
Film di un’altra epoca – Il giullare del re
Molti di voi, ottimismo over 9000, conosceranno questa che è una delle scene più iconiche del cinema anni ’50.
Senza ombra di dubbio è, aperta sticazziparentesi, uno dei film che ha accompagnato me e la mia famiglia sin da praticamente sempre: uno dei film preferiti anche di mio padre e mio zio, spesso e volentieri alla domenica dopo pranzo era finito nel videoregistratore con noi che ripetevamo battuta dopo battuta a memoria.
La trama, alla fine, è abbastanza semplice. L’Inghilterra è governata da un re illegittimo, che ha sterminato la precedente famiglia reale tranne l’unico erede, il neonato più silenzioso del mondo che viene nascosto nella foresta da questo robinhoodiano e picaresco bandito che assieme alla sua banda trama per restaurare la legittima situazione. Il protagonista e nostro eroe è il giullare della banda del bosco, che fra ipnotismi, tornei e duelli ne combina davvero di tutti i colori.
Se controllate il cast, poi festa e gioia grande assieme ad una giovanissima Angela Lansbury, la produzione ha càttato sù tutta la crema dell’epoca senza badare a spese. La Dena Pictures spese ben 4 milioni di dollari rendendo Il giullare la commedia più costosa mai prodotta, che ovviamente fece clamorosamente flop ai botteghini fruttando solo 2.2 milioni di dollari, guadagnando però in seguito il mai troppo ambito titolo di cult. Per la parte del protagonista viene scelto Danny Kaye, stella fra gli altri del film Sogni proibiti, pellicola che ha ispirato quella carinissima stramberia de I sogni segreti di Walter Mitty. La parte del giullare gli è stata praticamente scritta sopra, sfruttando la sua immensa capacità di passare da commedia pura a musical, con momenti quasi slapstick. Faccio seriamente fatica a non ridere anche solo pensandoci.
Uno dei punti più forti di questo film, ché siccome ha ormai sessant’anni suonati chiameremo in maniera vintaggia pellicola, è senza dubbio la scrittura dei dialoghi. Ormai il cinema occidentale ha quasi del tutto perso la struttura a dialoghi serrati, quell’immediato botta e risposta quasi tennistico che invece ha caratterizzato molto il cinema dei bei tempi andati. L’unica eccezione che rimane ancora così è forse la Francia, che invece, vuoi per cultura, vuoi per canoni linguistici, rimane bella salda e ancorata a questo modello. Il giullare del re ha quindi una struttura perfetta e degli interpreti eccellenti, e i botta e risposta fra Kaye, Rathbone, Natwick e la Lansbury stessa sono meravigliosi, perfetti, letteralmente da pisciarsi addosso dal ridere.
Oltre a questo, sicuramente interessantissima ma forse più tecnica la fotografia e i colori accesissimi che il Technicolor gli dona, dando alla pellicola una cornice ancora più fiabesca e naïf.
Mi capita spesso di imbattermi in gente che oddio che schifo i film vecchi, si vede proprio che sono vecchi, sono così lontani dalla cinematografia moderna. Allora, posto che non necessariamente lontano dalla cinematografia moderna io lo vedo come un fattore negativo, questo film che alla fine sia per tematiche sia per la scelta di utilizzare tantissimo il cantato e le coreografie è una gigantesca fiaba, e come tutte le fiabe si basa su un mondo che tanto reale non può e non dovrebbe voler essere. Persino l’elemento magico/soprannaturale è presente, dato che la dama di corte Griselda alla fine altro non è che una strega con poteri ipnotici.
Ultimo punto, perché alla musica ci tengo e perché questa è una commedia musicale come andava tanto di moda all’epoca: le colonna sonora.
Il film si apre e pronti via: durante i titoli di testa Life Could Not Better Be viene cantata da un Danny Kaye che come era consueto negli spettacoli medievali introduce la fiaba a noi curiosi spettatori rompendo però la quarta parete finendo per scherzare con la troupe e facendo riferimenti al cast. Insomma, ambiziosi fin dal primo minuto.
Le altre canzoni poi sono tutte spettacolari, estremamente catchy e meravigliosamente coreografate.
Chiudo con un dubbio mio mio personale: chissà perché anziché fare musical da roba che non ha proprio arte né parte, non ne fanno uno basato su questa piccola gemma.
Misteri.