Nelle ultime settimane si è un sacco parlato di questo titolo, finito improvvisamente sulla bocca di tutti in modo inaspettato. La cosa interessante da scoprire è che, in realtà, di questo titolo si parla da circa 60 anni, dal 1962. Ciò non toglie che, almeno in Italia, Il ladro e il ciabattino è arrivato solo tipo l’altro ieri. Ok, ma perché?

Il ladro e il ciabattino è un progetto, un’idea di Richard Williams, professionista dell’animazione che si era messo in testa di voler realizzare il più grande film d’animazione mai fatto. Modesto, la tocca pianissimissimo. L’intuizione base era quella di animare il film, non, al solito, a 12 fotogrammi al secondo, ma a 24. VENTIQUATTRO FOTOGRAMMI AL SECONDO. Non so se riuscite a capire che questa è una follia. Animazione a 24 fotogrammi al secondo significa che per ogni secondo di durata del film vengono realizzate 24 tavole DISEGNATE A MANO. Cioè già è complicato animare in 12 fotogrammi, tu sei tutto scemo.
E, infatti, il problema è stato subito quello classico dei geni che hanno idee brillanti, innovative, rivoluzionarie, di quelle che possono cambiare l’umanità, aumentare il progresso, salvare i panda, ma non riescono a metterle in pratica: i soldi. CAPITALISMO BASTARDO!
Perché, è importante che sia chiaro, in generale la scelta dell’animazione è già una mossa ardita. Pensateci un secondo. L’animazione costa di più, prevede uno staff di persone decisamente superiore a quello richiesto per la lavorazione di un film (sì, dipende, ma generalizzando è così, che infrangizebedei che siete), richiede più tempo e, infine, il prodotto che ne deriva viene visto dal pubblico medio come un film per bambini, assolutamente non apprezzato per le sue caratteristiche tecniche. Fare l’animatore è un lavoro quasi più infame che fare il prof. di matematica.
E quindi il primo problema di Williams è stato trovare i soldi per realizzarlo, questo Il ladro e il ciabattino. Ora, non voglio farvi la ricostruzione archeologica della storia produttiva dietro a questo film. C’è già un video che ricostruisce perfettamente tutto ciò che c’è da sapere. Peraltro, il proprietario del canale del video in questione è anche colui che si è sobbarcato l’incarico di realizzare il doppiaggio italiano del film. Quindi, per dire, grazie. Grazie per averci portato questo capolavoro perduto.
Quindi, in breve: Williams ha avuto mille cazzi da risolvere. Soldi che finivano, orari lavorativi da far impallidere Stachánov, sospensioni, rinvii, Steven Spielberg, la Disney, la Warner. E che cazzo, pare La storia infinita.
Spielberg, esaminando un campione di girato de Il ladro e il ciabattino è rimasto folgorato dalla grandiosità delle immagini, tanto da rivolgere a Richard Williams un’offerta lavorativa: quella di animatore capo di Chi ha incastrato Roger Rabbit?. Me cojoni. Ah, e poi il buon Williams era anche il regista di Canto di natale, quello del 1971 che ha vinto l’Oscar al miglior cortometraggio d’animazione. Insomma, un tizietto importante nel campo dell’animazione, senza contare le sue varie collaborazioni con la Disney.
Spielberg comunque alla fine non è stato di nessun sostegno al nostro Richard, il quale sta assumendo sempre di più la forma di un martire. Il malvagio, turbocapitalista Steven, invece, ha aperto una casa di produzione concorrente a Williams. Bravo, chapeau.
Questa storia ha avuto un esito tragico, almeno per chi l’aveva ideata. Infatti Williams, dopo aver tentato in tutti i modi per più di 50 anni le realizzazione di questa sua visione, dopo aver perso l’ultimo treno che si chiamava Warner Bros. – che lo licenziò per ritardi produttivi -, decise di abbandonare per sempre il progetto. Pianti, urla, grida. Ma c’è un ma.
Per varie mille cose produttive che non sto qua a spiegarvi, a un certo punto la produzione de Il ladro e il ciabattino è passata nelle mani di Fred Calvert, il quale detiene tutt’ora i diritti del film. Calvert è stato l’unica persona che ha più o meno trattato con rispetto il lavoro di Williams. Sì, perché dovete anche sapere che la pellicola era uscita, già nel 1993 (comunque 30 anni dopo il concepimento), ma dopo pesanti tagli e rimaneggiamenti che l’avevano trasformata in un obbrobrio. Anche in Italia, ci ha pensato Weinstein. CHE GIOIA!
Fatto sta che solo grazie a Calvert, che ha conservato il materiale originale, oggi possiamo vedere Il ladro e il ciabattino nella sua forma definitiva. Cioè, oddio: definitiva è una parola grossa, dato che il film non è mai stato portato a termine, però è quanto di più vicino ci sia all’idea originaria di Williams. Vi avviso che, proprio per questo motivo, vi troverete davanti ad un film incompleto, in cui alcune scene sono ancora allo stadio di storyboard o addirittura di bozze di disegni. Ma ne vale la pena, fidatevi.
Il ladro e il ciabattino è un’opera più unica che rara. Al di là dell’animazione a 24 fotogrammi, tutto il film è assurdo, dal punto di vista tecnico. Straordinarie idee visive, riprese da molti autori successivamente, un character design fenomenale, grandi immaginazioni per la creazione di un mondo vastissimo e pieno di peculiarità. In poche parole: un’immaginazione sconfinata.
E poi la fluidità dell’animazione e la ricchezza visiva degli scenari. Perché non è soltanto questione che l’animazione scorra perfettamente come una goccia d’olio in discesa, ma Il ladro e il ciabattino si presenta anche come un film estremamente dinamico, con scenari in movimento. E la perfezione con cui scene che prevedono intere tavole in movimento sono state animate è impressionante.
Senza contare una regia che, per un film d’animazione, non era mai capitato di vedere: la macchina da presa virtuale si muove negli spazi come se non avesse limiti, in alto, in basso, in diagonale, seguendo vertiginose verticali e spostandosi tra mondi. Bellissimo regà, bellissimo.

