
La teoria del tutto: c’è l’amore al centro dell’Universo?
Può una semplice ed elegante equazione spiegare qualsiasi cosa nell’universo?
Non lo so, ma il genio Stephen Hawking ci sta ancora lavorando, e chissà se prima o poi lui o qualcun altro non ci riesca. Credo sia molto più difficile spiegare l’amore, la sofferenza e i momenti belli e brutti che Stephen e la sua ex moglie Jane hanno passato insieme. Qua non basterebbero miliardi di equazioni o teoremi per venirne a capo ma ci riesce alla perfezione un singolo film, La teoria del tutto. Una pellicola che non è molto scientifica, ma una semplice storia d’amore. Pronti per addentrarci in questa galassia di sofferenza? Perché se qualcosa può scappare da un buco nero (radiazione di Hawking), figuratevi qualche lacrima con un film del genere!
Trama
Nel 1963, a Cambridge si incrociano i destini di 2 persone che più diverse non potrebbero essere: Stephen Hawking (Eddie Redmayne), brillante cosmologo devoto alla scienza e Jane Wilde (Felicity Jones), studentessa di lettere e timorata di Dio.
Fin da loro primo incontro è chiaro che sia scoccata la scintilla, certificata da un bacio sotto le stelle (il nostro Stephen giocava in casa qua). L’inizio di una rosea storia d’amore? Decisamente no, siamo sul genere drammatico! Il nostro giovane genio inizia a mostrare qualche problema motorio (non riesce a tenere una tazza in mano, inciampa spesso e scrive tutto storto, peggio di un dottore), fino all’apice in cui stramazza al suolo battendo la testa. Ricoverato e sottoposto ad accertamenti clinici arriva la temuta sentenza. Mr. Hawking soffre della malattia del motoneurone, una malattia che porta alla progressiva perdita dell’uso dei muscoli, anche quelli involontari. Ora basta fare il medico (scusate ho visto troppo E.R. – Medici in prima linea)… in poche parole Stephen morirà presto e anche male. Jane non vuole sentirne di abbandonare il suo amato (lui la caccia, le dice che lei gli fa schifo anche se non è vero, ma niente) e allora decidono di sposarsi e passare insieme quel poco tempo che gli verrà concesso (due anni stando al dottore, dottore… un professorone). Riuscirà l’amore dei 2 a superare questo ostacolo insormontabile della malattia degenerativa? Riuscirà Stephen a trovare la sua equazione e spiegare la teoria del tutto? Riuscirà Jane a portare il fardello di un marito con un cervello geniale ma fisicamente infermo (no li sotto funziona benissimo in quanto non è collegato al cervello… donne avevate ragione!)? Guardate il film e il mistero vi sarà rivelato.
“E non dovrebbero esserci confini agli sforzi umani, noi siamo tutti diversi. Per quanto possa sembrare brutta la vita c’è sempre qualcosa che uno può fare e con successo. Perché finché c’è vita, c’è speranza.” (Stephen Hawking)
Mio parere Tecnico – tattico sul film
Ho sentito molti pareri discordanti su questo film: bellissimo, delusione, mi aspettavo di più, etc. Sinceramente anche io mi aspettavo qualcosa di diverso. Pensavo che affrontando la vita di una delle più celebri menti del secolo ci si soffermasse maggiormente sull’ambito scientifico. Ma questo non intacca il mio giudizio, che è buono, sul film. Bisogna dire che io sono di parte, adoro i film basati sulle interpretazioni, e capisco benissimo chi li trova noiosi o niente di che. Credo che la regia (di James Marsh), i costumi e la colonna sonora (che io ho adorato e tifato a gli Oscar) siano di qualità. La sceneggiatura sarà un po’ romanzata come sempre in questi casi ma ben intenta a risaltare i due protagonisti della vicenda. Il difetto, che è ben evidente durante la visione, è che i due attori protagonisti sono più grandi del film.
Sentimenti
Un film è veramente riuscito quando ti lascia qualcosa. Questo film ti fa credere che tutto sia possibile, anche superare aspettative di vita molto basse e malattie così debilitanti. Al cinema ero stato rapito dall’interpretazione di Eddie e Felicity, ma rivedendolo a casa mi è arrivata addosso tutta la sofferenza di Stephen e Jane. È molto facile immedesimarsi nei due protagonisti.
Attori di classe
Menzione speciale va ai due attori. Felicity Jones è celestiale nei panni di Jane. Supportare, anche fisicamente, Stephen non deve essere stato facile e lei mostra come con un grande amore (che non per forza deve essere eterno) sia possibile fare cose impensabili.
Ma veniamo a lui, un talento cristallino, un vero fenomeno: Eddie Redmayne. La sua interpretazione ha giustamente portato all’Oscar come miglior attore protagonista. La sofferenza fisica e non (quando hai un cervello così straordinario non so se puoi accettare di perdere in quel modo l’uso del corpo) che Stephen Hawking ha dovuto subire per tutta la sua vita è realisticamente inscenata da Eddie. Le movenze, le espressioni e le pose storpie del celebre cosmologo sono riprodotte alla perfezione da Redmayne, che mostra come si sia applicato e sforzato per la parte (quelle posture a me avrebbero reso come minimo paraplegico). Ma non soffermatevi solamente sui gesti, la sua recitazione è con gli sguardi, i silenzi e il tacito dolore. Sontuoso.
Insomma NON sarà di certo un capolavoro ma contiene una delle migliori interpretazioni degli ultimi anni. Il film mostra come la donna più importante della tua vita (o l’uomo) non sia per forza la persona con cui starai per sempre. D’altronde certe storie sono destinate a nascere, brillare e morire… proprio come le stelle.