Film

Captain America: Civil War – Quando il film surclassa il fumetto

Sapete una cosa? È difficile essere oggettivi quando si è così legati ad una storia. È il dilemma del critico (o aspirante tale) moderno: scindere il fan dalla persona razionale. Perciò capite perché quando vado a vedere un film sui supereroi io voglio con tutto il cuore che sia bello, perché mi dispiacerebbe parecchio parlarne male. E quindi? Quindi Captain America: Civil War mi ha facilitato il compito, perché è un dannatissimo capolavoro.

Sul nostro sito c’è già una bella recensione che consiglio vivamente di leggere, soprattutto a chi non ha ancora visto il film (no dai, fatelo tutti). La trovate qui. Gli altri invece con me, che è il momento degli SPOILERZ, siete avvertiti.

Premettiamo il fatto che ho urlato parecchie volte durante il film. Cioè, ho molestato i miei due compagni di visione quando succedevano cose o apparivano persone (ci arriviamo). Che quelli che commentano tutto ad alta voce meritano un girone speciale all’inferno (accanto a quelli che spoilerano).

captain america civil war rhodes

Bene, da dove cominciare? Direi dal titolo: la Civil War cinematografica è di gran lunga superiore a quella fumettistica. Non fraintendetemi, ho adorato il fumetto di Millar (amo ogni sua storia visceralmente), ma tolto il fantastico inizio e tutta la parte su Spider-Man erano gran mazzate e basta. Qua no, in Captain America: Civil War c’è il piano machiavellico di Helmut Zemo (Barone per gli amici) che avviluppa tutti gli Avengers, legandosi indissolubilmente agli Accordi di Sokovia. Perché funziona così: se Tony Stark crea Ultron e poi lui e la sua allegra combriccola di superdotati (non fate gli scemi, su dai), per sconfiggerlo ti distruggono un pezzo di città uccidendoti la famiglia, magari è anche giusto che ti incazzi. E, soprattutto, è giusto che tu gliela voglia far pagare, pagare cara. Ma se sei solamente un uomo, per quanto estremamente intelligente e ben addestrato, come puoi fare? Li metti uno contro l’altro, e lasci che siano loro a sprofondare nell’ira.

captain america civil war cap

Gli Accordi sono solo il pretesto, una delle scintille che infiammano una polveriera già ricolma di esplosivo. Nei primi due Avengers si erano già poste le basi per uno scontro fratricida, perché le diverse visioni del mondo di Cap e Tony erano sulla strada della collisione, guidate entrambe dalla stessa cosa: senso di colpa. Quello per non aver salvato il tuo migliore amico (per Cap) e quello per aver sacrificato vite innocenti a causa dei tuoi errori, seppur in buona fede (per Tony). Il rimorso logora quindi entrambe le menti dei due leader degli Avengers, portandoli ad estremizzare le loro posizioni. Captain America che vuole aiutare Bucky a prescindere e Iron-Man che sente di doversi pulire la coscienza, e l’unico modo per farlo è proprio quello di firmare gli Accordi. Mettici il senso di libertà che l’essenza stessa di Steve Rogers rappresenta, e tutto è pronto ad esplodere. Cap diventa un fuorilegge per aiutare il Soldato d’Inverno, nonostante sia un criminale ricercato, e Tony è moralmente costretto a fermarlo.

Captain America Civil War Black-Panther

Ma il tocco di classe sta proprio qui: nel superare il fumetto. I più scettici si aspettavano solo mazzate dall’inizio alla fine, e invece anche quelle sono solo una minima parte, e non solamente legate agli Accordi, ma manovrate dalla geniale mente di Zemo, che chiama in causa il Wakanda e Pantera Nera, uccidendo il padre di T’Challa e costringendolo a diventare adulto da un momento all’altro. Il Pantera Nera di Chadwick Boseman è perfetto, uno scoglio duro e puro che diventa mare impetuoso perché i sentimenti che prova sono troppo profondi, ma che alla fine sa che, essendo re, deve fare la cosa giusta, riuscendo proprio a dominare quelle emozioni. Salvare Zemo e dare asilo a tutti i supereroi dissidenti significa cambiare diametralmente la posizione che hai fieramente sostenuto, fare mea culpa e maturare. Che in un film dove tu sei solo “uno dei tanti”, non è mica poco.

