Film

Killer Klowns from Outer Space

C’è tutto.

Non ci sono altre parole per descrivere quel capolavoro del trash anni Ottanta che è Killer Klowns from Outer Space, filmone del 1988 scaturito dal genio indiscusso dei fratelli Chiodo. Il solo fatto che nel titolo abbiano messo una trasgressivissima K invece della più convenzionale C dovrebbe spingervi a guardarlo.

La storia comincia nel più classico dei modi: coppietta appartata in macchina nella periferia di una tranquilla cittadina americana si appresta a fare le cosacce, quand’ecco che una specie di stella cadente si abbatte poco lontano da loro. Incuriositi, i due vanno a controllare e si ritrovano in uno psichedelico tendone da circo popolato da altrettanto psichedelici clown. Solo che il tendone da circo è in realtà un’astronave e i clown degli alieni cattivissimi che catturano gli umani in bozzoli di zucchero filato rosa. Avete capito bene: bozzoli di zucchero filato rosa.

La golden age dell’horror ha dato alla luce quello che da film di serie B (ma a ben vedere anche C) è ormai diventato un cult del “so bad, so good”: perché, giusto per dirne una, gli eroi che sconfiggeranno gli alieni, capitanati da un fenomenale Klownzilla, non sono le forze dell’ordine, troppo impegnate a sgridare i ragazzi per le loro bravate, ma due fratelli spiantati che nella vita guidano un furgone di gelati. Ah, e gli alieni-clown hanno armi fantastiche, come proiettili di pop corn e torte alla panna che sciolgono le persone – epocale una delle ultime scene, quando un clown mette una ciliegia gigante a coronamento di quello che un tempo era un ragazzotto tarchiato, punti deboli altrettanto improbabili – un naso rosso che scoppia in un vortice di coriandoli, e animali domestici a dir poco meravigliosi – tra gli altri, un cane di gomma come quelli che fanno con i palloncini agli angoli delle strade, e che si muove esattamente come quelli agli angoli delle strade, senza sprecarsi con qualche effetto speciale.

Anche se a proposito di effetti speciali bisogna ammetterlo, in alcuni punti si sono superati: uno su tutti, un clown che intrattiene gli anziani della città proiettando sul muro l’ombra di una signorina, finché non la trasforma in un dinosauro che si pappa i vecchietti.

L’ombra diventa un dinosauro e mangia i vecchietti.

Parodia di tutti gli horror della sua generazione, resta il dubbio che la comicità di Killer Klowns non sia del tutto consapevole; ma in fondo è talmente divertente che se anche fosse involontaria chissenefrega, è una perla troppo tremendamente meravigliosa per perdersela.

E comunque, io il sospetto che Tim Burton per il suo osannatissimo Mars Attacks! si sia un po’ ispirato ce l’ho.

Francesca Berneri

Classe 1990, internazionalista di professione e giornalista per passione, si laurea nel 2014 saltellando tra Pavia, Pechino e Bordeaux, dove impara ad affrontare ombre e nebbia, temperature tropicali e acquazzoni improvvisi. Ama l'arte, i viaggi, la letteratura, l'arte e guess what?, il cinema; si diletta di fotografia, e per dirla con Steve McCurry vorrebbe riuscire ad essere "part of the conversation".
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