Film

If Only – Jennifer Love Hewitt e il talent movie opportunista

Dovesse esistere un premio specifico da assegnare alla categoria filmica di If Only, senz’ombra di dubbio si chiamerebbe IRTA. Ovvero Independent Romantic Talent Award. Un premio sia acronimo che aggettivo, adatto quindi anche a donne apparentemente depilate come Jennifer Love Hewitt. Una il cui secondo nome è “amore”, del resto, sa coprirsi i peli pubici e molto di più: pensate, si è autoprodotta un film su misura.

Realizzato da Gil Junger fra il 2002 e il 2003, If Only non fu scelto dalle compagnie americane per la distribuzione cinematografica e debuttò su ABC Family nel 2006. Meritava il piccolo schermo? Decisamente sì.

Assaggiamone insieme la trama.

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Samantha, una musicista americana, vive a Londra con il compagno Ian (Paul Nicholls), dal quale si sente ingiustamente trascurata. Sopraffatta dall’indignazione sceglie di lasciarlo, ma viene coinvolta in un incidente che ne causa la morte improvvisa. Colmo di rimorso, Ian dorme sonni agitati. Al risveglio, però, scopre che Sam è ancora viva e che il tempo sembra essersi riavvolto. Segue una treccia alla crema di romantiche avventure che sottoporranno Ian alla prova più ardua: mettere Sam al primo posto.

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Non è un caso che abbia deciso di prendere tre follicoli con un rasoio ideando l’acronimo IRTA: perché questi novanta minuti di Jennifer, oltre ad essere Independent ed anche oltremodo Romantic, colgono persino l’occasione di intentare un lancio discografico di modesta riuscita (da qui la dicitura Talent). In poche parole, se volete sentire Jenny gorgheggiare tra una romance commovente e l’altra, questi sono i novanta minuti giusti. Girati all’insegna del “dato che ci siamo”, ma degni di rendere umidiccia una serata poco pretenziosa.

Tematica senza dubbio accattivante, quella del tempo che si riavvolge. Soprattutto se serve a salvare la vita a Jennifer Love Hewitt, attrice oltremodo preparata. In questo film potremmo tranquillamente ribattezzarla “cipolla fresca“: è commovente e intensa (e ovviamente bella, come ogni cipolla fresca). È difficile, tuttavia, risultare pienamente convincenti quando la sceneggiatura del proprio film è gonfia di fronzoli inutili. Se, da un lato, appare chiaro l’intento di esaltare le capacità della Hewitt, dall’altro si scivola in digressioni da talent movie che nulla hanno a che vedere con la storia, anzi la pastrocchiano ridicolmente. Colei che ha il nome dell’amore mette quindi in scena una serie di capacità ex trama, rivelando pure ottime doti musicali. E se i brani presenti nel film sono stati scritti proprio dalla Hewitt, perché accipicchia non realizzare un film più mirato? Difficile non sentirsi smarriti: alla pizza Tuttigusti è stato aggiunto pure il dessert.

That’s too badGil Junger, ma a nome di tutte le pantofolaie annoiate e oltremodo sensibili ai film romantici, ti perdono.

Chiara Leoni

Germoglio appena ventisettenne, vive infestando riviste, siti internet e cartelloni pubblicitari. Naturalmente propensa a turbare la quiete pubblica in modo sempre più variegato, oltre a posare come modella scrive articoli, disegna e, a discapito di innumerevoli marinai dispersi, canta.
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