Film

La bella e la bestia: ti riporta via come la marea…

La Disney se fa una cosa la fa bene…

… e con una manovra di questo tipo i rischi erano altissimi.

Dopo La carica dei 101 del 1996, Alice in Wonderland, Maleficent, Cenerentola e Il libro della giungla è la volta de La bella e la bestia. Sesto film della Disney che traspone in live-action un classico della sua storia dell’animazione, ma primo appartenente al cosiddetto Rinascimento. Per chi non lo sapesse, il Rinascimento Disney è il periodo d’oro della nota casa di produzione che dura per tutti gli anni ’90. La formula de La sirenetta fu perfetta e da quella costruirono di seguito capolavori dell’animazione entrati nella storia del cinema quali Aladdin, Il re leone, Hercules, Tarzan, Mulan, Pocahontas, Il gobbo di Notre Dame e proprio La bella e la bestia nel 1992. Per trasporre in live-action un classico così amato (decimo maggior incasso nella storia dei classici Disney), col rischio che diventi un flop, bisogna averne di fegato… e di soldini (direte voi).

Beh, questo sì. Lo sappiamo. Alla Disney i soldi non mancano e potrebbe anche permettersi un bel flop coi fiocchi… ma non è questo il caso.

Come la marea

L’idea di riportare i grandi classici sul grande schermo in una nuova veste con attori in carne ed ossa potrà far credere a molti che la Disney non abbia più inventiva. Ma non sono d’accordo. Riprendere le vecchie storie, che tutti noi conosciamo a memoria, è un’idea portentosa. Per i piccoli spettatori che snobbano i vecchi cartoni in 2D e ignorano l’esistenza di supporti chiamati VHS, film come questo diventano stimolo per riscoprire il passato. Per noi grandi diventano come quella famosa marea: ci riporta via in un oceano di meravigliosi ricordi.

Ma veniamo al film!

Tutto qui

Le aspettative erano tante, ma è anche vero che dopo quell’orrida serie tv, il raccapricciante Beastly del 2011 con Vanessa Hudgens, La bella e la bestia del 2014 con Léa Seydoux e Vincent Cassel e la versione della Rai dello stesso anno con Alessandro Preziosi qualsiasi altro film sarebbe stato meglio. Ma devo essere sincero e obiettivo: potete credermi se vi dico che la Disney ha fatto un lavoro eccellente (e da piccolo era e rimane ancora adesso il mio cartone prediletto).

La trama credo non sia un mistero per nessuno.

Francia del ‘700. Un principe egoista e cattivo viene punito da una maga e tramutato in un’orrenda bestia. Come lui anche i suoi fedeli servitori vengono puniti e trasformati in oggetti. L’unico modo per spezzare l’incantesimo è che il principe impari ad amare e ad essere amato. A ricordargli quanto tempo gli rimane c’è una rosa incantata.

La giovane Belle vive con suo padre in un piccolo paese ed è etichettata come una bella, ma strana ragazza. Gaston, il bello ma scemo del villaggio vuole ad ogni costo sposarla, ma questa non ne vuole sapere. Mentre il padre è in viaggio perde la strada e trova riparo in un magnifico ed oscuro castello. È lì che vive la bestia e vedendolo cogliere una rosa dal suo giardino, lo rinchiude nelle segrete. Belle ritrova il padre e decide di farlo liberare prendendo il suo posto. All’inizio burrascoso poi dolce, comincerà qui il rapporto tra la bella e la bestia.

Sarà lei la ragazza che riuscirà a spezzare l’incantesimo prima che cada l’ultimo petalo della rosa?

Che raffinatezza, grazia e perfezion

Chi conosce bene il film d’animazione scoprirà ben presto che gli sceneggiatori devono essersi fatti proprio un bel mazzo… a copiare pari pari le battute. Nota negativa. Ma aumentando la durata e presentando personaggi reali, gli sceneggiatori hanno avuto modo di mettere parecchia farina del loro sacco e avendo a disposizione attori di questa rango è stato un gioco da ragazzi. Nota positiva.

È stato dato spessore ad ogni personaggio, un background, un dramma. Quindi spazio all’infanzia del principe e di Belle, al sentimento di cura dei servitori per il principe e di quello di amicizia che nutrono l’uno per l’altro, Maurice e il suo senso di colpa, Gaston e la sua incredibile e pericolosa ignoranza, Letont e la sua presunta omosessualità.

Il prologo, che nel cartone è raccontato in una serie di vetrate, qui viene mostrato per intero. Una scena ambientata nel grande salone rococò del castello. Qui vediamo per la prima volta il principe (che rimane sempre senza nome) e i suoi servitori.  Una bella trovata che fa associare immediatamente i personaggi ai diversi oggetti nel quale verranno trasformati (candelabro, orologio, teiera, tazza, ecc). Anche perché scoprirete che questo aspetto sarà il tema centrale del film: la dualità, un lato nascosto che ognuno ha dentro di sé e che grazie alla magia, all’amore viene alla luce e ci resta. Vi assicuro che con l’epilogo sarà tutto molto chiaro.

L’ala ovest

Emma Watson. Dopo la saga di Harry Potter ha saputo rimboccarsi le maniche e ricominciare la sua carriera da capo. Da una così, mi aspettavo qualcosa di più. Ho ascoltato la versione originale delle canzoni e si è rivelata molto brava nel canto, altrettanto lo è stata nelle scene drammatiche. Ciò che mancava in lei forse era un po’ più di grinta, che per un musical è fondamentale.

La regia non è del tutto soddisfacente: a volte banale, a volte incongruente con la narrazione. Spezza il pathos e i ritmi nei momenti più belli. Salvo eccezione per l’inebriante scena del ballo e l’acrobatica Stia con noi.

Stessa melodia

Passiamo al versante musica. Non manca la splendida colonna sonora del SIGNOR compositore Alan Menken, che ancora una volta ci delizia con nuovi temi. Infatti ad accompagnare le famose canzoni ce ne saranno quattro completamente nuove, scritte appositamente da Menken per l’uscita del live-action.

Chi ha avuto il piacere di vedere e amare anche il musical, sentirà la mancanza di alcune canzoni che, a mio parere, avrebbero meritato di essere inserite. Ma ci accontentiamo di un breve richiamo di una queste nelle note della colonna sonora.

Nella versione italiana i testi sono stati ritradotti tutti a parte quello de La bella e la bestia (È una storia sai). Ma avendoli già assimilati dall’infanzia, le differenze con quelli che conosciamo a memoria scorrono via senza neanche accorgersene.

Come nel ’92, a cantare sui titoli di coda ritroviamo Céline Dion, stavolta con la sua versione di uno dei nuovi brani. Mentre lascia il testimone de La bella e la bestia a Jonh Legend e Ariana Grande.

Tale as old as time…

Che dire? Se aspettavate da questo articolo un buon motivo per andarlo a vedere al cinema, spero di avervelo dato. Questa storia vecchia come il tempo ha ancora molto da raccontare, da ricordare.

Federico Luciani

Nasce nel 1990. Sette anni più tardi s'innamora del teatro e da allora sono fidanzati ufficialmente. Laureato al DAMS di Bologna e impegnato nel teatro sociale da diverso tempo. Quando non scrive, divora film di ogni genere. Dylan Dog come eroe, Samuel Beckett come mentore, Woody Allen come esempio e Robin Williams come mito.
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