
Il Santo è l’uomo che tutte vorremmo incontrare
Vent’anni fa usciva Il Santo, e nonostante gli anni, ci piace ancora.
Mi chiamo August Christopher, porto il nome di Sant’Agostino, autore della mia frase preferita: «Signore dammi la castità e la costanza… ma non darmele adesso».
Il Santo è Tommaso Moro, Vincenzo Ferreri, John Rossi, August Christopher ma il suo vero nome è Simon Templar, in onore di Simone Mago. Il Santo è, al di là dei suoi molteplici nomi, un ladro internazionale che lavora per il miglior offerente. Inafferrabile, insuperabile nei travestimenti, Il Santo si trova in Russia per un colpo quando viene sorpreso dal figlio del miliardario Tretiak, oggetto della rapina; nonostante riesca a liberarsi, verrà contattato proprio dai Tretiak per rubare un oggetto preziosissimo… Simon non sa, o forse sospetta, che i due lo hanno ingaggiato solo per tagliargli la gola, non sa neanche che l’oggetto in questione è la formula (magica come Simon) fisica della fusione fredda sviluppata dalla Dottoressa Emma Russel. Ivan Tretiak sta preparando un colpo di stato e vuole la formula per salire al potere, mentre la Russia in piena crisi energetica trema sotto la coltre di neve.
Grazie ad un azzeccatissimo travestimento, Il Santo riesce a “far aprire” la donna (diciamo così) ma mentre la sta raggirando… nasce l’attrazione tra i due. Pur sotto pseudonimo, Simon riesce a confidarsi con lei come non faceva con nessuno, e lei al tempo stesso lo cattura con il suo entusiasmo e la sua genuinità. Per proteggerla dovrà portare a termine il lavoro, ma i colpi di scena sono dietro l’angolo.
Girato da Phillip Noyce nel 1997 (mamma mia, vent’anni fa), Il Santo riprende il telefilm Simon Templar degli anni ’60, a sua volta basato sui libri di Leslie Charteris di molto tempo prima. Nei libri e nella serie tv le gesta del ladro spaziavano tra intrighi internazionali e imprese alla Robin Hood, sempre due passi davanti a Scotland Yard. Nel film, il plot si sofferma sul tema più moderno dell’energia pulita, e del sempiterno conflitto Grande Madre Russia – Contro Tutti.
Il film è vecchio eppure… sarà merito di Val Kilmer in forma (o delle tette di Elizabeth Shue, a seconda dei gusti), sarà che Robin Hood piace sempre un sacco, sarà che la tecnologia di vent’anni fa risulta al tempo stesso stranamente futuristica e molto divertente; saranno tutte queste cose ma fatto sta che a me Il Santo piace sempre un sacco. Ci sono molti punti che, se li mettessimo uno di fila all’altro, comporrebbero un elenco di fatti negativi per un film (il finale scontato, la love story, i cattivi); ma l’insieme ne Il Santo funziona – ancora – alla grande. Diamo poi del merito a Val Kilmer che, belloccio com’era, riesce a trasformarsi di volta in volta in personaggi diversissimi, a volte anche brutti, non solo grazie a trucco e parrucco ma ad una mimesi del volto impressionante.
Ma Val Kilmer quanti anni ha ora?? E quanti chili?
Il Santo è, nel complesso, il film che vedi di mercoledì sera sul divano bevendo una tazza di the, recitando le battute a memoria e ridendo dell’antiquato telefono cellulare con l’antenna. Io c’avrò pure il touch, ma un programma di crittografia come il suo l’ho sempre sognato.
Ragno,
non volare via…