Film

La commedia Alleniana – Misterioso Omicidio a Manhattan

Un piccolo assaggio della gigantesca filmografia del comico ebreo più ebreo di tutti gli ebrei, ovvero Woody Allen, qui alle prese con un giallo!

Avevo proprio voglia di recensire un bel Woody Allen. Sapete perché?

Perché fondamentalmente ho un’attrazione fatale per i suoi film, per il suo gusto registico, per la sua comicità, per le sue battute che aiutano migliaia di persone come me a sembrare brillanti di fronte a quei pochi che non hanno visto qualche suo film.

Ho anche un’attrazione fatale per i film dei fratelli Coen, tanto che sto cominciando a pensare che potrei girare per strada con un bel Kippah. Questa però è un’altra storia, non è lo spazio giusto per occuparsi di prosemitismo!

Quindi fondamentalmente scrivo questa recensione per parlare del perché mi piace Woody Allen, ma come si fa? Non si può certo racchiudere in 3000 battute una filmografia mastodontica, né tantomeno si potrebbe scegliere un film che sia rappresentativo. Ha toccato tanti generi e troppe tematiche.

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Come la risolvo?

Vabbè, non faccio altro che sceglierne uno completamente a caso. Nello specifico, prenderò l’ultimo che ho visto: Misterioso Omicidio a Manhattan.

Oddio, ma ora ho pochissimo spazio per parlarne! Questo è l’en plein del nevrotico!

Vabbè vabbè devo sbrigarmi! Dunque, innanzitutto è un giallo ok?

Per farla breve, Woody Allen è Woody Allen come sempre, solo che si chiama Larry. Diane Keaton è Carol, la moglie che è metà frustrata e l’altra metà pure e cerca emozioni, un sacco di emozioni! Inizialmente sembra le cerchi solo negli sguardi languidi di uno scapolone con la dentatura finta di nome Ted; poi muore una vecchia che sta nello stesso stabile. La Keaton comincia a pensare che sia stato il marito fedifrago e scopre che può conciliare gli sguardi languidi del mascellone con un bel eccitante caso di omicidio da svelare. Allen cerca di dissuaderla a suon di battute sulla sua menopausa. Poi scopre che forse la moglie non vaneggia come pensavamo tutti. I deliri d’ansia di Woody crescono a dismisura fino ad epici attacchi claustrofobici. E poi è un giallo, quindi ovviamente non vi svelo il finale.

È un film che rispetta molti dei canoni classici della commedia del regista americano ed è tra i più amati dai fan del Woody nazionale. È l’unico giallo in cui si sia mai cimentato e ovviamente è tutto improntato sulla tipica comicità Alleniana, che qui raggiunge i massimi livelli.

Per farla breve, il film personalmente mi fa letteralmente scompisciare dalle risate, un riso di quelli migliori che ci possano essere: spontaneo, fragoroso, da gustarsi disteso su un divano dopo una brutta giornata.

Soprattutto, il film risponde a quella che è una delle caratteristiche principi dei film di Woody Allen, ovvero quella di essere il perfetto binomio tra film importante e film stupido (un film importupido? Stupidante?), che ci fa passare un’oretta e mezza senza pensieri, ma che può farci seriamente riflettere.

In questo caso, ad esempio, la tematica principe è quella del rinnovamento dell’amore tra coniugi. Quell’amore che necessita sempre di essere stimolato, rinfrescato e che a volte sembra sparito, ma semplicemente si sopisce dietro alla monotonia della vita coniugale.

Allora, avete avuto una bella giornata di merda? La soluzione per stasera è guardarsi un bel film di Woody Allen!

Siete frustrati dalla vita e sospettate che la vostra partner vi tradisca con un tipo molto più bello e brillante di voi? Bene, in questo caso, frugando nella cinquantina di suoi film tra cui potete scegliere, vi consiglio questo!

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P.S. Ah vabbè, poi naturalmente si passa anche buona parte del film a domandarsi cosa diamine abbia fatto di male Richard Wagner a Woody Allen, ma questo è normale.

“Lo sai che non posso ascoltare troppo Wagner… sento già l’impulso ad occupare la Polonia!”

“Ricordami di comprare tutti i dischi di Wagner. E una motosega”

P.P.S. C’È JD DI SCRUBS CHE FA IL FIGLIO DI WOODY ALLEN PER 7 SECONDI NETTI!

Riccardo Cavagnaro

Vede la luce nell'anno 1991. Da quando ha visto "Jurassic Park" all'età di 3 anni sogna segretamente di toccare un dinosauro vivo. Appassionato lettore, viaggiatore, ascoltatore di musica e bevitore. Tutte queste attività arricchiscono sicuramente il suo bagaglio culturale, ma assottigliano pericolosamente il suo portafogli.
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