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Jumanji – Benvenuti nella giungla: il trailer che sa di paraculata definitiva

Cari amici del Macguffin, è un po’ che manco dai vostri schermi. Il motivo della mia assenza è presto spiegato. Ho passato queste settimane a scandagliare l’internet alla ricerca di trailer altamente trash. Sono riuscito nella mia missione? Ebbene sì e – in particolare – è stato il freschissimo trailer di Jumanji – Benvenuti nella giungla a colpire la mia attenzione.

Ecco, vi rendo partecipi del capolavoro.

Dopo il primo assaggio di questo nuovo Jumanji sarete comprensibilmente basiti. Io mi sono sentito proprio così. Però sarebbe troppo facile gettare merda su queste quattro scene parlando di cazzata senza mezzi termini o cose del genere. Per carità, non voglio certo difendere questa roba, ma riflettiamoci un attimino.

LA DISTANZA DAL MODELLO INIZIALE

Pur non volendo stroncare a prescindere è inevitabile notare l’abissale distanza del trailer dal primo Jumanji. Ovviamente a partire dalle differenze più clamorose, che saltano subito all’occhio. Come per esempio il fatto che il gioco non sia più da tavola ma si sia trasformato magicamente in un videogame. E che i protagonisti vengano sì catapultati nella giungla ma trasformandosi nei loro avatar. Certo, è prevedibile che si sia adottata una soluzione alla Matrix – se muori nella realtà virtuale muori anche nel mondo reale – ma c’è comunque un cambiamento sostanziale rispetto alla storia del buon Alan Parrish che, rimasto sé stesso, è stato intrappolato nel gioco per anni. Senza peraltro avere dalla sua le doti fisiche di The Rock.

Ma la distanza che separa i due film non è data solo dagli aspetti macroscopici. Il Jumanji originale aveva anche i suoi momenti comici, ma era ben altro. Era una storia di crescita personale che faceva riflettere profondamente. L’evoluzione riguardava sia i protagonisti adulti sia i ragazzini. I personaggi dovevano fare i conti con profondi traumi e con la responsabilità delle conseguenze disastrose scatenate dalla loro partita. E Jumanji – per essere un film da ragazzi – faceva anche una discreta fifa, a tratti.

Ebbene, tutto questo non è presente nel trailer di Benvenuti nella giungla. Anzi, si direbbe che siamo destinati al classico teen action americano con scontatissime sottotrame sentimentali e molta, moltissima comicità demenziale. Insomma questa roba può essere molte cose, ma certamente ha poco o niente a che vedere con il suo modello, a parte il titolo del videogame e la citazione un gioco che sa trasportar chi questo mondo vuol lasciar.

Il cast principale di Benvenuti nella giungla.

BENVENUTI NELLA GIUNGLA AKA LA PARACULATA

Con queste premesse diventa forte il senso di sacrilegio. Un insulto al primo film, se non addirittura alla memoria di Robin Williams. La pellicola è soltanto una bieca operazione commerciale che punta a fare quattrini piazzando un nome famoso in un’opera che non c’entra una fava.

Ed è tutto vero eh, specie la questione dell’operazione commerciale.

Il fatto è che è un’operazione commerciale furba, per quanto bieca. E avrà probabilmente un discreto successo. Prima che mi linciate ecco il mio punto.

Mettiamo che fosse in uscita questo stesso identico film, ma con il titolo Aiuto, mi sono trasformato in un videogame. L’idea di base non è neanche così malvagia, ma quanto potrebbe incassare una pellicola così? Siamo nell’era dei cinecomics, dei remake, dei sequel all’infinito, dell’abuso della “nostalgia”. Il cinema è sempre più simile alle serie tv e a nessuno interesserebbe un filmetto di questo genere, se fosse estemporaneo. Nonostante The Rock, nonostante Jack Black e nonostante Karen Gillan. Che poi sarebbe anche un cast nemmeno così male.

Con quest’altro titolo, le cose cambiano. Perché il nome Jumanji affascina tutta una generazione, volenti o nolenti. E sì, il trailer fa pietà e non c’entra un mazza con l’originale, ma può anche essere che buona parte di noi lo vada a vedere a prescindere, anche solo per cogliere tutte le probabili citazioni. Se il film si fosse chiamato in qualsiasi altro modo non ce lo saremmo cagati di pezza. Così invece, anche i più scettici potrebbero essere vinti dalla curiosità. L’operazione è criticabile quanto si vuole e ci mancherebbe altro. Però le case cinematografiche avrebbero smesso da un pezzo di fare certi ricicli se, mediamente, non avessero un ritorno. Per cui criticare sì, ma anche farsi un esamino di coscienza. Perché siamo tutti un po’ colpevoli di questo andazzo. E io sono il primo.

Questo trailer è ai limiti dell’osceno e se floppasse, se trionfasse la tesi del sacrilegio verso l’originale sarebbe più che normale, per non dire giusto. Però bisogna ammettere che la paraculata ha un senso e potrebbe anche avere successo. Certo, mai prima d’ora si erano spinti tanto in là come in questo caso. Mai erano arrivati a dare lo stesso nome a due prodotti tanto diversi tra loro. Si sono presi un bel rischio, ma se avessero successo, saremmo di fronte alla paraculata definitiva!

Il film dovrebbe uscire in Italia a inizio 2018 e lo scettico che non sarà minimamente tentato di andare a vederlo scagli la prima pietra!

Mattia Carrea

Nato nel 1988, passa buona parte dei suoi 28 anni a seguire le più grandi nerdate mai prodotte nella storia del cinema e della televisione. Difficilmente scriverà di grandi film d'autore, siete avvisati!
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