
Io sono leggenda, il film che ha ucciso Richard Matheson
C’era una volta uno scrittore di nome Richard Matheson, ma a Francis Lawrence fottesega.
Scusate il sottotitolo volgare, ma penso che per rendere determinati concetti niente funzioni meglio di un po’ di sano turpiloquio.
Alcune necessarie premesse: non vedo questo film da almeno un anno e non ho intenzione di riguardarlo per scrivere questa recensione; chiariamoci: amo questo sito, amo scrivere, amo le stroncature, ma non fino a questo punto.
Perché tutta questa acidità?
Perché ADORO Io sono leggenda (il romanzo, ovviamente), amo Matheson e quando è uscito questo film mi ero (ri)letto il libro per la trentordicesima volta per essere “fresco” e poter cogliere tutti i riferimenti e le differenze dall’originale.
Che dire, se non ho pianto quella volta significa che forse sono davvero un macho duro come ho sempre sospettato…
Ma cominciamo da Will Smith.
A me Will Smith piace, non tanto perché sia tutto sto popò d’attore (nonostante qualche ottima prova come in La ricerca della felicità) ma perché ci sono cresciuto insieme con film come Indipendence day, Men in black e Wild wild west, quindi il problema non sei tu Will, dico davvero, ma il tuo personaggio è del tutto sbagasciato. Nel romanzo Robert Neville era un uomo complesso, che viveva una situazione di profondissima frustrazione che sfogava nell’alcolismo e in un ricorso esagerato alle sigarette: nel film ci troviamo di fronte il solito boyscout buono e generoso, che fa vita sana e beve Vitasnella, il solito stereotipato bravo padre di famiglia da cui prendere esempio, come se al mondo fossero tutti Antonio Banderas che sforna biscotti inzuppossi, ma ok, soprassediamo.
Il problema è che il film stupra non vi dico dove il senso del romanzo – senso in cui poi risiede tutta la tragicità, la genialità e la critica sociale che Io sono leggenda fa – snaturandolo completamente e riducendolo al solito (visto e rivisto) film hollywoodiano post-apocalittico, che usa il contesto semplicemente come ambientazione, senza graffiare e pungere e senza nemmeno divertire poi più di tanto. Il finale poi… lasciamo stare il finale, perché in una vita o nell’altra avrò la mia vendetta.
Che poi, ora che ci rifletto non dovrei nemmeno parlare di questo film nella Settimana Zombie, perché nel libro gli infetti di Matheson diventavano dei cazzo di vampiri (il titolo originale era addirittura I vampiri), quindi perché Lawrence?
Perché questi sono dei mezzo-zombie-pirla-sclerotici? Eh? Non rispondi?
Meglio!
Veniamo poi al cane.
[Ebbene sì, sto per fare uno SPOILER]
Ora, il discorso che farò sembrerà cinico, ma ricordo a tutti che io adoro i cani.
La domanda è: perché nei film se muore un cane la gente piange e si strappa i capelli e se muore una persona (o cento, o mille, o duemila) la gente se ne frega?
Non propinatemi la solita frasetta da link animal-nazi che ci ricorda come gli animali siano meglio delle persone, perché se ti ammazzo la mamma invece del cane a mio modesto parere, avresti preferito il contrario. E allora perché?
Mistero del cinema. Sta di fatto che le azioni della Kleenex da quando è uscito questo pastiche alla diarrea si sono impennate del 200%.
Potrei andare avanti per chilometri, ma onestamente mi sto stufando. Volete il vero Io sono leggenda? Volete una storia che magari fa anche un po’ riflettere e ti lascia qualcosa dentro?
Armatevi di santa pazienza, andate in libreria e spendete dieci euro per un libro che non vi deluderà come fa questo catafalco cinematografico, che ingombra la vostra teca dei DVD e basta.
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