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Intervista a Martin Basile, zeneize doc con la passione per la macchina da presa

Oggi facciamo la conoscenza di Martin Basile, rapper decisamente sui generis, classe ’92, un talento poliedrico dallo stile personalissimo, fatto di citazioni e rimandi alla letteratura italiana, ma anche di sonorità vicine al jazz e al soul.

E a noi cinefili che ce frega, direte voi, ma vi sbagliate: perché il buon Basile ci sa fare anche dietro alla macchina da presa, inizialmente come regista dei suoi stessi videoclip musicali, ad oggi come videomaker del suo primo cortometraggio, Intuito femminile, in uscita il prossimo 22 giugno sul canale YouTube del rapper e presentato in anteprima proprio qui da noi, su TheMacGuffin.it

Il corto, girato in una birreria di Recco, è un adattamento del brano Gettandomi in ambigue immedesimazioni richieste ma non richieste, del gruppo musicale Uochi Toki, brano che fornisce il pretesto per una storia decisamente intrigante.

Martin Basile profile

Ma basta raccontarvi quella della rava e della fava, passiamo la parola al diretto interessato: allora Martin, parlaci un po’ di te: zeneize verace come un’acciuga fritta, sei uscito dal tuo guscio ligure per aprirti a esperienze anche a livello nazionale, come la tua partecipazione a X Factor Italia con la cantante Diandra Delfino. Com’è nata la passione per la musica? Quando hai capito che potevi farne un vero e proprio mestiere, e quali sono state, ad oggi, le tappe più importanti della tua carriera?

Hai presente quando si rompe la maniglia di uno degli sportelli in cucina? Per qualche giorno ti ripeti che oggi la cambierai, ma continui a rimandare per mesi, perché – a volere essere onesti – hai sempre (o credi di avere) di meglio da fare. Ecco: questo non mi è mai capitato con la musica. Anzi, scrivere canzoni è stato, fin da quando ero bambino, l’attività più spontanea che mi riuscisse. Farne un mestiere era mera necessità. Sprecarmi per altro sarebbe stato un affronto a tante maniglie abbandonate, che avrebbero meritato una chance. Secondo i miei biografi, il momento più importante della mia carriera è stato scoprire che ciliegie si scrive con la i. Scritte senza mi andavano indigeste. E col fatto che una  ciliegia tira l’altra, la morte era un rischio concreto.

Sia dal punto di vista musicale che cinematografico, hai dei modelli di riferimento, qualche mentore più o meno noto?

Essendo un onnivoro culturale (oltre che a tavola) ed un lettore appassionato di Guido Gozzano, in tutta l’arte che fruisco trovo spunto di riflessione, maturazione e soprattutto di furto. Non mi stupirei se qualcuno cogliesse alcuni plagi registici ai danni del meteo di Canale 5 nelle mie opere filmiche. Senza dubbio tra le influenze cinematografiche maggiori ci sono David Lynch, Lars Von Trier e Nanni Moretti; in quelle musicali Dargen D’Amico e Napo dei suddetti Uochi Toki. 

Dalla musica alla macchina da presa il passo è stato breve: quale ruolo senti più tuo, rapper o videomaker?

Ricercatore. 

Raccontaci qualcosa del tuo primo cortometraggio, Intuito femminile: perché proprio un corto, ma soprattutto qual è la chiave di lettura dell’episodio che dà il via alla narrazione, l’incontro casuale di due ragazzi al bancone di un bar? Una situazione quotidiana, nella quale chiunque potrebbe immedesimarsi… c’è per caso qualche elemento autobiografico?

Dietro la realtà si nascondono molteplici cause: spararne un paio sarà sempre riduttivo. Ad ogni modo, la necessità di lanciarsi in un genere nuovo (era il mio primo film con un’impostazione narrativa che non fosse un videoclip musicale) senza spararla troppo grossa si è combinata all’idea fulminante di adattare un brano (e non un brano a caso) al cinema. Era una di quelle idee che sposi appena le partorisci. Qualcuno probabilmente parlerebbe di incesto… L’incontro è tra due persone molto diverse, tanto opposte da permettere a chiunque di vedersi un po’ in entrambi. Al lato destro del ring, lei ricerca la socialità per distrarsi e per sentirsi meno sola. Dà il via al dialogo perché ha bisogno di compagnia e non perché abbia veramente qualcosa da dire. Per lui invece la conversazione è uno strumento per giungere ad altro e per questo ne ha maggiore rispetto. Di autobiografico ci vedo solo la somiglianza tra alcuni aspetti del carattere del protagonista maschile (che comunque non è una mia invenzione) ed il mio, anche se con una signorina tendo ad avere modi decisamente più gentili.

 Hai dichiarato che il brano Gettandomi in ambigue immedesimazioni richieste ma non richieste, del gruppo musicale Uochi Toki, ha ispirato il tuo corto: in che modo? Cosa ritroviamo nel film di questa canzone?

