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Il Trono di Spade 6×07, o come ci si avvia a un finale esplosivo

SPOILER ALERT

Bentornati alla rubrica sul Trono di Spade più bella di tutto l’Internet. Ovvero quella che teniamo noi (qui potete recuperarvi tutte le altre recensioni, fatelo, dai, so che volete).

Visto? Questo, signore e signori, io lo chiamo “spregio”. Lo stesso spregio che questa serie ha per i suoi personaggi – è ormai proverbiale – ma che, da questa sesta stagione, ha anche nel cagare lì attoroni del calibro di Max von Sydow. In questa puntata, per la serie “Tra-Il-Lusco-E-Il-Brusco” ci sbuca fuori un Ian McShane in pre-sigla (che in GoT è raro come una puntata senza sizze al vento) che si è dato alla carpenteria e dirige una squadra di operai con più magnanimità dell’Adriano Olivetti dei tempi d’oro.

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Ma non è lui il vero sorpresone, quanto il più robusto dei suoi: tronco in spalle, direttamente dal regno dei Creduti Morti, in puro stile Beautiful, riecco Sandor Clegane, altrimenti detto il Mastino. Ciao Sandor, sei sempre sexy come un bocciuolo.

Ad Approdo del Re, Margaery continua la recita nei panni della pastorella di Fatima, anche se si vede lontano un miglio che è sempre la cagnetta in calore che tutti quanti adoriamo e non la devota figa di legno che si vuol far credere. Appena arriva l’Alto Passero fanno un contest di citazioni sacre e, dopo aver mostrato al vegliardo quanto ci sa fare, si becca i rimbrotti per non averla data a Tommen e pure le minacce – neanche tanto velate – per la nonna Olenna. O la vecchia chiude la bocca e sta buona, oppure la dolce nipote avrà un sacco di “Eterno riposo” da ripetere, perché il vecchio piccione è buono e caro, ma quando gli sale il nazismo gli sale il nazismo.

Convinta dalla nipote, lady Olenna decide di tornare ad Alto Giardino, ma non prima di aver demolito una sempre più impotente Cersei, che se la polleggia per il suo nuovo megafusto che la segue come un cagnolino, ma che in sostanza sta prendendo patte in faccia dovunque si giri.20160525ep607publicitystill01001070021jpg-6dadd8_765w

Alla Barriera (o al Nord, o dove cacchio sono) Jon e Tormund Veleno dei giganti (manco a dirlo è diventato il mio personaggio preferito) stanno confabulando con i capi-crew dei Bruti: la vexata quaestio è stabilire se il Popolo Libero debba aiutare il nostro Redivivo nella battaglia di Grande Inverno che ormai si profila all’orizzonte. Tormund – stranamente – non va per il sottile e, in questo Concilio di Elrond dei poveri, la butta dritto dritto sul celodurismo, dando delle checche a quelli che non vogliono aiutare Gionsnò. Alla fin fine il Golden Boy ha la loro spada, ha il loro arco, ha la loro ascia. I Bruti sciolgono l’Entaconsulta tutti fieri, mentre Jon, Sansa e Davos cominciano il tour della misericordia, andando in giro per le grandi casate del Nord a chiedere uomini per combattere i Bolton traditori.

got607101615hsdsc66331jpg-6dace2_765wA Delta delle Acque, nel frattempo, Jaime arriva in pompa magna, trascinandosi dietro cinquecento milioni di soldati (ma quanti sono!?!) per risolvere la spinosa questione dei Tully. Appena arriva si gusta l’ignobile spettacolo offerto da quegli incapaci dei figli dei Frey, che si fanno sbertucciare dal cazzutissimo Pesce Nero.

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Jaime comincia ad organizzare l’assedio e tenta la via diplomatica, ma quell’ammasso di scaglie nere e testosterone lo percula, mollandolo di punto in bianco ed andando a farsi una piattazza di fritto misto di pesce. Nero. Che tanto ce le hanno le provviste. Loro.

