
Intervista col vampiro: il film giusto nel periodo sbagliato
Una New Orleans cupa e tenebrosa è il teatro perfetto del brutale spettacolo di vita, morte, rinascita e immortale dolore di Louis de Pointe du Lac, un giovane proprietario terriero nato nella seconda metà dell’Ottocento. Louis, interpretato da un formidabile Brad Pitt, decide di raccontare la sua sofferenza ad un giornalista (Christian Slater), che accetta di registrare ciò che ha da dire. Il vampiro si rivela subito per quello che è e il suo interlocutore ne rimane affascinato.
“Sono di carne e sangue, ma non sono umano. Non sono più umano da duecento anni” (Louis)
La storia di Louis è fatta di dannazione, inquietudine e tanti rimorsi. Sentimenti di cui incolpa il suo creatore, Lestat (Tom Cruise), il vampiro che gli ha dato il Dono Oscuro. Louis e Lestat sono una coppia agli antipodi, l’uno il contrario dell’altro. Louis è in perenne conflitto con sé stesso per ciò che è costretto a fare per sopravvivere e Lestat, d’altro canto, lo istiga nel compiere azioni fin troppo sadiche e brutali.
Per evitare che Louis si allontani da lui, Lestat escogita un modo per farlo rimanere: trasforma una bambina, Claudia (una giovanissima Kirsten Dust), che senza il dono di sangue sarebbe stata condannata a morire. Ma ben presto Claudia cresce e si rende conto che non diventerà mai una donna: questo la distrugge ogni giorno sempre di più e si ribella anche lei a Lestat attentando alla sua vita. Scappa insieme a Louis, l’amore della sua immortale vita, per andare in Europa e cercare notizie sulla loro specie. A Parigi i due vengono catturati da Armand e la sua congrega, vampiri che si fingono attori in un teatro dove compiono omicidi mascherati da commedie all’avanguardia. Armand, vecchio vampiro di quattrocento anni interpretato da un insolito Antonio Banderas, si innamora dell’anima pura di Louis poiché ogni vampiro quando nasce ha un dono, che è diverso per ognuno: quello di Louis è la capacità di versare lacrime umane.
“Non so niente di Dio né del Diavolo. Non ho mai avuto una visione né imparato un segreto che potesse dannare o salvare la mia anima” (Armand)
Dunque Armand, per tenere con sé Louis decide di uccidere Claudia esponendola alla luce del sole. Quando scopre che la sua amata compagna è morta, Louis cerca vendetta e brucia il teatro. Vaga da solo per molto tempo, nutrendosi di ciò che trova e guardando il tempo che passa. Poi, una sera, sente un odore familiare: Lestat è ancora vivo, seppur in pessime condizioni. Ma ormai, dopo duecento anni, Louis prova solo compassione per quell’essere malconcio che tenta ancora una volta di convincerlo a stare con lui.
“Il mondo cambia, noi invece no. Ed è proprio questa l’ironia che alla fine ci uccide” (Lestat)
David, il giornalista che ha ascoltato attentamente la tremenda storia di Louis, rimane affascinato dalla vita eterna. Non coglie la sofferenza di una vita piena di dannazione e nonostante tutto brama il morso dell’immortalità. Una morale dura e spietata che suggerisce agli spettatori la natura mutevole ed egoista degli uomini che vogliono avere sempre di più e non si preoccupano delle conseguenze.
Il film ai tempi non fu considerato bene dalla critica. Erano gli anni 90 e di vampiri non se ne conoscevano molti. Probabilmente se fosse uscito ai tempi di Twilight avrebbe riscosso più successo. La potenza narrativa, le sensazioni che vengono percepite in questo film sono di una potenza incredibile. I costumi, il trucco, le ambientazioni sono realizzati in modo completo e seguendo il volere di Anne Rice, che pubblicò il libro di Intervista col vampiro nel 1976. Per la Rice i vampiri devono essere creature letali, predatori che attraggono le loro prede grazie ad una bellezza inquietantemente fuori dal comune. Intervista col vampiro è un cult per gli amanti del genere, con un cast stellare e un’impeccabile narrazione, in chiave moderna, di due secoli di storia americana.