Film

Imperium – Daniel Radcliffe tra i neonazisti

Non tutti lo sanno ma, silenziosamente, tolta qualche sporadica partecipazione in blockbuster recenti come Now You See Me 2 o Victor – La storia segreta del dott. Frankenstein, Daniel Radcliffe si sta costruendo una carriera post Harry Potter caratterizzata soprattutto da tanti ruoli da protagonista assoluto in film indie o puramente di genere. Lavori talmente di nicchia da non avere ancora trovato una distribuzione nel bel paese, nella maggior parte dei casi. Non fosse stato per Netflix, neanche Imperium avrebbe fatto eccezione.

Thriller a sfondo terroristico senza particolari guizzi per quanto riguarda l’originalità, Imperium racconta di un agente dell’FBI tenuto ad infiltrarsi sotto copertura in un gruppo di suprematisti bianchi, sospettati di architettare un non ben precisato attentato. Seppure a livello di trama non ci si trovi di fronte a nulla di particolarmente sensazionale e lo svolgimento in sé sia dei più classici, i punti di forza dell’opera stanno altrove.

Innanzitutto, superati i primi cinque minuti di film in cui Radcliffe sembra fuori parte a causa del suo fisico minuto, si scopre invece quanto la scelta dell’attore sia azzeccata: senza rivelare nulla, il personaggio viene legittimato sia dai risvolti della narrazione che dall’efficace relazione tra quest’ultimo e i neonazisti, che lentamente porterà alla luce tanto le differenze quanto ciò che li accomuna. Daniel Radcliffe rasato a zero funziona, sembra un disadattato e valorizza il chiaro messaggio sociologico di cui il film vuole essere portatore.

Infatti Imperium riesce a non cadere nell’errore di stereotipare le figure dei suprematisti bianchi, raccontandone le convinzioni e portando alla luce i motivi reali che possono portare una persona a credervi tanto profondamente. Da parte del regista Daniel Ragussis, al suo primo lungometraggio, non vi è alcuna intenzione di giustificarne le azioni, ma la sua attenzione nella caratterizzazione dei personaggi giova alla credibilità di tutta la messa in scena.

Detto ciò, è inutile cercare di attribuire un valore aggiunto ad un film quando è proprio quest’ultimo a non averne la pretesa. Imperium attrae sicuramente per lo spaccato di realtà che racconta, ma è prima di tutto un thriller capace di tenere alta l’attenzione grazie a un buon ritmo, supportato dalle interpretazioni e da una regia che riesce ad ovviare alla staticità dell’intera vicenda. Pecca piuttosto nella verosimiglianza di certi passaggi narrativi.

In sostanza, Imperium è un’opera senza troppe pretese, che intratterrà a dovere gli amanti del genere e i feticisti dei crani rasati. Peccato per il doppiaggio italiano, semplicemente ridicolo. Il sottoscritto consiglia la visione in lingua originale.

Mauro Paolino

Classe 1996, inizia a scrivere recensioni cinematografiche all'età di 15 anni. Appassionato di cinema, scrittura e storia dell'arte moderna, passa le sue giornate a guardare film, scrivere sceneggiature scadenti e coltivare la sua barba, nella falsa convinzione di sembrare un ragazzo intellettualmente impegnato.
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