Film

La ”Stranezza” di Roberto Andò

Vado sul sito della Medusa Film per cercare il pressbook del nuovo film di Roberto Andò, “La Stranezza”, e la prima opzione che trovo è un documento scaricabile indirizzato ai docenti delle scuole e dei licei.

Per chi è questo film?

È spesso inutile chiedersi cosa pensasse di comunicare un artista mentre scriveva/componeva/dirigeva qualcosa. Creare non è un atto istantaneo: richiede tempo, ripensamenti, spunti e spesso al dunque quello che esce non era nemmeno quello che pensavi di creare. Sempre che stessi pensando qualcosa di preciso.

Interrogato, l’artista spesso parla di una persona che ha incontrato, una musica che ha sentito, una notizia che ha visto al telegiornale… che è stata per lui l’innesco. Qualcosa che ha cominciato a far muovere e lavorare le cellule grigie in un processo anarchico-caotico che poi è il processo creativo. E a quel punto la smania cresce e un progetto nasce. È molto difficile, in quest’ottica, immaginare l’artista come un postino che ti vuol recapitare un messaggio attraverso uno strumento complesso come l’Arte, che può assumere un significato diverso da persona a persona.

Avrebbe senso chiedersi cosa pensasse di dire Pirandello con i Sei personaggi in cerca d’autore? La letteratura a questo ha trovato un’ipotetica risposta, che in questo film viene fatta uscire dalla bocca di Giovanni Verga. Minare la concezione di reale. Voleva questo Pirandello? Il film di Andò sembra suggerirci di no. Pirandello viene visto come un uomo che incontra (mentalmente) nel suo studio dei personaggi derivati dal reale, che li riceve e sente cos’hanno da dirgli (suggerendoci che il capocomico dei Sei Personaggi sia una figura più autobiografica di quanto non sembri). Osservando il reale Pirandello macina idee febbrilmente e arriva a piegarlo e, forse, a “derubarlo” dei suoi abitanti.

Stranezza Servillo Ficarra e Picone Bara

Questa “Stranezza” sembra porsi in bilico su un fulcro. Andò pone da un lato un’estetica, una colonna sonora, dei dialoghi, situazioni e un ritmo talmente rassicuranti da sembrare televisivi e si avvale di una coppia estremamente collaudata e popolare come Ficarra e Picone, eppure da un altro lato porta una serie di concetti estremamente complessi come quelli del Teatro Pirandelliano, di risvolti profondamente drammatici e talmente reali, inconfessati e intimi da generare un velo di inquietudine. Elementi inadatti per un pubblico come quello generalista televisivo, coccolato da drammi innocui, perché talmente contorti da risultare distanti e non verosimili.

Cosa voleva realizzare Andò? Un film impegnato? Una commedia drammatica? Un film serio, ma con dei compromessi al popolare? Questa domanda nasconde implicitamente la risposta alla domanda che mi sono posto all’inizio: per chi è questa “Stranezza”?

Stranezza Ficarra e Picone becchini

Una risposta da spettatore la voglio provare a dare (a prescindere da quello che può aver detto cast o regista nelle interviste). Quello che ci siamo ritrovati davanti è un film che vuole essere medio. Un film per tutti che smussa i suoi spigoli (che indiscutibilmente poteva avere, dato l’argomento), si trattiene, nonostante delle schegge di surreale e un ritmo abbastanza calmo e pacato. Un film che è pensato e costruito per essere visto dal pubblico generalista, ma che è pur sempre un film su Pirandello. In quanto tale, sotto una patina di calma e serenità cova la sua stranezza, la sua bizzarria che una volta allo scoperto coglieranno lo spettatore di sorpresa. E questo punto di rottura lo potremmo identificare nel momento in cui la pacatezza e l’armonia che proteggeva i personaggi saltano, il grottesco perde quell’alone rassicurante e comico e Pirandello trova l’ispirazione definitiva per il suo capolavoro.

C’è chi si chiede perché dare Pirandello anche nelle mani di un registro popolare quale è quello del film con Ficarra e Picone. Forse Andò ha voluto restituire anche al grande pubblico questa immensa e sconvolgente opera? Forse ha voluto tentare di chiudere quanto possibile la forbice del tempo che separava i Sei personaggi dagli italiani del 2022? Magari strappandoli alle accademie e alle compagnie che ancora recitano il testo con schemi di messinscena e recitazione vetusti e ostici? Vedendola in questa prospettiva questa “Stranezza” sembrerebbe lo “zucchero sul calice della medicina”, una sorta di “cavallo di Troia”. Di sicuro risulta uno strumento decisamente accessibile per cominciare a comprendere un incredibile pensiero come quello di Pirandello: di sicuro ottimo da proporre nelle scuole e nei licei.

Marco Moroni

Nato nel maggio del 1995 a Terni, città dell'acciaio e di san Valentino. Dovete sapere che vicino alla mia città si erge, spettrale, un complesso di capannoni abbandonati. Quando eravamo bambini ci veniva detto che quelli erano luoghi meravigliosi, in cui venivano realizzati film come "La vita è bella" o "Pinocchio". Questo fatto ci emozionava e ci faceva sognare una Hollywood vicino casa nostra. Come il castello transilvano di Dracula, tutti cercano di ignorare quei ruderi ma, ciononostante, tutti sanno benissimo cosa siano e non passa giorno senza che si continui a sognare quel Cinema che nasceva a casa nostra. Chiedendomi cosa mi faccia amare tanto la settima arte, e perché mi emozioni così tanto al solo pensiero, potrei rispondermi in molti modi, ma sono sicuro che quel sogno di tanti anni fa abbia un ruolo più che essenziale.
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