Film

Johnny Mnemonic – Keanu Reeves era cyberpunk già prima di entrare in Matrix

Era il 1995 quando, prima di indossare il cappotto lungo in pelle di Neo e scoprire di essere l’eletto, Keanu Reeves già se la gasava nel mondo del cyberpunk. Lo faceva interpretando il personaggio di Johnny Mnemonic, protagonista dell’omonimo film basato su un racconto del grande William Gibson (Johnny Mnemonico, raccolto in La notte che bruciammo Chrome) che è anche lo sceneggiatore della pellicola diretta dal famoso artista multimediale Robert Longo. Il film non ebbe un successo esagerato ma fu sotto alcuni aspetti la rampa di lancio per grandi altre grandi pellicole di quel genere.

 La mia capacità di memoria? – Più che adeguata!

La trama è uno dei punti deboli di questo film, anche se prova a coinvolgere lo spettatore, per molti versi è dispersiva e ha un ritmo decisamente blando. Ma veniamo al dunque, la storia si svolge nel 2012 (sì lo so oggi potrebbe far ridere ma se ci pensate bene neanche troppo) dove l’informatica è diventata l’ultima frontiera del progresso e la minaccia più pericolosa è costituita dai pirati del web. La sola garanzia per la sicurezza dei dati sono dei corrieri informatici chiamati “ricordanti”, che mettono a disposizione parti della loro memoria personale per far posto a segreti industriali innestati su microchip (ok, questo è figo dobbiamo alzare le mani e confessarlo).

Johnny ovviamente è uno di questi e ha rinunciato ai ricordi della sua infanzia per poter trasportare dei file preziosi, che però essendo troppo pesanti caricano eccessivamente il suo cervello che rischia di esplodere. Come se non bastasse, questi dati sono stati rubati alla multinazionale farmaceutica “Pharmakom” che ingaggia la Yakuza per riaverli. A spalleggiare Johnny arriva Jane, una bella guardia del corpo dagli innesti bionici. Comincia così una lunga fuga che porterà i due fino ai sobborghi più squallidi e pericolosi della città, alla ricerca di un modo per scaricare i dati dalla testa del povero Reeves.

Per quanto riguarda il cast note decisamente positive sono l’interpretazione di Keanu Reeves che sembra nato per il ruolo di Johnny o personaggi affini (direi che qualche anno dopo ce lo dimostrerà), e quella del grande attore-regista Takeshi Kitano che interpreta il presidente, decisamente incazzato, della “Pharmakom”. Meno di successo la parte della bellissima Dina Meyer nei panni di Jane, che appare spaesata in questo contesto. Non potrei poi non citare l’intervento come sempre (e qui passatemi il termine poco cinematografico) a cazzo duro e trash fino al midollo di Dolph Lundgren, nella parte di un sicario-religioso vestito da Gesù Cristo che lavora per la Yakuza.

Johnny Mnemonic alterna caratteristiche ottime come la grafica delle scenografie, tra high-tech e Medioevo, curate da Nilo Rodis-Jamero (Star Wars) oppure la modalità con cui si accede ai file nell’etere, che ricorda molto gli attuali visori per la realtà aumentata, ad altre decisamente non all’altezza, come l’esagerata quantità di nemici che crea confusione o il voler forse assomigliare troppo a capolavori del passato come Il tagliaerbe, 1997 – Fuga da New York o Blade Runner senza riuscirci. Il risultato è un film senza infamia e senza lode, che sicuramente va visto, ma non raggiunge il livello di altre pellicole sul genere, come ad esempio Strange Days, suo diretto concorrente perché uscito proprio lo stesso anno.

Denis Ghio

Leva 1988 e la maledetta convinzione di avere ancora vent'anni. Totalmente disordinato e nostalgico dei "film che furono", il suo attore preferito è Mickey Rourke. Quando non lavora ascolta ogni genere di musica e passa ore a guardare ogni tipo di film nella speranza di trovare qualcosa che lo stupisca.
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