
Infernal Affairs: una genuina trilogia d’azione
La trilogia Infernal Affairs ha definitivamente messo in pace la mia coscienza: il cinema d’azione di Hong Kong è sempre una certezza. Le tre pellicole dirette da Andrew Lau e Alan Mak tra il 2002 e il 2003 offrono allo spettatore un crescendo di tensione e cura drammatica precisa e letale.
La storia si muove tra le esistenze di Chan Wing-Yan (Tony Leung Chiu-Wai) un poliziotto infiltrato in una Triade e il suo corrispondente malavitoso Lau Kin-Ming (Andy Lau) un mafioso che appunto si infiltra nel dipartimento.
Da quando sono cadetti a quando le loro esistenze si incrociano, i tre film si avvolgono in una spirale di paziente e meticolosa drammaticità. Il primo film si colloca nel momento in cui i due uomini saranno costretti a scontrarsi, riconoscendo la presenza dell’altro nelle rispettive fazioni e promettendo di eliminarsi a vicenda. La seconda pellicola è un prequel, che corrisponde al momento in cui entrambi assumono il loro incarico di spie, mentre il terzo (probabilmente l’anello debole della catena) si inserisce dopo gli eventi del primo film, inserendo tuttavia molti, molto davvero aiutatemi a dirlo, flashback.
Infernal Affairs gioca ovviamente con le simmetrie tra i due uomini, le due fazioni e i loro compiti. La frase chiave della trilogia è situata proprio nella prima pellicola quando all’accademia Yan sembra venire espulso (soltanto, ovviamente, per assumere il suo ruolo di talpa) e viene chiesto agli altri cadetti se qualcuno di loro vuole fare la sua stessa fine.
«Who wants to trade place with him?»
«I do.»
È Lau a rispondere; non desidera far parte delle forze dell’ordine, è soltanto un infiltrato, non appartiene a quel posto. La simmetria si avvolge e sconfina le due ersonalità una nell’altra quando a questa domanda sarà Yan a non saper rispondere, mentre anche la coscienza di Lau slitta poco a poco. Il conflitto è in continua crescita mentre entrambi gli uomini devono rendere conto al loro boss reale, ai boss delle fazioni in cui si sono infiltrati ma soprattutto a loro stessi. Quando davvero una persona comincia a dissolversi e c’è mai una fine a tutto questo dolore che si materializza nelle azioni degli uomini? La risposta è semplice: no. Comune a tutte le pellicole è un frammento del Sutra del Nirvana. Avīci è il nome di zona dell’inferno buddista: chi compie determinate azioni avrà un responso negativo non nelle future rinascite, ma nella vita stessa che è in corso.
The worst of the Eight Hells is called Continuous Hell It has the meaning of “Continuous Suffering”, thus the name.
Per questo le altre due pellicole sono puntuali e a loro agio nel rammentare questa caduta allo spettatore.
Nel secondo episodio infatti ampio spazio viene dedicato al boss della triade Sam (Eric Tsang) e al sovrintendente Wong (Wong Chi Shing); entrambi si fanno strada e la loro crescita contribuisce ad aggiungere tensione e distruzione a ciò che spetterà ai loro corrispettivi uomini su campo molti anni dopo. Altri dettagli che riempono vuoti emotivi e sentimentali sono il personaggio della moglie di Sam, Mary (Carina Lau), e il nuovo boss delle triadi imparentato con Yan.
Il terzo episodio è forse il più caotico, la tensione si allenta e a tratti sembra che non ci sia necessità di raccontare di nuovo la storia; i continui flashback su Yan sembrano semplice materiale archiviato e i continui slittamenti cronologico sono in parte eccessivi. Eppure anche quest’ultima pellicola acquisisce il suo valore all’interno dell’epopea di Infernal Affairs, diventando utile nel dimostrare ancora una volta il valore di quell’infinito problema quale è essere umani e rispettarsi, rimanendo coerenti nelle proprie scelte. La discesa nell’incubo di Lau è il tassello finale, la risposta definitiva, forse c’è salvezza, ma non per uomini come loro.
Cercare di fare un paragone con The Departed di Scorsese, remake appunto della prima pellicola, non è un’operazione particolarmente fruttuosa. Le due pellicole regnano su campi diversi, Infernal Affairs si fa forte di un immaginario potente e molto coerente con sé stesso, la dannazione promessa che percorre tutte e tre le pellicole si fa sempre più coesa mano a mano che Yan e Lau procedono secondo i loro piani.
La trilogia di Infernal Affairs è un piccolo capolavoro thriller e i suoi due protagonisti sono due creature compatte difficili da dimenticare.