieme un film maestoso, caratterizzato da storie dentro storie. Se vi piacciono i paradossi temporali e volete rimanere abbarbicati alla poltroncina col cuore spezzato in due questo è il film giusto.
Sarah Snooke ed Ethan Hawke ci regalano una prova da Oscar, ma quello che rimane più impresso di Predestination è la forza della sua sceneggiatura, i suoi simboli, la sua lucidità. Se amate la fantascienza, quella vera, quella che pone domande scomode, quella che stupisce sempre e comunque, Predestination è un vero e proprio must.
Rogue One: a Star Wars Story | Gareth Edwards – 2016
Anche Gareth Edwards torna in questa speciale lista, regalandoci uno degli episodi del franchise di Star Wars più belli di sempre.
Cupo, divinamente sceneggiato, Rogue One riesce a soddisfare i fan vecchi quanto quelli nuovi, elevando il finora deludente approccio dello spin-off a qualcosa di più. Il regista di Monsters riesce dunque a colmare una delle più grandi lacune della storia: come sono stati rubati i piani per distruggere la famigerata Morte Nera?
Protagonista è la bellissima Felicity Jones, alias Jyn Erso, figlia dell’ingegnere che ha progettato la stazione spaziale. Riuscirà Jyn ad aiutare l’Alleanza Ribelle?
Snowpiercer | Bong Joon-ho – 2013
Appartenente al sottogenere della fantascienza post-apocalittica, Snowpiercer ci racconta di un mondo ormai devastato e precipitato in una nuova era glaciale. I sopravvissuti vivono all’interno di un treno gigante sempre in movimento, i cui scompartimenti sono divisi in base alla ricchezza dei viaggiatori. Quelli di prima classe ovviamente pasteggiano ad ostriche e champagne, mentre i poveracci devono sgobbare e vengono nutriti con una gelatina marrone che io non toccherei nemmeno con un bastone lungo un metro.
Snowpiercer è un film crudo, con un evidentissimo sottofondo politico che gli dona ulteriore spessore e motivi per essere inserito in questa listona.
Sopravvissuto – The Martian | Ridley Scott – 2015
Dopo aver girato un film come Blade Runner, che ha cambiato i canoni della fantascienza, da Ridley Scott ci si aspetta sempre che quando tocca il genere sforni dei capolavori. Ecco, The Martian non è un capolavoro, ma rimane senza dubbio uno dei più film interessanti usciti nel recente passato.
Arricchito da una prova eccezionale di Matt Damon il film (basato sul romanzo L’uomo di Marte di Andy Weir) ci racconta la storia dell’astronauta Mark Watney che, in seguito ad un incidente, rimane bloccato su Marte e deve sopravvivere.
Watney deve usare tutto il suo ingegno e la tecnica avanzata di cui dispone per recuperare cibo e acqua sul pianeta rosso. Il riferimento a Robinson Crusoe è d’obbligo per un film che vi conquisterà.
Source Code | Duncan Jones – 2011
Anche Duncan Jones si merita la doppietta con questo Source Code, uno di quei film da seguire attentamente e che si svelano a poco a poco.
Jake Gyllenhaal è Colter Stevens, militare che si sveglia su un treno diretto a Chicago e non ricorda nulla di sé. Prima di un attacco terroristico che farà esplodere il convoglio ha giusto il tempo di scambiare quattro chiacchiere con Christina Warren e scoprire dove si trova la bomba.
Sono andato troppo in fretta, dite?
Beh, se vi dicessi tutto che gusto ci sarebbe?
Super 8 | J.J. Abrams – 2011
Con Super 8 il regista J.J. Abrams (autore de Il risveglio della Forza) ci regala la pura nostalgia degli anni Ottanta: prima di Stranger Things Super 8 ci racconta una storia di crescita e formazione in un periodo memorabilissimo. Il cast è pieno di giovani talenti come una ancora bambina Elle Fanning protagonista, bella, bella, bella in modo assurdo, di un film strano, strano, strano come The Neon Demon.
Un gruppetto di ragazzi sta girando un filmino (ovviamente in formato super 8) fino a quando riprende qualcosa che non doveva essere ripreso: un treno deraglia e poco dopo in città certi strani avvenimenti fanno supporre che qualcosa sia uscito dal convoglio…
The Lobster | Yorgos Lanthimos – 2015
The Lobster è una follia. Una follia di quelle belle, di quelle che ti giri intorno e ti chiedi “che cazzo sto guardando?”, ma lo chiedi senza veramente volere una risposta, perché è bello, e tanto basta.
Yorgos Lanthimos ci porta in un universo distopico, dove il mondo è diviso tra chi ama perché deve amare e chi non ama perché non deve amare. Un futuro/presente che critica aspramente quel tipo di società che non apprezza il valore intrinseco della solitudine. Un film potente e crudo, che scaverà profondamente nel cuore di chi guarda, senza alla fine lasciare risposte, ma solo domande spinose.
The Zero Theorem | Terry Gilliam – 2013
Per chiudere in bellezza eccoci qui con uno dei film più massacrati dalla nostra catena di distribuzione: uscito nel 2013 negli USA, in Italia è arrivato solo tre anni dopo, permettendoci così di ammirare finalmente l’ennesima follia visiva del regista di Paura e delirio a Las Vegas e – soprattutto – Brazil.
The Zero Theorem, che ha per protagonista quell’istrione di Cristoph Waltz, ci conduce in un mondo folle e visionario, dove il personaggio principale attende una telefonata che gli cambierà la vita per sempre.
Se non è grande fantascienza The Zero Theorem, allora ditemi voi cosa la è…
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P.s. trovate l’articolo anche sulla pagina dei nostri amici di Giornale7. Fateci un salto!