Scampati dal casino giù alle Isole di Ferro, Yara e Theon vanno a finire in un altro casino… stavolta letteralmente, visto che non si sa bene dove siano, ma è pieno di puttane. L’ardimentosa Greyjoy prova a dare la sveglia al fratello, che si è trasformato in una versione un po’ puritana del caro, vecchio Jigglypuff (chi non ricorda si frusti), tanto è virile. Il poraccio è abbacchiato (e te credo: a questo hanno tagliato il batacchio e tu lo porti alla fiera della Minna al Vento?) e la signorina, che è palesemente cresciuta a pane, principesse Disney e Lelly Kelly, gli svela qual è la strada per ritornare sé stesso: birra e figa. Nient’altro che questo, caro Theon. E vedrai che laggiù l’amico Big Jim ricrescerà da sè. Credici.

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Tornando a Jon, lo troviamo impegnato nel fare su uomini dai vecchi alleati della famiglia Stark. La sequenza a Isola dell’Orso è più che memorabile. Ora, figuratevi bene la scena: Sansa Stark e Jon Snow, praticamente l’emblema della figaggine. Bellissima lei, fantastico lui. Si trovano di fronte a una bambina. Una bambozza di dieci anni che tramite la sua parlantina e un briciolo di furbizia mette a sedere i due bamboccioni, fino a quando non interviene Davos, che fa il discorso che io stavo aspettando da sei, stramaledette stagioni: “Cazzo litigate tutti quanti, che stanno arrivando gli Estranei a romperci le chiappe?”. Grazie Davos, grazie Lyanna Mormont: siete la rivincita dei brutti. Quanto a voi due, bellocci, tornate pure a fare i modelli in passerella, che il sale in zucca non ce lo mettete a suon di diete proteiche.

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Detto ciò – tanto per suffragare la mia tesi – la cara Sansa manda un messaggio a Petyr Baelish (e a chi se non lui), perché per l’ennesima volta non riesce a star brava e fare quel che le viene detto. Te le sei meritate le centocinquanta sfumature di grigio che ti ha stampato Ramsay a suo tempo.

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Tornando al nostro ustionatissimo Sandor Clegane, lo ritroviamo alle prese con le illuminate parole da septon di Ian McShane, che sta provando a convincerlo ad abbandonare le sue idee di vendetta e trovare finalmente pace. Perché le persone, gli ricorda il capomastro, è più bello aiutarle che sgozzarle come capretti.

Buffo comunque. Davvero buffo come le sue parole si rivelino ingenue ed effimere, perché dopotutto qui siamo nel Trono di Spade, non alla Fiera dell’Est, e nel Trono di Spade non c’è spazio per i buoni sentimenti. Detto fatto: uno sparuto gruppo di membri della Fratellanza senza Vessilli stermina la piccola comunità in quattro e quattr’otto. Alla fine la vita vera mette tutti di fronte ai suoi esami e per affrontarli il Mastino deve ricorrere all’unica lingua che conosce: stacca l’ascia da un ceppo e decide di andare a farla pagare agli assassini.

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Ma il botto c’è verso il finale, quando ci ricongiungiamo alla cara Arya che fa la borghesotta lanciando sacchetti di monete ai barcaroli per avere passaggi in prima classe. La piccola capitalista però se la vede davvero brutta: si fa infinocchiare dalla classica vecchina che non è una vecchina, ma la satanassa della Setta degli Assassini, che le stampa un bel tris di coltellate nello stomaco (chissà quanta Arya nella pancia, ah-ha!) e tanti saluti al secchio.

La giovane Stark riesce a buttarsi nel fiume e a far perdere le sue tracce, ma il problema delle coltellate rimane. Sono davvero curioso di vedere come farà a sfangarsela questa volta. Che sia un’altra delle tante prove cruente a cui Jaqen la sta sottoponendo?

Sia come sia non è stato un granché l’Erasmus a Braavos, non è vero Arya?

Comunque sia se siete dei fighi fate un salto su Game of Thrones ITALIA, Le cronache del ghiaccio e del fuoco, Casa Stark – L’inverno sta arrivando, Serie TV News e Serie TV la nostra droga, perché hanno bisogno anche di voi!

Federico Asborno

L'Asborno nasce nel 1991; le sue occupazioni principali sono scrivere, leggere, divorare film, serie, distrarsi e soprattutto parlare di sé in terza persona. La sua vera passione è un'altra però, ed è dare la sua opinione, soprattutto quando non è richiesta. Se stai leggendo accresci il suo ego, sappilo.
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