
Inherent Vice (Vizio di forma), ovvero tutto quello che non si può evitare
INHERENT VICE (VIZIO DI FORMA), LA FATICA LETTERARIA DI THOMAS PYNCHON RACCONTATA ATTRAVERSO JOAQUIN PHOENIX E LA SUA VITA DA INVESTIGATORE PRIVATO UN PO’ SUI GENERIS.
Hey Drugo, sei tu? La prima cosa che mi è balzata in testa durante i primi 10 minuti di Vizio di forma è stata proprio questa. Capelli lunghi, basettoni, occhi chiari, look a dir poco discutibile, stessa identica spensieratezza con cui affrontare le sfide che la vita ci presenta. Doc Sportello, un bizzarro investigatore privato interpretato da un formidabile Joaquin Phoenix, è semplicemente l’alter ego di Jeffrey “Drugo” Lebowski, celebre personaggio del film culto Il grande Lebowski dei Fratelli Coen.
LA TRAMA
Los Angeles (California), fine anni settanta.
La vita di Doc, fatta di lavori occasionali, surf e tanta (tantissima) marjuana, viene sconvolta quando è proprio la sua vecchia fiamma Shasta a procurargli l’ennesimo caso da risolvere, un ipotetico complotto nei confronti del suo attuale compagno Mickey Wolfman, ricco proprietario immobiliare. Da qui in poi, una serie di incontri bizzarri porteranno Sportello a scoprire sempre più dettagli sulla faccenda che si trasformerà in mistero, con uno sguardo malinconico sula storia ormai finita con Shasta, ma senza abbandonare il suo modus operandi (e “fumandi”! ).
Sia ben chiaro: trasformare in film un libro di Thomas Pynchon, uno dei maestri del Postmoderno in letteratura, è un’impresa tutt’altro che semplice. Paul Thomas Anderson però, dimostra ancora una volta di saperci fare (anche tanto) con la macchina da presa e non si lascia spaventare dagli innumerevoli personaggi che figurano in Vizio di forma (e neanche dai loro nomi spesso impronunciabili!).
Così durante la visione potrebbero capitare star del calibro di Josh Brolin (Christian “Bigfoot” Bjornsen), Benicio del Toro (Sauncho Smilax) e persino il biondo della pubblicità del Crodino, quello di Midnight in Paris, quello con il nome della racchetta da Tennis. Ma sì, proprio lui: Owen Wilson (Coy Harlingen)!
SPORTELLO FOR PRESIDENT
Quello che sappiamo di Vizio di forma è che il film ritrae un periodo storico, quello americano, ricco di guerre inutili (leggi Vietnam e Korea), rivoluzioni (leggi rivolte studentesche del ’68), scandali politici (leggi Watergate – lo scandalo Nixon), clamorosi omicidi (leggi Charles Manson e la sua setta) ma soprattutto di una società, quella degli hippie, che pare non essere ancora pronta al cambiamento.
Il trip psichedelico nella mente di Doc Sportello, visto nell’età contemporanea, ci insegna come affrontare la vita con più spensieratezza e in maniera meno “meccanica”. Potrebbe essere un grosso passo in avanti verso questo cambiamento e semmai fondasse un movimento, una scuola di pensiero, sono certo che ne farei parte anche io perché, in una società sempre più choosy, il Doc-pensiero è quello di cui avremmo tutti bisogno!