Captain America Civil War Spider-Man-Shield-Official

Perché è inutile negarlo, Captain America: Civil War ha presentato due nuovi personaggi in una pellicola corale, dando loro il giusto spazio e mostrandoceli al meglio, senza togliere minutaggio a nessuno. Ora, so che volete parlare di lui, ma tanto voglio farlo anche io, quindi tagliamo la testa al cavallo toro, come direbbe Marlon Brando. Sarò ripetitivo, ma lo Spider-Man di Tom Holland è da applausi. Il giusto mezzo tra lo sfigatello Tobey Maguire e il sono uno sciupafemmine ma ti faccio credere di essere sfigatello Andrew Garfield. Un ragazzino neanche sedicenne che viene gettato di peso nella lotta peggiore per i supereroi, dove non poteva prendere posizione, perché se torni a casa da scuola e trovi Tony Stark nel tuo salotto (che ti offre pure un costume decisamente old but gold), stai dalla sua parte a prescindere. Piccolo genio scientifico che guarda alle visualizzazioni di YouTube, Peter riesce a dimostrare di essere degno dei colleghi più scafati, guadagnandosi la futura chiamata per il prossimo Avengers. Una gestione perfetta del personaggio, che in venti minuti di film spazza via i suoi predecessori. E poi il rimando ai Camminatori AT-AT è un tocco di classe che fa già amare il nuovo Spidey alla follia.

captain america civil war tony

Ma anche Peter Parker fa da sfondo, è come un trailer che ti fa salire la scimmia prima del film vero e proprio, perché alla fine in Captain America: Civil War la guerra è idealizzata, trasportata ad un livello superiore del semplice “sì” o “no”. Zemo inganna personaggi e spettatori, convincendo Cap che vuole liberare gli altri Soldati d’Inverno (e quindi legittimando in qualche maniera il suo essere fuorilegge), mentre il suo piano era arrivare alla frammentazione totale dell’amicizia tra Steve e Tony. E qui c’è il colpo da maestro. Proprio quando persino Stark aveva disubbidito al generale Ross, proprio quando il fronte sembrava unito di nuovo, ecco la stilettata finale al cuore: Bucky ha ucciso i genitori di Tony, e Cap lo sapeva. Niente più comprensione, niente più razionalità, il vuoto emozionale assoluto che viene riempito da una sola cosa: rabbia. Anche l’uomo di ferro viene piegato da una notizia così sconvolgente, e persino lui deve cedere all’ira, portando a compimento il vero piano di Zemo e dividendo una volta per tutte gli Avengers.

E quindi cosa resta? Macerie. Sulle quali però si può ricostruire, anche se la polvere ti entra fin dentro i polmoni. Perché forse i supereroi contrari agli Accordi di Sokovia potrebbero cambiare idea, in fin dei conti sono stati tutti ingannati, dipende solamente da una cosa: è sanabile una ferita del genere? Zemo è riuscito a portare alla luce tutto quello che era rimasto inespresso, che la presenza di un nemico comune aveva in qualche maniera nascosto. Ora non si può più scherzare, e, anche se può sembrare scontato quello che sto per dire, è la dannata verità: united we stand, divided we fall.

E, visto che so che stai leggendo, Elizabeth Olsen ti prego sposami. Scrivimi in privato così ci mettiamo d’accordo, grazie.

Se invece vi interessa tutto il mondo Marvel, andate a trovare Italian Marvel Fans!!

Edoardo Ferrarese

Folgorato sul Viale del Tramonto da Charles Foster Kane. Bene, ora che vi ho fatto vedere quanto ne so di cinema e vi starò già sulle balle, passiamo alle cagate: classe 1992, fagocito libri da quando sono nato. Con i film il feeling è più recente, ma non posso farne a meno, un po' come con la birra. Scrivere è l'unica cosa che so e amo fare. (Beh, poteva andare peggio. Poteva piovere).
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