Ma parliamo un secondo di Disney…
Perché, giustamente, viene da chiedersi se il buon Richard non si sia rivolto alla mamma dei cartoni animati per il finanziamento e il sostegno produttivo alla realizzazione. Bé, in realtà sì. E la Disney ha risposto no, perché il film era considerato troppo costoso e, udite udite, troppo innovativo. Conservatori, bella gente. Mentre sul primo argomento avevano anche ragione, sul secondo si sono semplicemente fatti un autogol clamoroso. A parte che bo, scegliere di non realizzare un film perché troppo innovativo…preferisci un pappagallo? Vabbé.
Però occhio, perché la Disney è malandrina. Prima di continuare, vi mostro una foto.

Senza troppi giri di parole: Aladdin ha copiato Il ladro e il ciabattino. Ma davvero, cioè non è che ha preso spunto, ha ripreso alcuni elementi, nono, ha letteralmente rubato il film. Non sto qua a dilungarmi su questo fatto, se volete approfondire vi rimando nuovamente al video che ricostruisce la storia produttiva dietro Il ladro e il ciabattino. Però che schifo. In casa Disney si mangia pane, salame e onestà intellettuale.
Oh, per carità, non fraintendetemi: Aladdin è bello, io lo adoro, ci sono affezionatissimo sin da bambino. Ed è proprio questo che mi sta sul cazzo. Perché adesso, sapendo che Aladdin è la scopiazzatura fatta peggio e decisamente meno innovativa di un’opera che invece sarebbe potuta essere rivoluzionaria e che avrebbe potuto cambiare per sempre l’animazione, Aladdin mi piace meno. Ed è questo il tuo autogol, mia cara mamma Disney.