Di fatto, tutto, o quasi. La sfida è stata quella di partire da una vicenda raccontata ad occhi chiusi e tradurla in immagini in modo il più possibile accurato ed allo stesso tempo imprevedibile. Per quanto riguarda la trama, ho tagliato solo qualcosina e aggiunto un personaggio interpretato da Silvio, il batterista della mia band.

Esperienze quotidiane, personaggi apparentemente comuni: qual è il coup de théâtre che ci stupirà?

Di comune c’è ben poco in questo film. Il personaggio femminile è troppo per essere realistico. Azzurptkl (si chiama così la ragazza) incarna un po’ tutti gli aspetti disturbanti di tanti ventenni senza voglia di interrogarsi e di spendere la propria vita alla ricerca attiva di qualcosa. Il ragazzo è un mago, e fin qui nulla di strano. Ma è la particolarità dei suoi poteri a renderlo un personaggio davvero fuori dal comune  e capace di risvolti inaspettati.  

Il titolo, Intuito femminile, è una ruffianata per beccare gentili donzelle elogiandole più o meno velatamente (perché si sa, il maschio che ci capisce, si interessa a noi psicologicamente acchiappa sempre) oppure qualcosa in più? Che ruolo ha la presenza femminile nella tua opera?

L'”intuito femminile” (parole usate da Napo nel brano stesso) è una bugia che la ragazza racconta a se stessa, uno di quei modi per convincersi che, nonostante tutti i difetti, ognuno abbia qualcosa di speciale. Questo film però, a parer mio, non ragiona sui sessi. Se lui fosse stato una lei e lei un lui, di fatto non sarebbe cambiato molto. Mi piace credere che “uomo” o “donna” non siano due caratteristiche che dicano alcunché di una persona. 

Il corto è datato 2014: un’attesa di un paio d’anni prima di pubblicarlo, ripensamenti? Com’è stata la gestazione della tua creatura, hai incontrato difficoltà sul set (parliamo di tempistiche, gestione, budget, etc. etc.)?

La relazione con questa pellicola è stata particolare. C’era un po’ di gelosia da parte di entrambi. Dopo due anni, però, sentivamo che era giunto il momento di sperimentare qualcosa di nuovo e abbiamo pensato di coinvolgere altre persone. 

Per quanto riguarda il cast, ti sei avvalso di attori professionisti, o tra i giovani che vediamo sullo schermo si nascondono degli esordienti?

Mi interessano più le persone che gli attori. 

E, a proposito di cast: il protagonista maschile del corto, Federico Luciani (tuo amico, mio collega nonché macguffiniano doc) ci ha rivelato di aver fatto non poca fatica a imparare le battute, decisamente particolari, per non dire astruse (parole sue, quindi se devi pestare qualcuno sai già a chi rivolgerti…): questo registro così originale, che è poi la tua cifra stilistica, non temi possa rendere difficile la fruizione delle tue opere? Ti rivolgi a tutti, o hai un target ben selezionato di fedelissimi aficionados?

Esistono prodotti che trovi sugli scaffali di tutti i supermercati, altri che richiedono più fatiche. Forse lo faccio apposta: spesso intimorisco deliberatamente chi non avrebbe la pazienza e la sensibilità per ragionare su faccende di un certo peso. Il mio stile interessa chi è capace di interrogarsi sui contenuti che tratto, mentre è proibitivo per tutti gli altri. 
Martin Basile

Abbiamo raccontato del tuo lavoro, degli obiettivi raggiunti, ma ora parlaci un po’ di te: sogni, progetti per il futuro, insomma dacci anche qualche anticipazione gustosa…

Se fossimo ad un concorso di bellezza, probabilmente direi che il mio sogno per un domani migliore è l’abbattimento del digital divide. Per quanto riguarda me, spero di trovare un parrucchiere che sappia capirmi entro la terza età. Per il resto, al momento sono al lavoro su diversi videoclip nuovi. Poi probabilmente arriverà qualcosa di più cinematografico. Comunque si parla rispettivamente di settimane e mesi, salvo imprevisti.

 Per concludere, non possiamo che attendere l’uscita del corto… e a te, caro Martin, non resta che convincere i lettori di TheMacGuffin.it a non perderselo per nulla al mondo, sii persuasivo al limite dell’umano…

Se volete perdere fiducia in un certo tipo di umanità – quindi soprattutto nei registi  e nei blogger che vi consigliano i loro film – il 22 giugno fiondatevi a vedere Intuito femminile… 

Arianna Borgoglio

Giornalista freelance, 26 anni, laureata in Conservazione dei Beni Culturali e in Informazione ed Editoria, coltivo le mie passioni con tenacia e voglia di mettermi in gioco. Tra queste scrittura, letteratura, cinema, storia dell’arte, cucina – intesa come amore per il buon cibo più che predisposizione verso i fornelli! - viaggi, musica e chi più ne ha più ne metta. Nelle mie recensioni sono spietata... q.b., ma non è colpa mia: è che mi disegnano così ;)
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